Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Eccezione Chicago

L'elezione di Lori Lightfoot (nera, donna, gay) a sindaco di Chicago segna uno strappo evidente nel clima opprimente degli Stati Uniti (e del mondo) di oggi. Cerchiamo di capire perché

Cosi la terza città degli Stati Uniti, la Windy City, Chicago, ancora una volta, porta una ventata di novità, fa da battistrada. Fa storia. Come le è capitato spesso negli ultimi anni. Infatti dopo avere espresso il primo presidente nero degli Stati Uniti, adesso proclama prima cittadina una donna nera, apertamente gay. In un clima generale che va in direzione opposta ai principi liberal inaugurata da Trump, questa elezione costituisce un’eccezione che fa riflettere. È l’eccezione che conferma la regola o è un elemento che deriva semplicemente dal periodo post-ideologico e anti-establishment che stiamo vivendo?

Lori Lightfoot, avvocatessa e membro della commissione della polizia di Chicago che tratta, tra le altre cose, dei provvedimenti disciplinari che riguardano le forze dell’ordine cittadine, ha sconfitto la sua competitor Toni Preckwinkle, anch’essa nera e democratica, con più di 47 punti di distacco. Ha infatti preso il 73,7 contro il 26,3, % dell’avversaria. Mi avvicino a questa carica con grande umiltà e mi sento molto onorata. Farò tutto quanto in mio potere per meritarmi questa vittoria” – ha detto la 56enne nuova sindaca- Nutrivamo delle speranze che avremmo avuto buoni risultati. Ma questo è stupefacente. Più di quanto avrei potuto desiderare. La gente è davvero pronta a cambiare… e ha la speranza di un nuovo inizio”. Questo può non essere il risultato che volevo. Ma se sono dispiaciuta, non sono avvilita. E il motivo è uno: questa è una notte storica -ha detto Preckwinkle- Non molto tempo fa sarebbe stato impensabile avere due donne afroamericane in lizza per questa carica. E seppure abbiamo scelto di marciare diversamente, quello che è successo stanotte riguarda il marciare in avanti” – ha concluso.

Quando poco più tardi una raggiante Lightfoot è salita sul podio nel salone da ballo dell’Hilton Hotel and Tower nel centro di Chicago per annunciare ufficialmente la sua vittoria, l’ha definita “un mandato per il cambiamento” riferendosi soprattutto alla corruzione dei politici cittadini e alla possibilità di recupero della fiducia tra la gente e le forze di polizia. Una necessità quest’ultima che riguarda le violenze che quotidianamente insanguinano le strade della citta e che hanno come protagonisti la polizia di Chicago e la comunità nera. Tanto è vero che hanno ispirato nel 2015 il film di Spike Lee Chiraq dove il nome del protagonista è la contrazione del nome di Chicago con quello dell’Iraq proprio per significare la quantità di morti violente che vengono assimilate quelle delle due guerre del golfo messe insieme. Un vero massacro. Lightfoot ha toccato inoltre il tema essenziale della corruzione della vita politica cittadina che ha raggiunto livelli intollerabili.

Non cadrei pero nel tranello di pensare che c’è una netta inversione di tendenza nel trend politico nazionale che vira verso il recupero dei democratici, perché penso che i temi della nuova sindaca vadano in una direzione che per primo ha inaugurato Trump: cioè quella di premiare chi è fuori dall’establishment. Dunque è opportuno che i democratici comincino a riflettere su questo elemento fondamentale e agiscano di conseguenza, senza rimanere vittime di giochi di potere che come hanno dimostrato queste elezioni premiano coloro che sono fuori dai giri di potere.

A confermare questo trend c’è l’affluenza alle urne quest’anno particolarmente bassa, solo il 32%, e che tende a scemare. Infatti è più bassa di quella del febbraio di quest’anno, il 35%, e più bassa ancora del ballottaggio tra Rahm Emanuel, il sindaco uscente, e il suo avversario nel 2015, Jesus “Chuy” Garcia, che raggiunse il 41%.

Tuttavia la bassa affluenza avrebbe dovuto favorire Preckwinkle che è chair e presidente della commissione del partito democratico della Cook County e candidata dell’establishment politico nero in città. Il supporto del sindacato Service Employees International e il sindacato degli insegnanti che sono in agitazione ormai da tempo avrebbero dovuto avvantaggiarla nel portare i suoi sostenitori alle urne. Ma questa volta non ha funzionato. Anzi la sua carica istituzionale è apparsa agli elettori un demerito. Lightfoot ha vinto con il voto dei bianchi, dei neri e degli ispanici riportando in vita quella Rainbow Coalition che portò nel 1983 alla vittoria il primo sindaco nero di Chicago, Harold Washington. Non si può ignorare tuttavia che più 65% del milione e seicentomila potenziali elettori registrati nella città di Chicago è rimasto a casa.

Lightfood non ha esperienza politica e la gente che ha votato per lei vuole persone che non siano state coinvolte con le amministrazioni precedenti o con l’establishment del partito. È stato anche il motivo per il quale Trump ha vinto le elezioni.

La gente vuole figure assolutamente nuove di cui non ha mai sentito parlare, spesso senza distinguere tra chi ha lavorato bene e chi invece no” ha affermato Joe Moore un assessore uscente della precedente amministrazione. E questo è un rischio che questo nuovo trend tende ad accentuare con gravi conseguenze per chiunque voglia riportare a galla la politica come agente del cambiamento. Qui stasera un sacco di ragazzine e ragazzini stanno guardando… E stanno vedendo l’inizio di qualcosa un po’ diverso dal solito. Vedono una città rinata, una città dove non fa differenza di che colore è la tua pelle e quanto sei alta”. Ha detto Lightfoot che è alta un metro e cinquanta. “Dove non ha importanza chi ami se lo ami con tutto il cuore. Nella Chicago che andremo a costruire insieme celebreremo le nostre differenze. Abbracceremo la nostra unicità. E faremo in modo che ognuno abbia tutte le opportunità di avere successo”.

Facebooktwitterlinkedin