Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Effetto Navalny

Biden commenta le responsabilità di Putin nel tentato omicidio di Aleksey Navalny e il Cremlino risponde con gli stessi argomenti di Trump: «L'inquilino della Casa Bianca è malato e stupido...». Tra Usa e Russia è (nuovamente) divorzio

Mentre nel paese si continuano a piangere I morti dell’ennesimo crimine razziale questa volta avvenuto in Georgia contro la minoranza asiatica, infuria la guerra verbale tra il presidente Joe Biden e Vladimir Putin. A George Stephanoupolos della ABC che alcuni giorni fa nell’intervista Good Morning America gli chiedeva in riferimento alla vicenda Navalny se pensasse che Putin è “un killer” ha risposto “Yes, I do”, proprio come dice qualunque sposo/a all’altare quando gli/le viene chiesto se vuol prendere in marito/moglie il proprio partner. Questa domanda era stata posta al presidente americano in riferimento alla vicenda di Alexei Navalny leader dell’opposizione russa che da anni si batte contro Putin e che è quasi morto dopo essere stato avvelenato, si dice, da agenti del Cremlino. Scrivo si dice perché al momento non c’è una pistola fumante che accusi il presidente russo, ma si parla di questa possibilità sempre più di frequente.

Dunque quest’affermazione che contrariamente a quella che sancisce il legame indissolubile tra due sposi segna invece ormai un divorzio acclarato tra i due capi di stato è un fatto politicamente molto rilevante. Perché, mi pare, segna un punto di non ritorno nelle reciproche relazioni internazionali.

Che i rapporti tra Biden e Putin non fossero buoni lo si sa fin dai tempi della presidenza Obama quando Biden era vicepresidente. I fatti della guerra con la Georgia, l’annessione della Crimea e l’ingerenza successiva del Cremlino nelle elezioni americane che hanno sancito l’elezione di Trump, hanno determinato un’escalation delle ostilità che con questa affermazione diventano irreversibili.  

Sembra trascorso un secolo da quando Trump pendeva dalle labbra dell’oligarca russo e a chi insinuava il sospetto che quello fosse intervenuto pesantemente negli affari interni degli Stati Uniti aiutandolo ad essere eletto, rispondeva dichiarandosi contento del fatto che a tale domanda Putin avesse risposto semplicemente: “No, non è vero”. Trump affermava infatti che non aveva alcun motivo per dubitare che il presidente russo non dicesse la verità. Come se non fossero usciti dossier su dossier sulla personalità autocratica di Putin, sulla mancata trasparenza della sua scalata al potere, sul suo impero economico, sulle sue manovre politiche per mettere a tacere l’opposizione, sul suo progetto di indebolire l’Occidente per diventare arbitro della situazione internazionale specialmente in Europa. Ed altre amenità del genere. Ne abbiamo scritto più volte proprio su queste pagine. Ma vale la pena di ripetere che Il suo passato di agente del KGB, il carattere machiavellico della sua politica che non improvvisa alcuna mossa, i principi imparati attraverso la disciplina ferrea e spietata della cortina di ferro ci raccontano il resto.

Ma la reazione di Putin alle accuse di Biden è a dir poco infantile. La risposta che ha dato al presidente americano accusandolo infatti di fare certe affermazioni proprio perché parla di cose che conosce bene essendo molto simile a lui, dunque un killer, (it-takes-one-to-know-one) certamente non esaurisce la questione. Suona come quando i bambini rimproverati dalla madre di fare qualcosa di scorretto, rispondono che lo hanno fatto perché hanno reagito al comportamento di qualcun altro che per primo ha fatto la mossa sbagliata. Le accuse agli Stati Uniti di avere sganciato sul Giappone la bomba atomica durante la seconda guerra mondiale, di avere avuto la schiavitù e di avere sterminato gli indiani d’America, per quanto vere, non sono infatti una giustificazione per agire in modo altrettanto sbagliato. Affermazioni e comportamento degni di un Trump d.o.c.

L’avere delle colpe da parte di chi accusa non è un motivo sufficiente per continuare ad agire in modo errato da parte di chi è accusato E mostrano davvero la corda. Anzi direi che suonano patetiche per motivi che hanno a che vedere proprio con una concezione della politica che riflette solo un machiavellismo di ritorno riduttivo e volgare. In realtà non hanno niente a che vedere con i principi basilari alla base dei suggerimenti del cancelliere fiorentino. Perché, come ci fa notare Hannah Arendt, se Machiavelli in politica ha consigliato al suo principe di “imparare a non essere buono” non gli ha neanche consigliato di imparare ad essere malvagio. E questo fa la differenza. Inoltre l’America tra le sue mille contraddizioni dietro alle quali non si nasconde e che non nega, come invece fa la Russia per bocca del suo presidente, ci fa i conti tutti i giorni. Lo stesso Biden andando in Georgia per commemorare i morti dell’odio razziale, mostra la consapevolezza che i problemi ci sono. «Il presidente Biden crede che uno dei più grandi pregi degli Stati Uniti sia la nostra onesta autoriflessione e il nostro costante sforzo di progredire e migliorarci e c’è ancora molto lavoro da fare» ha affermato la capo ufficio stampa di Biden, Jean Psaki.

Perfino l’altro commento di Putin su cosa vorrebbe dire a Joe Biden suona dispregiativo: «Gli direi di stare bene. Gli auguro salute e lo dico senza scherzare e senza ironia». È ovvio che il commento risulta irrisorio tanto più alla luce delle affermazioni di alcuni dei suoi collaboratori più stretti tra cui quel Dmitry Medvedev oggi capo della sicurezza nazionale e dal 2008 al 2012 presidente fantoccio della Russia di cui Putin si è servito per poter ritornare al potere che, citando Freud, ha affermato che il tempo non ha risparmiato il 78enne Biden e che «niente costa cosi tanto nella vita come la malattia o la stupidità». E Andrei Turchack, leader del partito del Cremlino, ha descritto i commenti di Biden come «una riflessione del marasma politico degli Stati Uniti e della demenza senile del suo leader» (per inciso, questo è il tema forte usato da Trump contro Biden, prima di esserne sconfitto). Ma con queste affermazioni non si va lontano. Bene ha fatto Biden a scoperchiare il vaso di Pandora e chiamare le cose con il loro nome oppure improvvisamente ci troveremo in una situazione difficilmente rimediabile, come quelle che precedono le grandi catastrofi.

Facebooktwitterlinkedin