Roberto Mussapi
Every beat of my heart

La Pietà di Apollinaire

Canto per i fratelli caduti in guerra, visione delle ombre degli amici, ode alla potenza dell’amicizia che vince la morte. Versi del poeta polacco che piaceva a Ungaretti e che, divenuto francese, come lui ha vissuto la tragedia della prima guerra mondiale

Straordinaria poesia di Guillaume Apollinaire, polacco trasferitosi con la madre in Francia, divenuto cittadino e poeta francese, arruolatosi volontario nella prima guerra mondiale, poi morto trentottenne nel 1918.
Il tema della guerra, le ombre dei commilitoni, i soldati morti, i loro fantasmi privi di ogni orrore ma gonfi di dolore e amore. Simili, anzi fratelli dei compagni di trincea di Ungaretti, poeta che non a caso amava Apollinaire. La tragedia della guerra, che è orrore, anche qui si trasforma in miracolo della pietà e della fratellanza nati dal dolore. Le ombre degli amici, la loro presenza, la potenza dell’amicizia che vince, travagliatamente ma realmente, la morte.
Per analogia, abbandonato lo scenario bellico, mi è apparsa una scuola, e poi, in un’aula, i compagni di scuola infissi e riviventi nella memoria, La classe morta di Kantor. Poesia evoca poesia.

 

 

Ombra

Eccovi ancora con me

Ricordi dei miei compagni morti in guerra

Oliva del tempo

Ricordi che ormai siete un ricordo solo

Come cento pellicce una pelliccia

Come mille ferite un articolo di giornale

Impalpabile oscura presenza avete preso

La forma mutevole della mia ombra

Indiano per sempre all’agguato

E mi strisciate accanto

Ma senza più sentirmi

Non sapendo più nulla delle divine poesie che canto

Mentre io vi sento io vi vedo ancora

Destini

Multipla ombra vi conservi il sole

Voi che mi amate tanto da non lasciarmi mai

E senza alzare polvere vi muovete nel sole

Ombra inchiostro del sole

Scrittura della mia luce

Cassone di rimpianti

Dio che s’umilia

Guillaume Apollinaire

(Da Guillaume Apollinaire, Canzoni per le sirene, traduzione di Giovanni Raboni, Mondadori Lo Specchio)

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