Every beat of my life
Dove c’è meraviglia
La poesia che leggiamo, tratta dalla nuova raccolta di Patrizia Cavalli, poeta «capace di capace di dare e di insegnare», pare una filiazione della voce di Ariel nella “Tempesta”, «dramma vissuto nella leggerezza pur tragica del mondo onirico»
Patrizia Cavalli è forse l’unico poeta italiano che non conosco personalmente. L’unico poeta conosciuto che io non conosca… un saluto a una lettura in Toscana dove uno arrivava e l’altro partiva, qualche anno fa, eravamo già grandicelli. Non la conosco e mi dispiace, perché è un’autrice di ricchezza apparentemente trattenuta quanto capace di dare e di insegnare, che per un poeta non è poco, è quasi il pieno del suo compito.
Il titolo della silloge o poemetto che comprende la poesia che qui leggiamo, Il mio felice niente, è perfetto: immediatamente, con la lucidità di David Hockney o del primo Schifano, Patrizia Cavalli fa brillare quella parola “niente” come un felice svuotamento, e non come il suo contrario, il cupo “nulla” dei nichilisti: no qui un niente che è aereo, champagne e la brezza del mattino al mare, destinata a svanire appena il sole comincia a scaldare e fare pieno e luminoso il mondo.
Per questo si svela un “niente” felice, vivaldiano (ma vi sento anche la fintofrivola ebbrezza dei i Beach Boys), una trasparenza in cui la parola del poeta prende forma, dal suono.
Questa nevicata al mattino, l’attesa delle pieghe delle nuvole, della nascita dei suoni: una poesia metafisica alta e drammatica, ma una drammaticità non esistenziale, no, è oltrenovecentesca: pare dramma vissuto nella leggerezza pur tragica del mondo onirico, pare una filiazione della voce di Ariel nella Tempesta.
E una ispirata, freddamente invasata descrizione dell’operare dell’io poetico, il vortice, i versi che si sciolgono “nell’incidente della rima”, dove “gli incontri si inceneriscono”: come quello tra Romeo e Giulietta, che dirà: “Il nostro amore è stato come la polvere e il fuoco/ che al loro primo bacio si consumano.”
Vita meravigliosa, il libro da cui scegliamo questa poesia, è un titolo che mantiene la promessa: tagliente e sapiente, lo sguardo del poeta, ma non ironico. C’è davvero, nel succedersi dei secondi e dei giorni, c’è meraviglia.
Il mio felice niente
Sono di mattina nevicata
dal calo bianco addormentato,
lasciando le spalle agli spigoli
aspetto i disegni involontari
le pieghe delle nuvole,
nei fermenti delle sedie
la nascita dei suoni.
Allora, sicura del vortice,
lascio che i versi si sciolgano
nell’incidente della rima
dove gli incontri si inceneriscono
e chiusi nell’apparente parentela
si concedono all’estasi.
Patrizia Cavalli
Da Vita meravigliosa, Einaudi, 2020