Every beat of my life
Affiora Epifania
Lucido, sulle orme di Montale. Metafisico sulle tracce di Luzi. Nell’aura di Dylan Thomas. Poeta forte e intenso, «poeta di immagini e cose che prendono forma». L’incontro con la voce di Antonio di Mauro è un evento necessario che «doveva farsi luce»
Una vera apparizione, Epifania. Epifania è la manifestazione travolgente del vero, è ciò che appare perché esisteva e doveva farsi luce. Non mi stupisce che lo scettico, pessimista e nichilista poeta Eugenio Montale, senatore a vita, notoriamente laico, facesse interpellanza contro la proposta di legge che intendeva abolire la festa della Befana. Che significava, per il sapiente Eugenio, cancellazione della speranza di ciò che appare: il titolo del suo secondo capolavoro, Le occasioni.Ciò che accade appare e non può essere perso nel suo apparire.
Epifania, questa di Antonio Di Mauro, poeta forte e intenso della mia generazione, la quale non scherza. Di Mauro, lucido come un montaliano, infocato come un luziano, metafisico e quindi concretissimo, poeta di immagini e cose che prendono forma. Travolgente l’inizio che inscena e svela un’angoscia soffocante, poi solenne e controllato il crescendo verso lo sprofondare «nel precipizio scavato dal digiuno dei sensi/ nel vuoto insignificante…».
E poi, con potenza vitale e luziana, nell’aura di Dylan Thomas, il magnifico irrompere della voce, miracolo naturale: «…misericordia/ insperata che sei tu creatura di luce…».
Mi fermo qui, la visione procede, fino alla fine del mondo: «mia apparizione ovunque mi condurrai…».
Apparizione
Rimasto nello spazio effimero di libertà
chiuso nella dimora ormai dissestata
la casa corpo di sopravvivenza disanimata
senza una via d’uscita una qualche verità
sta rannicchiato in un angolo di pareti scrostate
a nutrirsi ostinato dell’ossessione che alla fine
giungerà a sopraffarlo il caos generato
dal divenire di travestimenti e inconsistenze
rassegnato a consumare l’evento dell’esserci
per sottrazione nel transito di astrazioni
ed evanescenze nella dispersione dei pensieri
assordato da voci inesistenti di silenzio
pronto già a sprofondare prima o poi
nel precipizio scavato dal digiuno dei sensi
nel vuoto insignificante…
“… misericordia
insperata che sei tu creatura di luce
da dove sorgi bagliore di carità dell’essere
da quale misterioso fondale affiori epifania
e ti riveli nel riverbero che dà consistenza
ai corpi alle cose fino a farti visione
che scioglie ora il mio torpore per coglierti
immagine e sembianza…”
… sono ovunque
e in ogni tempo risalita dalla profonda
oscurità dei tuoi occhi a offrirti il mio sguardo
bifronte e onnivoro per condurti nel grembo
della luce e dissipare l’ombra dell’inesistenza
a rigenerarti forma vivente nell’unico ardore
possibile… non temere non c’è principio
né partenza ma solo il viaggio nel flusso
perenne che ti salva dal vuoto dell’apparenza
dal rischio del precipitare…
“… a te mi affido
al tuo passo che è movenza e ritmo di danza
rituale per la salvezza a te mi abbandono
mia apparizione ovunque mi condurrai… ”.
Antonio Di Mauro
(© foto Bellarte)