A proposito di “Fulmine è oltre il ponte”
Romanzo partigiano
William Domenichini ha raccolto le memorie del nonno partigiano, le ha confrontate con i documenti della Resistenza e con le testimonianze di altri protagonisti di quella stagione e ne ha tratto un "romanzo": ecco la storia di un frammento di memoria riportato alla luce
Qualche anno fa decisi di trascrivere le storie che mi hanno accompagnato fin da bambino, quelle di un nonno che raccontava di quando era partigiano, tra i monti e le valli della Lunigiana, allora la IV zona operativa ligure, nelle file del “battaglione Val di Vara”, inquadrato nella Colonna “Giustizia e Libertà”, mosso dal desiderio di non lasciare alla tradizione orale un patrimonio di memoria che ritenni doveroso custodire.
Man mano che questo diario prendeva forma, mi resi conto del puzzle che avevo tra le mani: un insieme prezioso e disarticolato nel tempo, ricordi così nitidi distribuiti casualmente nelle narrazioni di chi le ha vissute. Fu logica conseguenza quella di intraprendere un lavoro parallelo di ricerca, negli archivi di Stato (Genova, La Spezia, Massa-Carrara) e all’Istituto Storico della Resistenza spezzina, dove non solo riuscii a ricomporre la cronologia degli eventi, ma ebbi l’occasione di consultare documenti originali che consentirono di assumere informazioni importanti, in grado di dar forma e tratto ai personaggi che hanno accompagnato il protagonista (il cui nome di battaglia fu Fulmine) in questa sua vicenda. A questo si aggiunsero altre testimonianze, di coloro i quali vissero quel tratto della nostra storia, da angolazioni diverse, anziani di oggi che al tempo erano poco meno che saltafossi, e che mi raccontarono i loro ricordi.
Non ebbi alibi e dall’incontro di testimonianze, ricerca storica e documentale prese vita il manoscritto di un romanzo partigiano, Fulmine è oltre il ponte, che racconta la Resistenza attraverso chi l’ha combattuta, una storia di soldati e non di generali, dove senza retorica celebrativa emergono tratti fondamentali di quei momenti, a partire dalla scelta morale che uomini e donne, nate ed allevate in un regime come quello fascista, abbiano compiuto una scelta morale che ha portato loro a contribuire alla Liberazione del paese. Una storia in cui si narra del popolo e non dei re, dove i fatti realmente accaduti si fondono con le emozioni di chi le ha ascoltate fin da bambino, con la descrizione dei paesaggi e i luoghi in cui hanno lottato i partigiani, con la ricerca documentale che l’ha impreziosita, cadenzata dai versi di Italo Calvino: «Non è detto che fossimo santi, l’eroismo non è sovrumano».
Nulla poi sarebbe accaduto se non avessi incontrato i ragazzi di Scampia, della Marotta&Cafiero Editori, storica casa editrice napoletana che, dal 2011, è gestita dai giovani dell’associazione Voci di Scampia (Vo.di.Sca), una realtà di impresa sociale che fa della cultura un elemento di per la lotta per la legalità, concependola come bene comune. Con loro abbiamo organizzato un percorso di crowdfunding, arrivando a produrre dal basso il libro. L’incontro di questa storia partigiana, di questo progetto di ricerca e di memoria, con una realtà editoriale che pratica quotidianamente i valori nati dalla Resistenza, ha dato vita ad un percorso che ha come minimo comune denominatore la difesa di quei valori, per costruire un futuro in cui Giustizia, Libertà ed Uguaglianza siano i pilastri fondamentali di una società che non deve dimenticare.
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