Raffaella Resch
I Preraffaeliti a Milano

Se la rivoluzione nasce dall’antico

Ancora pochi giorni per vedere a Palazzo Reale la mostra dei capolavori della celebre Confraternita di artisti conservati alla Tate Gallery di Londra. Dalla pittura alla poesia, un’estetica a tutto tondo la loro, alla ricerca di una nuova compiutezza che guarda a modelli lontani

Le opere della Confraternita dei Preraffaeiliti (fondata nel 1848 con l’acronimo esoterico PRB, cioè Pre Raphaellite Broterhood) sono tra le immagini più radicate nell’inconscio collettivo globale, forse quanto la Gioconda di Leonardo, eppure la loro collocazione storica risulta difficile per chi non conosca questo movimento. Visionari, libertari, tenacemente oppositori di ogni istituzione consolidata dell’Inghilterra vittoriana, gli artisti preraffaelliti professano un’estetica a tutto tondo dalla pittura alla poesia, fino alle collaborazioni con il movimento che fu tra i progenitori del design, l’Arts and Crafts Movement fondato da William Morris ed Edward Burne-Jones, vicini se non in certo senso epigoni dei magnifici sette PRB. La rivolta di costoro si esprime attraverso un ritorno all’antico, forse mai così provvido di conseguenze per l’arte futura. La mostra di Palazzo Reale a Milano, Preraffaelliti. Amore e Desiderio a cura di Carol Jacobi,ha portato in Italia (ancora per pochi giorni, fino al 6 ottobre) le meravigliose opere della Tate e ci fa riflettere su questo manipolo di ragazzi, mossi da profondi ideali che vogliono mettere in azione in una art for art’s sake, una concezione di compiutezza estetica da raggiungere guardando a modelli lontanissimi da quelli a loro contemporanei.

Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt e Thomas Woolner costituiscono il primo nucleo storico della Confraternita, a cui si affiancano Frederic George Stephens, James Collinson, e William Michael Rossetti, fratello di Gabriel, con la partecipazione “esterna” della sorella Christina Rossetti, che ufficialmente non volle essere inclusa nel gruppo, e di altre artiste come Elisabeth Siddal, moglie di Dante Gabriel, nonché delle diverse muse e modelle che circolavano nel gruppo, tra cui Jane Burden e Fanny Cornforth. Tra i sette membri fondatori, solo uno non era stato studente delle Royal Academy Schools, a parte ovviamente le donne che non vi erano ammesse. Ribelli per condizione anagrafica e ideologica, i giovani preraffaelliti cercano nell’arte antica e in particolare in quella dei primitivi italiani (come Maria Teresa Benedetti evidenzia nel catalogo della mostra) un approccio libero e puro alla natura e al mondo delle passioni. Il naturalismo accademico vittoriano viene rigettato come stile di pittura e insieme stile di vita, mentre il richiamo a un medioevo fantastico, nutrito di odi dantesche e di pittura veneta, da Botticelli a Tiziano, è funzionale alla loro polemica sociale.

Alfieri di un comportamento anticonformista e disinibito, i preraffaelliti vivono rapporti sessuali aperti ma si riconoscono nell’ideale di amore cortese. La donna epicentro degli spasimi e delle attenzioni da parte dell’amante, è ritratta nella sua vasta complessità simbolico-psicologica, in un’anatomia spesso morbida dalle voluttuose forme michelangiolesche, dall’incarnato e dai panneggi tizianeschi, silenziosa eppure torbidamente assorta, con lo sguardo perso dietro ai propri fantasmi. Disubbidienti come la Dama di Shalottdi Waterhouse, disperate per amore come la shakespeariana Ofelia di Millais: protagoniste di storie tratte dalla mitologia nordica o dalla poesia del Dolce Stil Novo, queste donne sono anche madri affrante di figli illegittimi (Prendete Vostro figlio, Signore, di Ford Madox Brown), immigrate strappate per necessità alla loro terra (L’ultimo sguardo all’Inghilterra, sempre di Brown), e riassumono così la complessa situazione sociale femminile dell’epoca, alle soglie delle prime manifestazioni femministe delle suffragette britanniche. Nelle opere d’arte come nella loro vita, queste figure non sono solo campioni di bellezza ed eleganza, come tali sono ritratte, ma anche espressione di scelte di vita radicali e diverse, che spesso culminano in tragedia, come per la morte di Elisabeth per abuso di farmaci.

La pittura dei preraffaelliti è intrisa di omaggi alla letteratura e se ne fa narrazione, ma soprattutto interpreta il sogno visionario della poesia. Le parole che toccano il cuore, che muovono alle imprese ardite, che immortali travalicano le epoche, sono gli obiettivi visuali dei PRB, alcuni dei quali forse più scrittori che pittori. Diversi cicli pittorici e grafici sono ispirati se non concepiti per il Roman de la Rose, le poesie di Chauser, i drammi di Shakespeare e dell’epopea inglese, nonché per Dante Alighieri. Il poeta pittore Rossetti, che assume come primo nome di battesimo quello di Dante, assegnatogli profeticamente dal padre italiano dopo quelli di Gabriel e Charles, su impulso paterno scopre appena quindicenne la poesia di Alighieri e si dedica alla traduzione in inglese dellaVita Nuovae delle poesie del Dolce Stil Novo, pubblicando poi un volume nel 1861.

Il tratto dai contorni puri e l’attenzione per una decorazione ricavata da studi storici sono le più distintive caratteristiche della varia congerie stilistica dei PRB: nei loro quadri i personaggi vestono sontuose e morbide stoffe, su cui spiccano gioielli e pellicce (Monna Vannadi Rossetti), e sono ritratti in spazi abitativi principeschi, dalle cortine e da mobili preziosi, o in esterni fiabeschi, dove regna una natura fatata, descritta con una precisione botanica e biologica maniacale. Le scene di esterni riportano una vegetazione fitta, ricca di fiori dalla simbologia esoterica e da animali colti in un fermo immagine, come la rondine in volo tra le canne accanto alla Dama di Shalott, sospinta dalla stessa brezza che piega la fiamma della candela a prua. La documentazione storica si affianca alla volontà di cogliere la realtà nei suoi aspetti più vividi: i PRB realizzano nelle loro opere un’imponente elaborazione iconografica, che influenza, come un distillato di forme preziose, il nuovo stile dell’Arts and Craft Movement. Segno della modernità e della portata rivoluzionaria dei Preraffaelliti è l’eredità che tramandano al primo movimento di design moderno, pensato per rivoluzionare i prodotti di arte applicata del periodo e rinnovare lo stile in senso anti-industriale. Una sorprendente rivoluzione che parte dall’antico.

Nelle immagini: vicino al titolo “Persefone” di Dante Gabriel Rossetti, a seguire “Ofelia” di John Everett Millais e, ancora di Dante Gabriel Rossetti, “Il sogno di Dante”

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