Every beat of my heart
Il sentire del mondo
Visione e compassione sono elementi fondanti della cifra di Loretto Rafanelli, poeta capace di praticare un “lirismo etico” con uno slancio che diventa un inno alla vita, alle sue luci e alle sue ombre. Come raccontano i versi inediti che pubblichiamo, destinati a un libro in divenire
È una poesia inedita, e segna l’apertura di un libro venturo, dove la natura unica e la cifra particolare di Loretto Rafanelli emergono quanto in passato e forse ancor più incandescentemente: Rafanelli è poeta dalla cifra lirica originale, che io, praticante o almeno auspicante un “lirismo epico”, definirei “lirismo etico”. Poiché il mondo nel suo dolore, le guerre, lo strazio, sono la scena prima della poesia di Rafanelli, simultaneamente a una liricissima compassione del sentire minimo, del contatto, dell’incontro, del volto.
Il volto del mondo e il volto di colui che incontri, questa unità di cosmo e occasione, di eterno e fuggente, uno dei pilastri archetipi della poesia, fatto mito da Baudelaire e Eliot, è vissuta e praticata da Rafanelli con uno slancio in cui compassione rima con visione. Poeta non visionario, ma visivamente attratto, prossimo e lontano dalle immagini della vita del mondo, Rafanelli in realtà sviluppa una sua visione per compassione molecolare, per amore della realtà.
Ecco che, oltre la soglia del dolore, inevitabilmente ben netta in un poeta di tal sentire, questo inno alla vita di luziana e francescana esaltazione è anche un segno di accettazione della vita in ogni tempo, e oggi più che mai.
Si rivolge alla vita, sulla scia del maestro fiorentino, sulle orme del maestro Bennefoy, che ne cercava sempre la realtà sotto e oltre il possibile inganno dell’immaginazione.
E conclude, Rafanelli, celebrando l’oscurità: non quella degli intellettuali e dei poeti e artisti mancati che nell’oscurità confusa si rifugiano per nascondere la loro insulsaggine. Ma quella che la poesia consente ed esalta: l’oscurità della vita che è parte del suo mistero, quanto la luce.
«Osserva le coordinate/ del nostro viaggio, conta le pause delle notti,/ guarda l’eccedenza e i grani / del raccolto, quell’atto dell’incontrare/ o l’estrema solitaria / oscurità».
Vita che dici di tante vite
Vita che giungi nel segreto dell’attimo,
che ordini le trame e i vasti lungomari,
che porti gli estremi sipari,
che attraversi i secondi nella fissità
del nominare, qui nello spazio di una stagione
che va dal senso del precipitare
al sorriso lieve come il gioco osserva le coordinate
del nostro viaggio, conta le pause delle notti,
guarda l’eccedenza e i grani
del raccolto, quell’atto dell’incontrare
o l’estrema solitaria
oscurità.
Loretto Rafanelli