Dopo la manifestazione di Roma
Sardine parlanti
Chi sono le "sardine" e che cosa vogliono, davvero? Probabilmente chiedono di usare le parole con giusto criterio. Inseguendo metafore che corrispondano alla realtà. Ecco perché il loro obiettivo critico non è solo la destra...
Il “pesce azzurro” ha invaso le piazze. Non è stato pescato, è balzato fuori dagli abissi dell’anonimato e si è spiaggiato in 130 piazze italiane. Non per morire, ma per far capire che sono i pesci più vivaci e numerosi del mare. Stupito da tanto vigore, sabato 14 ero in piazza San Giovanni, in qualità di sgombro (ossia di uomo anziano) per capire il linguaggio dei pesci. Frutto di questa nuova, tranquilla rivoluzione italiana.
Sul piccolo palco vi era un assortimento di giovani di diversi colori di pelle e diverse fogge nel vestito, più qualche “monumento” (fra essi l’Anpi) che come tutti i monumenti rendono sempre più riuscita la festa. Sul piccolo palco vi era la campionatura di una generazione che presentava se stessa, cercando di farsi ascoltare nel bailamme del mondo. Invitando a riflettere sul linguaggio che come tutti sanno non è solo comunicazione ma è il “vestito del pensiero”, ossia la forma visibile di un corpo astratto, appunto il pensiero.
Che cosa hanno detto a proposito del linguaggio, soprattutto quello della politica? Che sia decente, non volgare né strumentale, che venga rispettata la sua natura, essendo uno dei pochi strumenti che abbiamo per capire il mondo.
Chi parla male pensa male, diceva Moretti nel film Palombella Rossa, e chi pensa male, possiamo aggiungere, uccide la verità delle cose.
* * *
Le sardine spiaggiate in 134 città italiane ricordano a tutti che viviamo in una società costruita sull’antifascismo, sull’antirazzismo, sul rispetto dell’uomo, e che la globalizzazione ha creato un mondo nuovo, più complesso e drammatico, perciò le violenti semplificazioni sono inutili, strumentali e dannose. È ovvio che fanno riferimento agli slogan di Salvini, ai bacioni, ai crocifissi, alle Madonne, alle apparizioni miracolose, ed alle frasi del tipo «mi sono rotto le palle», «datemi pieni poteri», «alzate il culo e venite a votare», «zecca comunista», ecc. e altre espressioni che ammantano il linguaggio della Lega. Ed è altrettanto ovvio che si rivolgono alle crociate ideologiche della Meloni la quale usa un «linguaggio più concreto» diretto non alla testa della gente né alla pancia – che è il luogo delle emozioni – ma alle paure inconsce delle persone. Come si è visto quando ha manifestato sotto il Museo Egizio a Torino, reo di favorire le «persone di lingua araba», quando terrorizza con le «invasioni dei migranti», quando dichiara «sono una donna, sono una cristiana e sono una madre», o consiglia di «affondare i barconi», proponendo di «abolire il reato di tortura», senza dimenticare il surreale dialogo con il Bancomat fatto proprio a San Giovanni nella manifestazione di ottobre «Perché vuoi 100 euro, che ci devi fare? Ma fatti gli affari tuoi, sono soldi miei, guardone». Insomma, Matteo Salvini e Giorgia Meloni fanno la gara a chi è più cattivo con le parole, a chi mette più immagini angoscianti nel pensiero, a chi vola più basso, per aggirare e demolire il senso critico delle persone.
Alla fine, le sardine ci fanno capire che l’emigrazione, l’economia, la rivoluzione informatica e l’integrazione, se affrontati nel modo corretto, possono far fare un salto verso la modernità alla società italiana, facendola diventare cosmopolita, pertanto si troverebbe ad essere più ricca, serena e civile, in linea con le migliori società europee.
* * *
Le critiche alla trasparenza del linguaggio (e dei comportamenti politici) che invoca il pesce azzurro non sono rivolte solo a Salvini ed alla Meloni, ma anche ai partiti della sinistra che per “opportunità politica” sembrano rincorrere la destra. Infatti nei punti programmatici letti dal palco da Santoro si fa esplicitamente riferimento al ritardo nell’abolizione del decreto sicurezza, allo stesso tempo viene criticato il poco vigore nel sostenere la bandiera dello Ius soli, al modo come si affrontano le politiche dell’integrazione ma soprattutto all’abitudine ad identificare la politica con l’economia. Alla sinistra le sardine rimproverano di aver perso quella spina dorsale che pure era stata la sua forza nei decenni passati.
Perché critiche così precise al mondo degli squali, degli sgombri e dei pesci spinati? Perché la nuova generazione vede precluso il suo futuro, chiede più ossigeno nelle stanze della vita, invitando tutti ad aprire le finestre del cervello per ripulire l’aria dalla volgarità delle parole, dalla miopia dei comportamenti politici, dalle richieste di forme di governo lontane dallo spirito della Costituzione italiana.
Fa riflettere il fatto che i problemi dell’ambiente siano stati sollevati da una ragazzina, Greta Thumberg, mentre quelli della politica da una generazione di ragazzi che ha preso il nome del pesce più economico che si trova sul mercato. Fa riflettere il fatto che le “menti migliori”, gli intellettuali italiani, si siano persi nei labirinti del successo personale, del narcisismo, del proprio divorante torpore. Insomma possiamo dire con amarezza che è venuto il tempo nel quale, come recita un proverbio napoletano, «i foderi combattono e le sciabole stanno appese», situazione che prepara la grande sconfitta, se le spade non ritornano a fare le spade ed i foderi ad abbellire le pareti.
* * *
Speravo di vedere a San Giovanni i “vecchi compagni”, non ne ho visto molti, ma ho visto una gioventù che crede in un futuro migliore (se avranno la fortuna di vederlo) pertanto ho deciso di mangiare più volte a settimana il pesce azzurro che previene l’ictus, combatte l’invecchiamento e rende più acuta la vista.