Paola Benadusi Marzocca
Il nuovo romanzo di Bianca Pitzorno

Una per tutte

È un piccolo capolavoro “Il sogno della macchina da cucire”. Una storia emblematica incentrata su un personaggio femminile sospeso tra tempo antico e contemporaneità. Una giovane donna impegnata nel riscatto delle proprie origini e nella ricerca della propria identità

Ci sono libri che si leggono tutto d’un fiato e sono piccoli capolavori. Come l’ultimo romanzo di Bianca Pitzorno, Il sogno della macchina da cucire (Bompiani, 223 pagine, 16 euro). La protagonista è un personaggio femminile complesso, moderno e romantico, due caratteristiche che coesistono con difficoltà. Racconta di tempi lontani interpretandoli con la mentalità del nostro tempo. Di qui un’atmosfera particolare, ottocentesca nella scansione del ritmo narrativo e nell’ambiente, anticipatrice della figura della donna.

La macchina da cucire, oggi è un oggetto da antiquariato, ma fino a pochi decenni fa era uno strumento importante perché le casalinghe più brave sapevano cucire orli e vestiti; chi poteva permetterselo andava dalla sarta, o addirittura nelle case più ricche c’era una stanza adibita a sartoria. L’io narrante di questo romanzo è una sartina, poverissima, sola e orfana, una bambina all’inizio del romanzo. Di lei si sa ben poco. Vive con la nonna dopo che tutta la sua famiglia è stata uccisa da un’epidemia di colera. Non si sa neppure il nome forse a simboleggiare un’intera categoria di persone, tanto meno viene descritta fisicamente. Si può intuire che cresca saggia e forse attraente. Neppure il luogo dove vive è indicato, una qualunque cittadina probabilmente del sud. Era un tempo quello, in cui ancora si confezionava la biancheria intima, lenzuola, tovaglie, tende e anche corredini per neonati, un tempo che sembra anni luce distante dal nostro, ma la nostra sartina ha un viso che si può immaginare, un volto di quelli indimenticabili, privi di ipocrisia e di artificio, senza maschera.

«Mia nonna era analfabeta. Non si era mai potuta concedere il lusso di andare a scuola e adesso, nonostante lo desiderasse, non poteva concederlo neppure a me». Fin da bambina la nostra eroina dedica al lavoro del cucito tutte le sue giornate perché, come dice la nonna, è meglio imparare un mestiere per avere la propria indipendenza, fondamentale per non andare a servizio in casa d’altri, con «le mani sempre nell’acqua fredda o bruciate dalle pentole e dal ferro da stiro, e obbedire, obbedire a ogni ora del giorno e della notte…». Il lavoro quindi come riscatto e anche per evitare all’interno delle famiglie in cui tante ragazze giovanissime venivano prese a servizio, di essere molestate «dal padrone e dai padroncini». E questo si verificava spesso. Nel racconto del suo apprendistato la ragazza aspira soprattutto a possedere una macchina da cucire. Mentre cuce nelle case delle famiglie benestanti della cittadina conosce persone di valore e di cuore e ascolta storie che l’aiutano a comprendere meglio la realtà in cui si trova. Riesce da sola a imparare a leggere e a scrivere. Da sempre ama la musica, soprattutto le opere di Puccini. Sarà aiutata dalla marchesina Ester, provetta amazzone e amante della lettura e del greco antico che ha scelto di vivere secondo le sue inclinazioni dopo un matrimonio d’amore che l’ha profondamente delusa. Anche Lily Rose, ricca giornalista americana che ha deciso di vivere in Italia, le darà sostegno morale ed economico consentendole di vivere con maggiore tranquillità. «Sei giovane e ti può capitare di innamorarti – le dice un giorno. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra giusto e necessario, quello che ti piace. La vita è tua, tua, ricordalo…».

La ragazza vorrebbe apparire quello che è, ma avverte chiaramente che non è possibile in una società rigidamente divisa in classi e ingessata in regole e consuetudini invalicabili se non con il rischio dell’isolamento e della povertà. La sua fantasia e la sua sensibilità inquieta la fanno ripiegare su se stessa, attenta e vigile finché sia pure con grande ritrosia attrae l’attenzione di un giovane studente di ingegneria che appartiene alla famiglia più ricca e orgogliosa del paese. Voleva forse togliersi un capriccio con lei? La ragazza è sconcertata, si ritrae lasciando l’uomo interdetto e infelice, deve prima trovare l’enigma che la renderà padrona di se stessa, ma non ci sono indovinelli da risolvere, solo cercare forme possibili di sopravvivenza.

Facebooktwitterlinkedin