Finestra sul mondo
Arte al femminile
National Portrait Gallery, la prestigiosa istituzione londinese, sotto la direzione di Flavia Frigeri ha deciso di rivoluzionare la propria collezione portando alla ribalta le immagini delle donne. Una grande operazione culturale con uno sponsor d'eccezione: Chanel
Cambiare la cornice al quadro della storia inglese e farne emergere le donne dallo sfondo. Cosa può farlo meglio di un ritratto? Il progetto triennale “Reframing Narratives: Women in Portraiture”, annunciato in questi giorni da The National Portrait Gallery e da Chanel Culture Fund (il fondo della celebre casa di moda che sostiene l’arte e la cultura), nasce dall’idea di rivoluzionare da cima a fondo il museo londinese per dare il giusto spazio alle donne sia come artiste che come soggetti delle opere esposte.
Un budget da 35.5 milioni di sterline per arricchire la galleria con ritratti e opere di donne, spesso sconosciute, che hanno dato un contributo fondamentale alla storia e alla cultura inglese. «Vogliamo dare risalto non solo alle protagoniste del passato ma anche del presente perché ogni ragazzina che visita la galleria si senta ispirata e ne tragga forza» dichiara la curatrice Flavia Frigeri, storica dell’arte, docente all’University College di Londra e curatrice alla Tate Modern fra il 2011 e il 2016. Il lavoro da fare è tanto – spiega – «attualmente solo il 25% dei ritratti della collezione permanente rappresenta una donna e le artiste presenti sono appena il 12%» (https://www.theguardian.com/artanddesign/2021/mar/17/national-portrait-gallery-to-feature-more-women-in-its-collection). L’attrice del film Shanghai Express, Anna May Wong (1905-1961), Noor Inayat Khan (1914-1944), la principessa musulmana diventata spia per l’Inghilterra e catturata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e Georgina Masson (1932), la prima donna ufficiale di colore nell’Auxiliary Territorial Service, sono alcuni esempi delle pioniere che troveranno il loro posto sulle pareti del museo di Charing Cross Road.
Uno studio che parte dalla riscoperta di grandi vite rimaste sepolte fra le pieghe della storia. Come quella di Ray Strachey, che, oltre ad aver dipinto il ritratto di Virginia Woolf presente nella Gallery, è stata determinante nella lotta per il voto alle donne combattuta dalla National Union of Women’s Suffrage Societies. O quella che è dietro lo straordinario autoritratto eseguito nel 1942 dalla pittrice Hannah Gluckstein, che, nel 1918, appena ventenne, con lo pseudonimo genderless Gluck, ha scelto di indossare abiti maschili, fumare la pipa e portare i capelli corti. Anche il ruolo delle fotografe sarà studiato e messo in risalto, accendendo un faro su personaggi come Alice Hughes, che, all’inizio del ‘900, ritraeva esclusivamente donne e bambini. Il suo successo fu tale che ebbe bisogno di uno studio con 60 assistenti, tutto al femminile
Ne scrive il settimanale The Tatler (https://www.tatler.com/article/national-portrait-gallery-chanel-reframing-narratives-women-in-portraiture), ricordando che il motto che guida Flavia Frigeri e il suo team è “if you can see it, you can be it” e che la partnership con il fondo per la cultura della casa di moda francese è a lungo termine. Prevede – oltre all’acquisto di ritratti storici – anche l’esecuzione di nuovi ritratti di donne che si distinguono per il loro talento. «Dobbiamo iniziare riempiendo gli spazi vuoti – racconta Frigeri – per esempio recuperando le opere dell’artista costruttivista inglese Marlow Moss, le cui opere sono esposte al Museum of Modern Art in New York, Israel Museum di Gerusalemme e in molte collezioni olandesi compreso lo Stedelijk di Amsterdam ma è poco conosciuta in patria o il ritratto di Lilian Lindsay, la prima donna inglese ad aver esercitato la professione di dentista. “Ma il nostro progetto guarda anche al presente», sottolinea la curatrice. «Sul canale Instagram del sito ufficiale della National Portrait Gallery ci sono già le conversazioni con coloro che stanno facendo la storia inglese dei nostri giorni come la scienziata Sarah Gilbert, l’unica donna nel team che ha messo a punto il vaccino di Oxford». Seguiranno le interviste all’ex prima ballerina del Royal Ballet Zenaida Yanovsky, alla giovanissima attivista Amika George e all’attrice Helena Bonham Carter.
Coco Chanel, una donna all’avanguardia per il suo tempo, ne sarebbe felice.