Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Poesia del Fuoco

Salvatore Marradi ha riscritto liberamente i versi degli “oracoli caldaici” di Giuliano il Teurgo. Sono componimenti relativi al rito detto l’Opera del Fuoco, un’azione “teurgica” che consentiva ad alcuni uomini di evocare gli dei e di avvicinarsi a loro

Nel dodicesimo secolo dopo Cristo, nella Grecia bizantina, crogiolo di culture e riti mescolatisi come in un prodigioso mosaico, dai misteri d’oriente passati per la Grecia classica al neoplatonismo, ai trattati sui demoni come quelli del filosofo-monaco dignitario Michele Psello, vissuto circa un secolo prima, un uomo straordinario scrive questi e altri versi creando un libro di poesia (ora, a causa del tempo e dei suoi disegni imperscrutabili) a frammenti, come i Lirici greci e altri, come tante opere scultoree cui il vuoto nulla toglie del disegno originario.

Il poeta era un iniziato ai riti caldaici fusi in un clima culturale tardo ellenico, che praticando trasformò in straordinaria testimonianza di una forma dello sciamanesimo d’Occidente.

Il libro che raccoglie gemme di sapienza composita nelle culture e nel tempo, gli Oracoli caldaici, è frutto di un’esperienza mistica e misterica collettiva. Un medium in trance, parla con voce non propria, è posseduto da quella di un dio, al cospetto di un sacerdote, e con la sollecitazione di un evocatore.  Queste due figure concorrono all’ingresso del divino nel corpo dell’uomo, del medium. Questa è la struttura del rito. Non ci è dato sapere se vi partecipassero, direttamente o a una certa distanza, altre persone, che definiremmo la “comunità”, in ogni realtà rituale accostata all’officiante. Questo rito era detto l’Opera del Fuoco, e costituiva un’azione “teurgica”, cioè l’insieme dei riti che consentivano ad alcuni uomini di evocare gli dei.

Teurgico è un termine preesiste all’autore, il poeta-iniziato sacerdote Giuliano il Teurgo, che però lo fece proprio nella storia con un’opera sapienziale straordinaria.      

La pratica religiosa “teurgica” è certamente precedente all’opera di Giuliano, ma gli Oracoli caldaici sono la prima opera scritta giunta a noi che tratta di questo argomento. La teurgia si differenzia dalla teologia in quanto, a differenza della seconda, la prima non si limita a discutere intorno al divino, indicando invece i riti e le pratiche per evocarlo.

Il termina teurgia stava dunque a significare “agire come un Dio”, nel senso di aiutare gli uomini a trasformare il loro status in senso divino attraverso un’ unione mistica.

Grazie alla conoscenza intuitiva, tipica dello sciamano e del poeta: intuire significa cogliere simultaneamente l’occhio che guarda e la cosa guardata, all’interno di uno specchio.

Salvatore Marradi, dopo aver tradotto il libro di Giuliano, ne scrive una sua versione che va oltre i limiti dell’imitazione, o riscrittura, il genere letterario dell’imitatio. Unisce e accorpa in blocchi poematici gli oracoli, cambiandone l’ordine, ricavandone un poema di cui ora il lettore -che saluto per la per la pausa di agosto, con un arrivederci all’inizio di settembre- legge oggi il primo libro. Che pare, all’impatto, “poesia rubata”. «I mediocri copiano – scrive Oscar Wilde – i grandi rubano».

Da Giuliano il Teurgo, Oracoli caldaici

Non possono accedere al divino i mortali
che intuiscono corporalmente,
ma quelli che nudi si lanciano in alto:
a pochi di loro il dio concesse
di cogliere per conoscenza il segno della luce,
ad altri, anche nel sonno,
infuse semplicemente la sua forza.
Forza che unisce al dio,
sottile veicolo dell’anima:
il mortale che si accosti al fuoco avrà luce
l’anima si fa fiamma per ardore,
e chi espira l’anima e solo dopo  inspira
si approssima alla gioia…

Libere luci
accesa la fiaccola,
con l’anima in ogni parte intatta,
distendi, ti prego,  le redini del fuoco,
anche per me nell’intuizione ardente,
tu salva  il tuo e il mio corpo che scivola via.
Perché  Lui mai ci distoglie,
sempre ci guida verso nuove vie:
alle nostre apparizioni visibili
grazie agli dei sono avvinti dei corpi.

Libera versione di Salvatore Marradi

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