Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Fogliame del cuore

Ha attraversato Ottocento e Novecento, ha vinto il Nobel per la letteratura, ha scritto poesia e teatro: Maurice Maeterlink unisce l'essenza simbolista ai travagli del secolo breve con una poesia che è «corpo anonimo dietro cui brilla l’essenziale»

Nasce nel 1862, muore nel 1949: nella sua lunga vita  (in cui riceve il Nobel per la letteratura), Maurice Maeterlink traversa un secolo dalla metà dell’Ottocento a quella del Novecento, trae da questa originale situazione cronologica le migliori conseguenze: la poesia e il teatro (è poeta e drammaturgo in pieno, condizione non rarissima ma non frequente nel tempo moderno) del belga fattosi francese, fonde la tradizione simbolista più alta con i travagli novecenteschi.

Come scrive Milo De Angelis introducendo la sua magistrale traduzione (incontro di poeti fiammanti), «vediamo nei suoi versi un’insistenza su parole consuete, trasportate in un ritmo di nenia, quasi ipnotico, dove acquistano risonanze solenni, arcaiche, evangeliche». Questa cantilena trasforma tutto ciò che tocca in «corpo anonimo dietro cui brilla l’essenziale», prosegue De Angelis citando una definizione di poesia di Maeterlinck.

Fogliame del cuore, simbolica e mistica fusione di carne e spirito, un giglio, un’apparizione lunare, una mistica preghiera.

 

Fogliame del cuore

 

Sotto la campana di cristallo azzurro

Delle mie stanche malinconie,

Le vaghe, allibite sofferenze

A poco a poco si fermano:

 

Vegetazioni di simboli,

Nenufari cupi di piaceri,

Palme lente dei miei desideri,

Fredde schiume, molli liane.

 

Solo, in mezzo a loro, un giglio

Fragile nel suo rigido pallore

Erige un’ascensione immobile

Sui fogliami dolorosi,

 

E nei bagliori che diffonde

Come una luna, a poco a poco,

Alza verso il cristallo blu

La sua bianca, mistica preghiera.

 

Maurice Maeterlink

(Traduzione di Milo De Angelis)

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