Tina Pane
Alla Cappella Palatina di Castel Nuovo

Napoli futurista

Il futurismo delle origini e la sua influenza sulla pittura europea: una grande mostra mette Balla, Boccioni, Carrà e gli altri in rapporto con le altre avanguardie e la tempesta europea di inizio Novecento

La bellezza della velocità e della lotta, la glorificazione della guerra e il carattere aggressivo dell’opera d’arte sono alcuni dei principi definiti dal primo dei Manifesti del Futurismo, firmato da Filippo Tommaso Marinetti e pubblicato nel febbraio del 1909 sulla Gazzetta dell’Emilia e poi su Le Figaro. Una delle più significative delle avanguardie europee del Novecento era nata, e tra dichiarazioni provocatorie, successivi manifesti e clamorose polemiche, iniziava a influenzare la vita culturale e politica dell’epoca.

Nella mostra Il Futurismo anni 10 – anni 20, recentemente inaugurata a Napoli, 64 opere di Balla, Boccioni, Carrà, Severini, Depero e altri ci raccontano gli esordi del Movimento e gli effetti che questo ebbe sulla pittura. Si va da un ritratto di madre e figlia come Affetti (1910) di Giacomo Balla (realista e quasi monocromatico, in cui le espressioni del viso sono bene evidenti), a Forme in espansione (di Gino Severini, 1914) dove le forme sono state destrutturate e le linee e i colori diventano protagonisti fino alle opere così audaci e vitalistiche di Depero, come Costruzione di donna con fiore giallo (1917), Danza di chiofissi (1918), Arance di Sicilia (1927) e Subway (1930, nella foto sotto), nelle quali il movimento, i prodotti di consumo, le macchine diventano protagoniste.

L’allestimento segue un ordine cronologico e man mano che si procede nella visita sembra quasi di vedere l’evoluzione della poetica futurista: l’antropomorfismo delle macchine e delle città, la moltiplicazione di un oggetto nel quadro, il fascino della tecnologia e del progresso, la materia, il movimento, il rumore…tutto quanto insomma in quegli anni nutriva e ispirava le fervide menti dei Futuristi, permeabili alle novità, al mondo, in una parola a quel progresso nel quale avere fiducia perchè, come diceva Marinetti, “ha sempre ragione, anche quando ha torto, perchè è il movimento, la vita, la lotta, la speranza”.

La mostra, promossa dal Comune di Napoli e curata da Giancarlo Carpi con Francesca Villanti, è stata realizzata in esclusiva per la città. Sarà ospitata fino a 17 febbraio nella trecentesca Cappella Palatina di Castel Nuovo e il biglietto d’ingresso consentirà la visita di tutto lo storico complesso. Un’occasione da non perdere per i turisti che verranno a Napoli a Natale e che ormai costantemente affollano la città, contribuendo a modificarne l’economia, gli atteggiamenti, le prospettive.

Se poi tutto ciò contribuirà a costruire quella Nuova Umanità invocata dai Futuristi, questo è tutto da vedere.

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