Incontro con il regista
Il teatro clandestino
Dopo "Dignità autonome di prostituzione", Luciano Melchionna lancia gli “Incontri clandestini", un modo per uscire dalla pandemia in chiave teatrale. «Il divertimento per me e i miei artisti e le migliaia di clienti che ormai ci seguono ovunque sono le emozioni!»
Il mondo del teatro non si ferma nonostante la pandemia in corso. Ne parliamo con Luciano Melchionna regista, drammaturgo e attore italiano, padre di Dignità autonome di prostituzione, uno suo spettacolo teatrale tratto dall’omonimo format suo e di Betta Cianchini. Lo spettacolo è stato definito dall’autore stesso un “bordello”, una “casa chiusa” dell’arte, dove l’attore è alla mercé dell’avventore di turno. Lo spettacolo, infatti, pone il luogo scenico come un postribolo per lo spettatore/cliente che munito di “dollarini”, il denaro locale ricevuto con il biglietto d’ingresso, paga le performance degli attori/prostitute scelti, contrattando direttamente con loro o con le maitresses tenutarie della casa. Gli attori “vendono” i propri monologhi, la propria arte. Gli spettatori in sala vengono circondati e presi, “rubati” agli altri, già prima ancora di sedersi in platea. Melchionna, vista la pandemia che limita la vita dei teatri, ha lanciato progetto collaterale a Dignità Autonome di Prostituzione che si chiama Incontri Clandestini DAdP a Napoli, Roma, Firenze, Catania, Lecce e prossimamente in tutta Italia. Per vedere lo spettacolo, gli spettatori devono recarsi in un luogo segreto dopo aver chiamato un numero di telefono indicato in un annuncio che recita così: «Sono cominciati gli Incontri Clandestini DAdP. E voi che aspettate? Chiamate la zia di Papi al 3332936989 dal Lunedì al Venerdì dalle 19:00 alle 21:00. Vi organizza tutto lei».
Melchionna, dopo anni di successi con “Dignità Autonome di Prostituzione”, non ti sei arreso alla pandemia e hai lanciato “Incontri Clandestini DAdP“. Com’è nato il progetto?
In realtà, questo è un progetto che è nato durante il lockdown ma in modalità virtuale. Avevo pensato di lanciare gli incontri sulla falsa riga delle “cam girls” ovvero quei siti di incontri sessuali che avvengono on line e che avrebbero fatto al mio caso alla perfezione. Il gioco ambiguo della casa chiusa dell’Arte, che ha anche la possibilità di far incontrare in video – in diretta – gli spettatori/clienti e gli attori/prostitute, sarebbe stato assolutamente organico al progetto “madre” che spopola ormai da 13 anni in tutta Italia! Tutto era pronto ma io, nonostante la spinta, i consigli e lo slancio entusiasta di mio fratello e dei miei splendidi collaboratori, non riuscivo a decidermi a lanciarlo. Niente da fare, ogni strumento e/o forma d’espressione ha i propri codici e le proprie necessità, mi sono detto e così ho rinunciato! Gli artisti di Dignità Autonome di Prostituzione nelle loro stanze si esprimono in una forma che necessita di carne e sangue e sudore e lacrime “live” per comunicare davvero fino in fondo. Si fa teatro, e il teatro ha bisogno che tutto accada dal vivo, senza filtri o schermi appunto. E così ho aspettato che si potesse uscire di casa per segnalare nuovamente, come alle origini, la condizione degli artisti in Italia, una condizione che non prevede reale tutela.
Per questo tredici anni fa, con Betta Cianchini, pensammo di dar loro una Casa Chiusa e protetta e anche perché avevamo avuto la sensazione che decenni di volontario e deliberato annientamento, da parte dei governi, della cultura come “unica arma”, pericolosissima dunque, hanno fatto sì che la gente ne perdesse il senso e il “valore”.
In questi tredici anni abbiamo avuto un pubblico trasversale di tutti i ceti ed età e abbiamo riportato a teatro migliaia di giovani che ci hanno regalato emozioni infinite al grido di “Anche questo è teatro? Dopo la noia che ci hanno portato a vedere con la scuola, pensavamo di non andarci mai più!” e invece… che felicità!”.
Ora piano piano, visto che le “Case Chiuse” sono costrette a restare chiuse, un po’ come i teatri che con i numeri di spettatori che possono far entrare non riescono ancora ad aprire, nella maggioranza dei casi, si ricomincia dalle origini – mi sono detto e si torna ad incontrare clandestinamente, nel rispetto delle regole ma con un gesto politico preciso: rimboccandoci le maniche e affidando il messaggio direttamente al cuore del pubblico, che come al solito si sta dimostrando super intelligente, curioso, sensibile e generoso verso la qualità e la meritocrazia.
Avvicinandoci agli spettatori, anche fisicamente, ma a un metro di distanza e donandoci completamente a loro, possiamo affinarne gusto e capacità critica. Il pubblico impara di nuovo a riconoscere competenze e talento, a valutare le scelte artistiche, ad affrontare il mondo con la mente aperta alle riflessioni e all’adrenalina che regalano empatia e bellezza. Almeno, ci proviamo, anche in questa forma, sperando presto di avere uno spazio tutto per noi dove lavorare alla formazione di giorno e andare in scena poi di notte, vivendo ognuno del proprio lavoro e non necessariamente come camerieri o speaker di un call center!
Mi racconti qualcosa dei protagonisti e delle città in cui è possibile vedervi?
I protagonisti al momento – a parte “La novizia”, un’attrice/prostituta che debutterà in questi giorni, ma che avrebbe dovuto debuttare ad aprile al teatro Bellini di Napoli – sono le cortigiane storiche di DAdP, gli artisti che ho forgiato in questi tredici anni e di cui mi fido ciecamente. Anche perché la mia regia spesso in questo caso è a distanza e ha bisogno di una fortissima connessione, di un codice preciso e ben condiviso. Papi Melchionna ancora non ha il dono dell’ubiquità, purtroppo, ma ci sta lavorando… Al momento stiamo lavorando su Napoli, Roma, Firenze e presto Lecce e Catania, spero anche Milano e altre città appena possibile. Mi sto muovendo lentamente anche per rispettare le disponibilità estive degli artisti.
Cosa devono fare gli spettatori per incontrarvi?
Devono semplicemente chiamare il numero di telefono che trovano nella pagina FB “Incontri clandestini DAdP” dove risponde La zia di Papi e in modo chiaro e diretto, offre tutte le informazioni che servono oltre a farsi tramite/ruffiana degli appuntamenti con gli artisti in vendita nel periodo richiesto.
In una fase come questa, dopo il lockdown e con la pandemia non ancora terminata, cosa pensi possa fare il teatro per aiutare le persone a incontrarsi, a riflettere e a vedere il futuro in modo meno cupo?
Io credo che mai come in questo periodo il teatro possa e debba fare una riflessione sana e aderente al contesto. Io stesso ho scritto un nuovo monologo che credo aiuterà tantissimo a rimuginare sulla possibilità di cambiare finalmente le nostre abitudini e risvegliare le nostre coscienze: la vita è un mozzico dicono a Roma, vogliamo viverla davvero o calpestarla ogni giorno lasciandoci calpestare? E poi, sicuramente già solo il senso del divertimento in DAdP aiuta molto. Il divertimento per me non è certo solo la risata fine a se stessa! Il divertimento per me e i miei artisti e le migliaia di clienti che ormai ci seguono ovunque sono le emozioni! Smettiamo di dimenticarcelo e di soffocarle come un tabú!
Come definiresti il rapporto tra la compagnia teatrale e gli spettatori in “Dignità Autonome di Prostituzione” e ora in “Incontri Clandestini DAdP”?
Un rapporto sintonizzato sulla fiducia, l’entusiasmo, l’empatia, la stima e lo scambio profondo. Un rapporto “unico” che si conferma tale in questo progetto, anche perché le persone sentono e riconoscono ormai la passione, la professionalità, la serietà e l’amore che ci muovono insieme al “fuoco sacro”.
Che cosa ti piacerebbe comunicare agli spettatori che escono da Incontri Clandestini? Vorresti che tornassero a casa con qualche sensazione precisa o ogni incontro, nelle diverse città, ha una storia e un messaggio diverso?
Io non amo i messaggi ma credo, per esperienza e non per pura presunzione, che il senso e la potenza di questo progetto, dei miei straordinari artisti e della mia poetica arrivi, come e dove deve, ovunque.
Che progetti hai per il futuro e come lo vedi?
Il futuro per me al momento è il presente, così lo vedo: è lo sforzo già da ora di tornare all’essenza delle cose, dei rapporti, della vita. Il futuro è riscoprire una normalità completamente diversa da quella che ci hanno raccontato negli ultimi anni. Il futuro è nelle nostre mani e sta a noi, mai come ora, dopo questo spavento e monito della natura, fare in modo che da oggi il mondo possa ricominciare a “respirare” e noi con lui. Per quel che riguarda il mio lavoro, oltre a DAdP e i suoi ‘derivati’, al momento sto lavorando su quattro progetti immensi – tra teatro e cinema – e spero presto di poterne gioire con voi.
https://m.facebook.com/IncontriClandestini/