Giuliana Bonanni
Finestra sul mondo

Il Covid del Globe

Il Globe di Londra, il teatro ricostruito nel 1997 in omaggio a quello di Shakespeare, non ha fondi pubblici e, quindi, rischia seriamente di sparire per l'emergenza sanitaria. I responsabili hanno chiesto aiuto al governo di BoJo. Che per ora non ascolta

Ci vogliono subito 5 milioni di sterline per salvare il londinese Shakespeare’s Globe Theatre dal rischio di chiusura definitiva a causa dell’impatto “devastante” della pandemia. A dare grande risalto alla richiesta di aiuto del teatro è stata la BBC che, dallo scoppio di Covid 19, dedica quotidianamente una sezione importante della propria redazione all’informazione e alle storie legate alla malattia, al lockdown e alle ripercussioni del virus sulla vita dei singoli e dell’economia mondiale. Fra i tanti racconti di difficoltà e di dolore, la richiesta di aiuto dello Shakespeare’s Globe Theatre, chiuso dal 20 marzo e rimasto senza fondi, ha fatto rapidamente il giro del mondo. Replica moderna del teatro elisabettiano distrutto da un incendio nel 1613, in tempi normali il Globe realizza il 95% delle sue entrate grazie alla vendita di biglietti, visite guidate, seminari, vendita al dettaglio e catering. Non riceve i finanziamenti pubblici annuali dall’Arts Council England (ACE) e quindi ora non ha accesso ad una quota dei 90 milioni di sterline stanziati per fronteggiare l’emergenza fino alla fine di settembre.

Shakespeare’s Globe, costruito nel 1997 sulle rive del Tamigi a pochi metri dal sito originale sulla base di documenti storici e per volontà dell’attore americano Sam Wanameker, ha ospitato attori tra cui Sir Ian McKellen, Christopher Plummer, Dame Judi Dench, Jude Law, Ralph Fiennes e David Tennant.

La richiesta di finanziamento straordinario è indirizzata principalmente alla commissione parlamentare per il digitale, la cultura, i media e lo sport. «L’ACE è stata incapace di supportare un’organizzazione importante come la nostra. Senza finanziamenti di emergenza legati al coronavirus, consumeremo le nostre riserve e diventeremo insolventi» scrivono i responsabili del teatro che si sono visti rifiutare anche l’accesso ad una fetta dei 50 milioni di sterline stanziati per le organizzazioni che non godono del finanziamento annuale dell’ACE. La direttrice artistica del Globe, l’attrice shakespeariana Michelle Terry, ha dichiarato alla radio della BBC: «Un po’ come per tutti i liberi professionisti, i nostri guadagni derivano unicamente dal nostro lavoro. Dipendiamo completamente dalle entrate derivanti dalla vendita dei biglietti e da tutte le nostre attività. Quindi quando quel reddito si ferma abbiamo solo poche riserve in banca – e un po’ come qualsiasi risparmio – non dureranno molto». E ha concluso: «In quanto organizzazione che contribuisce così tanto alla vita culturale del Regno Unito, che offre benefici pubblici e che gestisce uno degli edifici più importanti, riconosciuti e amati del paese, speriamo di aver guadagnato il diritto di essere sostenuti in cambio di questa crisi».

Il deputato conservatore Julian Knight, che presiede la commissione, ha dichiarato in una lettera al segretario alla Cultura Oliver Dowden che sarebbe una “tragedia” se il teatro dovesse chiudere. «Shakespeare’s Globe è un’istituzione di fama mondiale e non solo una parte della nostra identità nazionale ma un esempio importante del contributo maggiore che le arti apportano alla nostra economia», ha scritto. Ma un portavoce di ACE ha dichiarato di aver ricevuto oltre 13.500 domande per i suoi fondi di emergenza «e, sfortunatamente, il Council non è stato in grado di aiutare tutti coloro che hanno fatto domanda». Per poi aggiungere: «Stiamo lavorando a stretto contatto con i partner, incluso il governo, per esaminare quali misure sono necessarie per sostenere le organizzazioni culturali nei prossimi mesi».

In Inghilterra i teatri saranno fra gli ultimi luoghi pubblici a riaprire – si parla del prossimo inverno – e da più parti si è invocato un salvataggio da parte del Governo. Ma, per ora, nulla è deciso: e il teatro che rende omaggio a Shakespeare potrebbe avere i giorni contati.

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