Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Sortilegi d’estate

Una telefonata, due dimensioni opposte, l’una urbana, l’altra marina. La voce amata all’altro capo del filo, un “messaggero ermetico” trasmette le parole mentre un viaggio memoriale si produce in contemporanea. Versi di un Mussapi “d’annata”…

Archeologia industriale. Anni Novanta, una cabina telefonica, in una grande città (Milano). Con la sua scheda l’uomo sta parlando alla donna, al mare. Estate, dal vetro della cabina vede il movimento urbano, il traffico, ma il miracolo delle voci lo porta là dove è lei, sulla spiaggia, davanti al mare. È un viaggio memoriale e immemoriale quello delle due voci: in quella di lei egli vede il suo volto, ma anche il proprio presente e passato. Sta sillabando il suo futuro.
Il mare è qui, ora, nel sortilegio dell’estate, le due voci ora parlano dal fondale: miracolo del telefono, messaggero ermetico, se usato in ascolto. Se non profanato.

 

 

Il telefono, il mare

Poi dal telefono giunse quella voce

remota, come fluttuante tra sponde ondose,

e io udii la mia stessa come riverberata

nella sua, le appartenne,

come le sillabe tornano al respiro del mare.

Poi lei mutò sguardo e fu buio,

l’aria serale intrise d’azzurro le strade,

diffusa tra vetro e vetro lenì il peso ai passanti,

sul buio della terra l’ombra dei suoi occhi

si estese come lontano le grandi onde

cancellano le scie,

recano pace alle ferite del mare.

«Dove sei, che oggetti stanno attorno

a te tra capo e spalla mentre parli,

che cosa guardano i tuoi occhi?».

E io alla domanda persi forza

guardato da pura voce e assorbito negli occhi

assenti a quel luogo all’improvviso deserto,

trasmigrarono le ombre tra bancarelle e piloni

la stanza della cabina divenne verdacquea

e io fui subito nel mare amato

tiepido accanto alle pietre della riva,

e già qualcosa vedeva le acque lontane,

le rotte, i miei libri, i miei caduti,

gli eroi e i maestri, il dato e il ricevuto…

qui ero e sono, questa è la scena,

dall’altro capo del filo accanto all’altra voce,

dove le sillabe si placarono nel mare,

vita oltre o sotto la vita

o solamente vita nella sua vita,

voce, volto, persona.

Roberto Mussapi

(Da La polvere e il fuoco, Mondadori, 1997, ora in Le poesie, Ponte alle Grazie, 2014)
foto di Roberto Mussapi © ro cirella

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