Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti

Montalbano cambia

Il nuovo romanzo di Camilleri coglie "il vento del cambiamento". I racconti di Shirley Jackson dimostrano che "può capitare anche a te”. Philippe Claudel svela le inquietudini di fronte al mistero (rappresentato dall'altro)

L’isola. Nella prima pagina si legge: «Siete frutti di un tempo sonnolento, le vostre emozioni sono effimere, siete divorati dalla solitudine, il vostro egoismo v’ingrassa». Un linguaggio apocalittico fa da cornice a una vicenda, dal forte peso allegorico, che si svolge in una strana e lontanissima isola. L’autore, Philippe Claudel, uno dei più stimati narratori francesi, mette a nudo l’uomo con un meccanismo narrativo al limite della fantascienza e della psicoanalisi. Lo fa con L’arcipelago del cane, Ponte alle Grazie, 202 pag., 16 euro). Il colpo di vento che spiega le vele di questa tesissima scrittura si rifà al ritrovamento di tre cadaveri (extracomunitari), finiti sulla spiaggia. Tutti, con una sola eccezione, sono sicuri dell’illogicità di questa situazione. Tanto più che è imbarazzante per chi ha in mente di impiantare sull’isola un centro turistico-termale.

Quattro persone trovano un rimedio: buttare i corpi in una specie di foiba situata sulle pendici del vulcano, che ogni tanto atterrisce la popolazione. Come si legge a metà libro «i morti avrebbero fatto pagare i vivi la loro indifferenza, quei vivi che avevano trattato i corpi dei loro fratelli umani come spoglie di animali. Che avevano scelto il silenzio anziché la parola. Sarebbero stati puniti». Nel romanzo nessuno ha nome. Soltanto parole che indicano il mestiere o la condizione: il Maestro, il Sindaco, il Prete, il Medico, la Vecchia. Figure meschine che dovranno sopportare le conseguenze della loro insipienza e le conseguenze del peccato originale, causa di variazioni climatiche, di fetore, di violenza tra gli abitanti, di superstizioni e di profondo rancore. Una desolante e lucidissima vivisezione dell’animo umano di oggi.

Cambiamento. Nel nuovo romanzo di Andrea Camilleri (Il cuoco dell’Alcyion, Sellerio, 247, 14 euro) che ha come protagonista il commissario Montalbano, pare che l’autore si sia, volontariamente o no, lasciato andare al cosiddetto vento del cambiamento. A fine testo ci sono due note. Nella prima lo scrittore siciliano – che editorialmente ormai ha superato “quota cento“ (romanzi, non pensione) – precisa che la trama, pensata una decina d’anni fa, doveva essere un soggetto cinematografico. Ma nessun film fu fatto. E ancora: «Il libro risente inevitabilmente, forse nel bene, forse nel male, della sua origine non letteraria. Nella seconda nota confessa che il suo poliziotto ha un’energia «che se la sogna». E ancora:«Il linguaggio è totalmente contemporaneo». Risultato: forte velocità, una voluta noncuranza del verosimile. Col rischio che il lettore si trovi in mezzo a molte scene alla Ridolini. I suoi affezionati lettori potranno essere sconcertati da un “film d’azione». Montalbano salta sulla sedia perché è lasciato completamente solo, senza i suoi fedelissimi, incaricati d’altro. Una manovra complicata dalla Questura in stretto contatto con L’Fbi. L’Alcyion del titolo è una grande barca a vela dove succede un po’ di tutto. Anche insoliti vertici tra i boss della criminalità e della droga. Montalbano, che già avverte i colpi della “vecchiaglie“ (qui si dice che ha 60 anni, che fuma e beve parecchio), truccato a tal punto che nessuno lo riconosce, si tuffa nella situazione più rischiosa. Che sollievo, alla fine, quando si dice: be’, quello che ha agito era un altro da me.

Imprevisti. Tre racconti di Shirley Jackson. Brevi, incalzanti e tutti all’insegna del “può capitare anche a te“. Serpeggia la paura sottile, la novità imprevista che può risolversi in incubo. La sua ultima raccolta s’intitola La ragazza scomparsa (Adelphi, 78 pg., 7 euro). L’ultimo racconto è il più bizzarro. L’impiegata Morgan, che già dalle prime righe si mostra insicura, riceve dal suo principale l’incarico di portare un pacco a un certo indirizzo di New York. Indossa un cappello blu reale con in cima una piuma rossa, un completo blu, scarpe dello stesso colore, soprabito di tweed rosso. Nulla di eccentrico, ma che si fa paurosamente eccentrico quando incontra un camioncino con l’altoparlante. Il conducente ripete ossessivamente: «Trova Miss X, dille tu sei Miss X. I premi sono favolosi. Che cambiano spesso: o una crociera, viaggio a Tahiti o tanti soldi. E descrive la donna da braccare vestita esattamente come lei. La signorina Morgan fa di tutto per nascondersi o dileguarsi. Si sente sotto minaccia. Decide di entrare in un negozio per cambiare qualche capo di abbigliamento. Nulla da fare: l’altoparlante descrive la “nuova“ Miss Morgan. Si fa lucidare le scarpe in un negozio, tanto per creare un diversivo, ma un uomo dagli occhi felini la riconosce come Miss X e dice tra sé che «quel gioco va fatto a Chicago perché questa città fa schifo». Oscuro il finale: l’impiegata si trova nel letto di un grande albergo. «Sorridendo» conclude l’autrice «Si tirò la trapunta di satin fino al mento e si addormentò».

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