Lo scaffale degli editori
Libri alla controra
Un thriller per Sandrine Destombes, un vero killer albanese per Andrea Galli e un horror del disincanto per Mona Awad: le case editrici si preparano all'estate confezionando romanzi (e biografie) da spiaggia
L’assolata campagna francese e un caso complicato per il tenente Perceval Benoit della gendarmeria di Crest, villaggio storico nel cuore della Drome. Ecco un tipico prodotto editoriale da afa estiva, di quelli da leggersi nella controra, all’ombra di un albero o di una pergola. Un buon prodotto però, come ci ha abituati la collana “Nero Rizzoli”. Nel monastero di Crest (315 pagine, 19 euro) di Sandrine Destombes, cinquantenne reduce dal premio VDS RTL per il miglior thriller francese, incastra a perfezione le pietre dure di una collana di personaggi sfuggenti che ruotano attorno all’omicidio di un uomo, trovato senza occhi sulla riva del fiume Drome, e alla sparizione di una bambina di otto anni, Lea.
Benoit ci si imbatte mentre tenta di fermare una vettura che supera i limiti di velocità: l’automobile non si ferma, invece procede all’impazzata, fino a precipitare in un fossato. La donna alla guida muore sul colpo, la bambina è ferita. Ma poi la rapiscono dall’ospedale e nell’indagine entrano in scena una kamikaze, una ginecologa radiata dall’ordine, altre donne dal passato difficile, in alcuni casi accusate di delitti e presunte vittime di errori giudiziari. Ed ecco che entra in scena Josephine Ballard, sessantenne che ha fondato una comunità per il recupero e il reinserimento di problematiche figure femminili riadattando il cosiddetto Monastero di Crest. Destombes procede con scrittura serrata, senza troppo concedere a descrizioni di paesaggi o d’ambiente. Piuttosto, le sue pagine si insinuano nelle dinamiche di due gruppi contrapposti, il pool degli investigatori e la comunità cementata e ambigua delle “sorelle” di Crest dominate dalla personalità della guru Josephine. Su tutti s’impone il riflessivo Benoit, sulla rampa di lancio per diventare fortunato protagonista di una serie di polizieschi.
Un killer, ma stavolta vero, in Sicario (Rizzoli, 393 pagine) firmato da Andrea Galli, cronista del Corriere della Sera che con il medesimo marchio ha pubblicato Cacciatori di mafiosi, mentre con Mondadori ha narrato Dalla Chiesa, il generale eliminato da Cosa Nostra. Ora Galli esce dai confini nazionali. Il sicario del titolo è Julian Sinanaj, nato in Albania sotto la dittatura di Hoxha, cresciuto vicino al mostro metallurgico di Elbasan, clandestino dopo la caduta del regime e approdato attraverso selve e monti a Salonicco. La mala georgiana intravede in lui il talento e la freddezza del killer e lo inizia all’arte della guerra. È come un robot, Sinanaj: ama l’ordine e detesta il caos, domina le passioni, riesce a leggere la scena del crimine meglio degli sbirri. Sparando con entrambe le mani firma, per conto di diverse formazioni militari, una serie di delitti i cui risvolti sono legati a filo doppio a intrighi e trame internazionali, terroristi e servizi segreti. Un uomo programmato per terrorizzare (perché ha capito che solo così eviterà di diventare preda) del quale Galli ricostruisce la biografia avvalendosi di fonti confidenziali e usando una scrittura fin troppo sincopata.
Horror e satira, disincanto e favola: li mischia l’americana Mona Awad in Bunny, curioso anticonvenzionale romanzo, come molti editi da Fandango (349 pagine, 18,50 euro). Titolo e copertina rosa e nera possono far pensare al filone della “chick lit”, letteratura per pollastrelle, l’ultima frontiera del romanzo rosa. E infatti è funzionale al genere un gruppetto di ragazze ricche, vestite color pastello, che la protagonista, Samantha, incontra alla Warren University, dove, da outsider, frequenta un corso di scrittura creativa. Le “conigliette”, così si chiamano tra loro le signorine-bene, la tengono a distanza mentre lei scrive storie cupe e ha un’unica amica, Ava, caustica e squattrinata ex studentessa di storia dell’arte. E però un giorno le “Bunny” invitano Samantha a un party, e lei, prima indecisa, accetta. Beh, oltre la soglia della dorata casa dove si svolge la festa scoprirà un mondo tutt’altro che zuccheroso, invece teatro di rituali impensati, che trasformano le vacue studentesse in creature mostruose. Mona Awad è implacabile nello scardinare a colpi di sarcasmo il mondo dei college americani insieme con vizi e vezzi delle contemporanee fanciulle in fiore.