Visto al Teatro Brancaccio di Roma
Dante in musical
Dopo aver conquistato oltre settecentomila spettatori e mezzo milione di studenti in vari palchi, tra cui l’Arena di Verona e il Grimaldi Forum di Montecarlo, prosegue il suo viaggio La Divina Commedia Opera Musical, la prima opera musicale tratta dal poema di Dante Alighieri
Caso emblematico di quel terreno affascinante che è la fortuna dei classici, è sicuramente la Commedia di Dante Alighieri, padre della nostra lingua e della nostra identità culturale di cui sono imminenti le celebrazioni per i 700 anni dalla morte. Nel corso dei suoi sette secoli di vita, il massimo capolavoro italiano si è costantemente ripresentato sotto nuove forme, dal bassorilievo dello scultore Pierino da Vinci al dipinto romantico Eugène Delacroix, dalle illustrazioni librarie di Gustave Doret alle tavole di Mimmo Paladino, dalle musiche che Čajkovskij e Rachmaninov dedicarono a episodi celebri dell’Inferno al videogioco chiamato come questa cantica che ha appassionato le ultime generazioni. Il film sulla Commedia, invece, è rimasto in tutto questo tempo solo un sogno nel cassetto. A idearlo fu la penna visionaria di Franco Zeffirelli, che ne approntò la sceneggiatura e individuò Dustin Hoffmann come la controfigura di Dante. Non avendo incontrato l’interesse di nessun produttore, quell’impresa ambiziosa fu archiviata, e oggi la si può solo immaginare ammirando i bozzetti conservati a Firenze nelle sale dell’ex Tribunale, ora Centro per le Arti dello Spettacolo Franco Zeffirelli.
Se un film è tramontato, però, un musical è sorto. La Divina Commedia Opera Musical, che ha debuttato nel 2007 ed è ancora in tour in tutta Italia, è una produzione mastodontica, resa possibile dagli sforzi congiunti di Andrea Ortis (regista), Marco Frisina (autore delle musiche) e Gianmario Pagano, che ha collaborato con il regista nella scrittura dei testi. Prodotta da Music International Company, l’opera vanta un cast impressionante, con ventiquattro solisti, divisi in cantanti-attori e ballerini-acrobati, e oltre cinquanta professionisti, rappresentando uno dei kolossal musicali più ambiziosi che la tradizione italiana ricordi. Suddiviso in due atti, l’opera racconta tutto il viaggio di Dante tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, e condensa in sé l’ampio materiale del poema in un susseguirsi di arie per voce sola, duetti e pezzi corali. Per ricreare le atmosfere ultraterrene narrate da Dante, gli autori si sono affidati alle più avanzate tecnologie dello spettacolo, allestendo un sontuoso apparato di scenografie immersive, coreografie acrobatiche, videoproiezioni animate in 3D ed effetti speciali, che – seppur con qualche ridondanza – avvolgono lo spettatore in una realtà appassionante e suggestiva. Il musical è reso ancor più spettacolare dagli oltre 200 costumi utilizzati dal cast e dagli oltre 50 scenari che si susseguono l’uno dopo l’altro a ritmo serrato e in cambi scena a vista, tenendo alta l’attenzione del pubblico di ogni età per tutte le tre ore complessive dello spettacolo. Il palco su cui si svolgono le vicende è di tipo modulare automatico, consentendo dei suggestivi effetti scenografici come il sollevamento di piani, il rapido cambio delle ambientazioni e altre soluzioni sceniche di forte impatto. Lo spettacolo è valorizzato anche dall’interpretazione di Giancarlo Giannini come voce narrante, che rappresenta il Dante maturo che ricorda l’esperienza sovrannaturale compiuta nel mezzo del suo cammin.
Le musiche di monsignor Frisina sono epiche, romantiche, struggenti. In alcuni casi regalano agli spettatori delle melodie notevoli: l’aria di Dante Notte, di cui alcune cellule sono ripetute come refrain nello spettacolo, o ancora l’aria di Francesca e la sequenza della processione e della comparsa di Beatrice nel secondo atto. Nuoce però inevitabilmente all’effetto complessivo il fatto che le musiche siano riprodotte su base registrata piuttosto che dal vivo, e che il volume sia spesso così alto da sovrapporsi alle voci dei solisti. L’opera supera la sfida e in 180 minuti racchiude i passi irrinunciabili della complessità del poema dantesco. Il regista Andrea Ortis ha mostrato in chiave moderna la parabola del Dante personaggio, «grande scrittore, poeta, genio e soprattutto uomo». Non a caso, il musical rilegge il poema come una grande galleria delle passioni umane, dalle diverse sfaccettature dell’amore, alla ricerca della libertà personale, consentendo a ognuno di noi di potersi rispecchiare in questo testo così lontano dall’oggi. Patrocinata dalla Società Dante Alighieri, che l’ha anche insignita della Medaglia d’Oro, e affiancata dalla casa editrice Mondadori in qualità di Educational Partner, La Divina Commedia Opera Musical ha quindi un indiscutibile pregio divulgativo: si pone come un’operazione intelligente, utile ad avvicinare le nuove generazioni a quel classico dei classici che è la Commedia di Dante Alighieri.
Ph. Costanzo D’Angelo