Every beat of my heart
L’Ospite folgorante
La luna cantata nel primo millennio dopo Cristo da Tu Fu, poeta che non guarda al travaglio della vita ma agli incanti della natura. Come in questi versi, dove l’astro celebrato più tardi dall’immenso Leopardi, qui è descritto come un essere vitale
Tu Fu, poeta della Dinastia dei T’Ang (618-905 d.C.) è una delle voci importanti della poesia cinese. Che ha un comune sentimento contemplativo della natura, intesa nella sua energia vitale. Non solo incanto del paesaggio, ma percezione di una sua vita atomistica. Lirica distante dal travaglio che segna altri grandi poeti cinesi, dal turbinio dei fiumi e dal dolore delle guerre, qui si ferma in una incantante incanto lunare. La Luna è ospite, folgorante: accompagna l’uomo vecchio con il bastone quel suo folgorare emana l’energia vitale lunare. E infatti si muove come essere vivente, serpente, uccello instancabile. Non astro malinconico ma centro di energia irradiante vita.
Diciassettesimo giorno di luna
Questa notte la gran luna autunnale
Sembra ancora rotonda –
Io vivo vecchio e solo sulla sponda
Del borgo fluviale.
Arrotolo le tende per guardare
L’Ospite folgorante:
Nelle veglie notturne m’accompagna
Quando cammino curvo sul bastone.
Il fulgore dardeggia, si nasconde,
Serpente irrequieto;
la luce ora svolazza, ora si posa,
Instancabile uccello.
Un tetto erboso, fra gli aranci e i cedri.
E il chiarore che ora fende di nuovo
La rugiadosa immensità fiorita.
Tu Fu
(Da Liriche cinesi, Einaudi, traduzione di Giorgia Vallensin)