Every beat of my heart
La pace e il dolore
Il grande poeta Rabindranath Tagore, «fusione perfetta di semplicità e visionarietà sapienziale», brilla nelle traduzioni che ce lo rendono accessibile. Come in questi versi in cui la visione cosmica accoglie uomini e astri in meravigliosa sintonia
La realtà stupefacente della poesia di Rabindranath Tagore è la fusione perfetta di semplicità e visionarietà sapienziale. Immediata e profonda, naturale e misteriosa come un fiore, non a caso ammirata da Yeats, poeta di visione e rapimento sapienziali.
Purtroppo quasi nessuno di noi può leggere nella lingua originale, il bengalese, la poesia di Tagore, che però brilla nelle traduzioni, prova di forza assoluta dei versi e di acutezza e sensibilità del traduttore.
Visione cosmica immediata, elementare, ove la realtà del corpo dell’uomo respira all’unisono con quella degli astri, in una sintonia e musica che sono l’elisir del grande poeta indiano.
Il vento, elemento esterno, spegne la luce accesa dall’uomo. Ma, sempre nel mondo esterno dell’aria, quello stesso da cui è sorto il vento, appaiono le stelle.
Così l’uomo, a occhi chiusi o nell’oscurità, individua il suo sentiero.
Consumata la piena felicità dell’amore sentiamo i suoi limiti, la sua pienezza effimera. Ma questo neonato dolore reca una nuova, sconosciuta pace.
Se il vento spegne la luce,
le stelle appaiono:
nell’oscurità troviamo allora
le tracce del sentiero.
Consumata la felicità
si sperimentano i limiti del piacere,
il dolore allora porta
la grandezza della pace.
Rabindranath Tagore
(Traduzione di Marino Rigon)