Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Elezioni col virus

Ormai il coronavirus ha pervaso tutti gli angoli delle società. Tanto che nell'atteso dibattito tra Biden e Sanders, in vista delle primarie democratiche, si è parlato solo di sanità pubblica o privata. E degli errori imperdonabili di Trump...

Nel bel mezzo dell’espandersi negli Stati Uniti del coronavirus sottovalutato dal presidente Trump che aveva detto prima che la situazione era sotto controllo e poi che sarebbe stato battuto in breve tempo, si è svolto il dibattito tra i due candidati democratici rimasti in gara: Joe Biden e Bernie Sanders. È una fortuna che non si sia svolto in California dove, proprio domenica, il governatore Gavin Newsome ha chiesto ai residenti di oltre 65 anni di stare in isolamento a casa. Il 77enne ex vicepresidente degli Stati Uniti e il 78enne senatore del Vermont infatti, non avrebbero potuto partecipare. Ma non si è svolto neanche in Arizona, a Phoenix, dove invece era fissato, ma a Washington D.C. negli studi della CNN e senza pubblico. I due candidati si sono salutati con il gomito come si conviene di questi tempi e sono rimasti alla distanza raccomandata tra l’uno e l’altro, con a disposizione disinfettanti in grande quantità.

È importante sottolineare questi accorgimenti per capire come finalmente anche gli Stati Uniti stiano mettendo in pratica regole che ne cambieranno profondamente le abitudini adesso e in futuro. E forse proprio perché spesso le crisi hanno il merito di farci sbattere contro quello che Marx definiva l’impatto col reale, le soluzioni in merito diventano necessariamente e forzatamente più chiare e immediate del previsto.

Cosi anche i due candidati hanno, nel trattare questo problema, reso più evidenti le caratteristiche generali e le differenze dei loro programmi. Su una cosa i due si sono trovati però d’accordo, e cioè sul fatto che l’approccio del presidente Trump è stato ed è decisamente insufficiente. E chissà che, paradossalmente, proprio questo problema non determini un cambiamento nelle scelte dell’elettorato americano. Vanno infatti messe in pratica strategie che davvero riescano a risolvere le inaspettate conseguenze che il virus ci costringe ad affrontare. Infatti sul piano sanitario ed economico ci obbliga a mettere in pratica nuovi comportamenti e a cambiare l’ordine delle priorità.

La novità più eclatante di questo dibattito è stata tuttavia la dichiarazione di Biden che ha affermato di voler scegliere una vicepresidente donna, seguita da quella di Sanders che, con molta probabilità, ha dichiarato, farà lo stesso. I due hanno sviscerato molti temi tra cui i cambiamenti climatici, il problema dell’immigrazione, quello del Social Security, quello del rapporto con i PAC, l’accordo con ’Iran, la guerra in Iraq il diritto all’aborto e la politica estera. Ma è sul coronavirus, che ha attraversato molte delle domande, che le differenze sono divenute più chiare.

Così Biden ha parlato di un problema che richiede una riflessione e azioni ben precise e incisive che lo debellino prima di tornare alla normalità. «Questa è una crisi. È come essere attaccati dall‘esterno. Questo è qualcosa che avrà enormi conseguenze. È come una guerra E in guerra fai tutto ciò che e necessario per prenderti cura della tua gente». Per Sanders è invece un problema interno alla società americana che rivela la presenza di ingiustizie sociali che vanno eliminate. «Il risultato del coronavirus è l’evidenza della considerazione della fragilità della nostra economia nella quale pochi hanno tanto e molti tanto poco». Sanders ha anche aggiunto che è fondamentale far tacere Trump in quanto «danneggia i medici e gli scienziati che stanno cercando di aiutare il popolo americano. Non si può accettare che faccia affermazioni non comprovare dai fatti, che semplicemente confondono il pubblico». Al che Biden ha risposto che la gente però non vuole «una rivoluzione. Vuole vedere risultati di cui c’è bisogno adesso».  Sanders ovviamente ha insistito sul suo progetto di una copertura sanitaria universale, Medicare for all, affermando che quello che sta succedendo in Italia rivela la debolezza del sistema americano che non riesce a fronteggiare una pandemia. «Spendiamo tanti soldi e non riusciamo neanche ad affrontare una pandemia. Nel mezzo di questa epidemia la gente delle industrie farmaceutiche vede solo una grande opportunità di arricchimento».

L’assistenza sanitaria pubblica dell’Italia però non le ha garantito uno stop al diffondersi del virus, ha affermato Biden. «Il fatto che un governo sia capace di costringere alla distanza sociale e di assicurarsi che gli ospedali siano riforniti di maschere e respiratori non dipende necessariamente dal fatto che quel paese abbia l’assistenza sanitaria pubblica o no. Questa è una guerra». Ma certo, mi viene da dire, aiuta! Tant’è vero che Medicare, cioè l’agenzia pubblica governativa di assistenza medica agli ultrasessantacinquenni, contrariamente a una prassi che vuole il costo dei tamponi dal 1.500 a 3.00 dollari, ha mandato, ormai da alcune settimane, a tutti i suoi iscritti una mail chiedendo se vogliono farsi il tampone gratis. L’errore di Biden sta nell’accusare l’Italia e qualunque paese abbia un’assistenza sanitaria pubblica di non essere riuscita a prevenire l’espandersi dell’infezione. Innanzi tutto l’Italia è stata colpita per prima e ha preso provvedimenti immediati. Le altre nazioni europee che non sono state così veloci, adesso stanno tutte seguendo l’esempio e le procedure del nostro paese, cosa che tra poco accadrà anche agli Stati Uniti. Il sistema nazionale sanitario in Italia opera con una testa sola, seguendo i suggerimenti che sono dati al governo dalla comunità scientifica. E questo è un grande vantaggio, tanto che Sanders consiglia il governo americano di lavorare a stretto contatto certo con l’organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche con l’Italia e con gli altri paesi che stanno affrontando la stessa crisi. «Se c’è un momento in cui il mondo intero si trova unito attraverso quello che deve essere un supporto reciproco, questo è il momento. Ogni paese sulla terra sarà colpito. Ogni paese deve lavorare con gli altri».

Biden, che sembra avere tuttavia il consenso della maggioranza del partito, fa un appello al ritorno alla normalità attraverso risultati che dovranno essere raggiunti al più presto. «E noi possiamo ottenerli, facendo in modo che chiunque sia stato affetto da questa crisi in termini di perdita del lavoro, d’incapacità di occuparsi dei figli, di dover rispondere ad esorbitanti costi sanitari sarà incluso in un pacchetto di provvedimenti all’uopo». Basteranno?

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