Every beat of my heart
Amore e l’Ombra
La sopravvivenza dopo la morte di due amanti. A celebrarla, come hanno fatto molti poeti, è William Butler Yeats che nei versi di “I nuovi volti”, diversamente dai suoi predecessori, decreta per sempre l’incancellabilità di ombre non transitorie ma eternamente presenti
Per i greci la morte è ombra passiva, inerte, amorfa. Il regno ultraterreno è buio informe e disanimato. Nel mondo egizio esiste una strana eternità nella luce del sole, enigmatica. L’Occidente postgreco, cristiano, fonda un’altra idea della vita dopo la morte. Ma l’Occidente è complessità: l’Ombra sarà sempre un mistero, inseguito dai filosofi, braccato, e spesso sbranato e fatto sangue dai poeti.
Yeats scrive una magnifica poesia di due amanti, sulla loro sopravvivenza dopo la morte, quella su cui Shakespeare, il supremo, mai si pronuncia, salvo poi celebrare la rinascita della vita nella Tempesta, la rigenerazione dal fondo del mare.
Petrarca, Ronsard, scrivono due poesie memorabili sulla morte della donna amata: che sopravviverà, ormai sotterrata e disfatta, solo grazie ai loro versi. Dante è un’altra storia, non salva Beatrice, ne è salvato, sin dall’inizio, quando non virtuoseggia nel verso, ma sprofonda nel buio.
Il grande Yeats li mette accanto, l’altra e se stesso, e li fa uguali nella sopravvivenza eterna in forma d’ombre. Non le ombre cupe e addolorate e esangui dell’Ade greco, non quelle svelanti che appaiono in sogno ai poeti degni di tal nome. No, di più: ombre presenti, per sempre, incancellabili, più vere delle ombre proiettate dai corpi transitoriamente, domani, viventi. Amore è dio assoluto, piega e inginocchia l’ombra, la fa vita perdurante oltre ogni attimo.
I nuovi volti
Se tu, che sei invecchiata,
dovessi morire per prima,
né la catalpa né il tiglio profumato
udrebbero i passi di me vivo,
né calpesterei il suolo dove abbiamo creato
qualcosa che spezzerà i denti del Tempo.
Facciano i loro giochetti, come gli pare
i nuovi volti, nell’antica stanza:
la notte può sopravanzare il giorno, le nostre ombre
vagare ancora sulla ghiaia del giardino:
i vivi sembreranno più ombre delle nostre ombre.
William Butler Yeats
(Da W.B. Yeats, Verso Bisanzio, Feltrinelli, traduzione di Roberto Mussapi)