Every beat of my heart
Per Luigi Spagnol
Dedicata all'amico scomparso nei mesi scorsi, una lettura pubblica di Roberto Mussapi delle poesie sul commiato del grande cinese Li Po che qui anticipiamo. Anche per celebrare una delle tante iniziative editoriali condivise tra cui proprio una raccolta di Li Po in corso di pubblicazione
Luigi Spagnol se ne è andato a giugno, giovane e, seppur malato, sfolgorante di idee e vita. Dedico una serata al mio amico e editore: leggerò poesie scritte per le sue pubblicazioni, racconterò come sono nati libri parlando con lui. Come ha agito sulla mia poesia e la mia opera.
Leggerò miei versi da lui pubblicati, racconterò la nascita di libri, come Le Metamorfosi da Ovidio, in cui l’editore e amico è stato, in momenti sostanziali, coautore. O dei miei poemi in rima per “bambini o ragazzi di ogni età”, come disse Luigi: divenni, grazie anche a lui, poeta anche di un genere ignoto in Italia, famoso in Gran Bretagna, con le poesie capolavori in rime filastroccanti di Stevenson, il famoso libro sui gatti di T.S. Eliot che diverrà il famosissimo musical Cats.
Di questi libri, L’incoronazione degli uccelli nel giardino lo incantava (oltre a essere mi risulta l’unico in Italia ad averne capito la parentela con La lingua degli uccelli del mistico sufi Attar e con i Catsdi Eliot), ogni tanto mi telefonava per farsene leggere un passo. Non dalla casa editrice, ma da casa sua, la domenica o all’aperitivo. Per il puro piacere.
Volle raccogliere in un volume di settecento pagine tutta la mia opera poetica pubblicata fino al 2014, annotata, includendo l’introduzione di Wole Soyinka e una préface di Yves Bonnefoy di più di trenta pagine, operazione non precisamente redditizia, e non certo economica.
Era malato da poco, ai primi di dicembre 2018. A casa sua di colpo gli parlai dell’imminente cinquantenario della conquista della luna, mio sogno e mito ricorrente, di uno sbarco celeste avvenuto la notte del mio compleanno. Mi chiese perché non ne avessi mai scritto in un libro, in cinquant’anni e prima che gli rispondessi mi invitò… no, mi esortò a scrivere quel libro, subito: per uscire in tempo dovevo iniziarlo la sera stessa e consegnarlo a marzo. Quattro mesi, tassativamente. Mi misi all’opera: un libro in prosa scritto da un poeta, come lo presentò, correttamente, l’editore.
Poi gli parlai, nel 2019, sì, circa un anno dopo, del mio Li Po, il più grande poeta cinese. Non ero convinto di proporglielo perché avevo appena concordato con lui e la sua casa editrice un lavoro simile e importante, molto impegnativo, e anche altro in corso di contrattualizzazione. Mi pareva di esagerare, ma Luigi aveva un diritto di prelazione morale con me, e mi disse subito che teneva a Li Po: «Fa’ come ritieni, ma mi piacerebbe lo dessi a me». Che bello! Glielo consegnai subito.
Il libro uscirà. Ma intanto dal grande Li Po oggi pubblico per voi alcune poesie di addio all’amico, un tema costante della sua opera.
Un addio che io, l’interprete, vivo come un arrivederci.
Questo il sentire della mia lettura e il mio racconto, la sera del 15 ottobre, nella nostra Milano (alle 19,30 a La Casa della Poesia, via Formentini 10, ndr).
Forse più che un arrivederci una continuazione del vederci, in forma modificata, un po’ è convinzione, un po’ preghiera.
Leggere poesia a voce alta, davanti a un pubblico, che sia l’autore la voce, o un suo interprete, può essere anche un brindisi, un felice momento comunitario. Ma non è mai un giro di walzer. È, sempre, e giovedì sarà più che mai, un rito.
Poesia per Luigi.
Poesie di commiato da un amico
Commiato
Montagne azzurre a nord delle mura,
acque bianche di un fiume le circondano a Oriente.
Qui noi ci stiamo separando,
tu ti incammini per diecimila miglia d’erba morta.
Nuvole fluttuano come la mente veleggia.
Il sole tramonta mentre i due vecchi amici si lasciano.
Le nostre mani si stringono, poi la distanza.
I cavalli nitriscono, separandosi,
noi ora ci distacchiamo l’uno dall’altro.
Due amici nel momento dell’addio
Montagne verdi, all’orizzonte, a nord, tra i villaggi,
la città a sud è cinta di acque chiare.
Questo è il luogo del nostro addio,
da qui procederai da solo, non so fino a dove.
I pensieri vagano, sospesi, come nuvole,
l’antica amicizia è sigillata dai raggi del tramonto.
Un cenno della mano, e partirai,
al sordo nitrito del cavallo già in corsa.
Commiato da un amico che va a Shoku
Dicono che la strada aperta da Can Cong sia impervia,
il viaggiatore vede montagne a strapiombo.
Sorgono nuvole alla testa del cavallo.
Teneri alberelli avvolgono la via di Shin,
i torrenti di primavera rompono il ghiaccio,
circondano la città di Shu.
Il destino degli umani è già scritto,
inutile, amico, consultare oracoli.
Poesia d’addio
La pioggia del mattino bagna la polvere aerea,
alla città di Wei,
il colore dei salici alla locanda è nuovo.
Ma tu, signore, prima di partire,
ascoltami, bevi una coppa di vino:
oltre il passo di Yang, a Occidente,
tu non avrai con te nessun amico.
Commiato dall’amico che parte per Guangling
L’amico lascia a Occidente il Padiglione della gru gialla,
scende verso Yangzhou tra fiori di nebbia
sull’acqua del fiume, la sua vela
ora si sta perdendo nel lontano orizzonte,
vedo soltanto il fiume Yangzi,
che scorre fino a sfociare in cielo.
Addio a un amico
Il mio amico disse addio alla Casa della Gru Gialla,
e partì verso oriente alla Valle del Salice
tra i fiori e nel mezzo di Marzo.
La vela solitaria nella distanza
svanì alla fine oltre il cielo azzurro.
E io riuscii a vedere solo il fiume
fluttuante lungo il confine del cielo.
Ricordo dell’addio, in una taverna di Ching-Ling
Soffia il vento tra i salici, e la locanda
è irrorata dal profumo dei fiori.
La ragazza del sud mesce allegramente vino.
Miei giovani fratelli,
venuti qui a Chin-ling a dirmi addio,
scoliamo il vino fino all’ultima coppa!
E poi per me chiedete al fiume che scorre a Oriente
se sia più eterno il suo fluire o il mio addio.
Li Po
Versione di Roberto Mussapi