L'Italia ai tempi di Di Maio e Salvini
Decalogo per la sinistra
Dall'Africa ignorata alle competenze cancellate da Facebook: qualche riflessione prima della manifestazione del 30 settembre in cui la sinistra (unità?) scenderà in piazza contro il governo
1) Nei lunghi decenni della guerra fredda, l’Italia si trovava in una situazione in qualche modo rassicurante. Protetta da un ombrello militare, che lo stesso Berlinguer riteneva necessario, perseguiva obiettivi che in qualche modo le venivano indicati dall’Alleanza Atlantica. Questa condizione di marginalità feconda e condivisa è risultata inutile dopo la caduta del muro di Berlino. All’improvviso, il nostro paese si è trovato da solo ad affrontare alcuni problemi di carattere internazionale: acquisire velocemente una “coscienza europea”, fare fronte alle sfide della globalizzazione, inventarsi una politica verso l’Africa, che nei decenni precedenti si era limitata a forme di cooperazione verso alcuni paesi, rinnovare le forme della politica. Quattro formidabili scossoni, nei confronti dei quali ci siamo trovati impreparati.
2) I linguaggi della comunicazione sono cambiati. Internet, ma soprattutto Facebook e infine twitter (che ha sostituito la figura del portavoce e della conferenza stampa) hanno svilito la funzione dell’opinionista e del giornalista qualificato. E i giornali faticano a trovare lettori, perché le opinioni si formano nel pettegolezzo incontrollato di Facebook.
3) La maggior parte degli italiani ha scoperto che esisteva il continente africano, quando ha visto morire migliaia di migranti nel mare mediterraneo. E la reazione di fronte a questo fenomeno è stato di sorpresa e di panico. Di fronte al fenomeno e in mancanza di una seria politica nel Mediterraneo, si alzano paraventi che non hanno futuro, quali le frasi “dobbiamo aiutarli a casa loro”. Una frase priva di senso che nasconde la totale ignoranza nei confronti di un continente che ha decine di paesi molto diversi fra loro, e che vivono situazioni politiche, economiche ed ambientali molto diverse fra loro. Non a caso in Italia si conoscono molto di più i paesi latinoamericani che quelli africani. Eppure l’Africa è molto più vicina del continente latinoamericano.
4) Il razzismo, la mancata approvazione della legge sullo ius solis, la chiusura dei porti, i litigi con le ONG sono tutte cortine fumogene buttate in faccia alle persone che non conoscono o non vogliono conoscere la portata del fenomeno migratorio. Piccoli spot retorici, senza una profonda analisi.
5) All’interno di partiti che non sanno cosa fare, la linea politica la detta la televisione. Vedi il caso Diciotti, il ponte di Genova, le violenze sulle donne.
6) Roberto Saviano è lo scrittore italiano più conosciuto nel mondo o meglio colui che ha ricevuto più attestati di stima. Far tacere lui è un monito per tutti gli altri. Se zittiscono lui, possiamo immaginare cosa può succedere a tutti gli altri. Che il ministro degli interni minacci di togliere la scorta ad uno scrittore che lotta contro la mafia non solo è una cosa inaudita, ma sembra favorire proprio i nemici dello scrittore. Come si può chiamare questo atteggiamento? Favoreggiamento nei confronti della mafia oppure vendetta personale?
7) I partiti moderati sono scomparsi ed hanno preso piede gli estremisti. Gli slogan feroci tipo «scoperchieremo questo parlamento come una scatola di tonno» oppure «difendiamo la razza italiana» coprono il brusio delle voci dissidenti, che protestano in modo individuale senza riuscire ad organizzarsi.
8) Il linguaggio di Salvini si muove in una zona grigia dove vi è il razzismo ed il suo contrario, le minacce si mischiano alle carezze, il Vangelo si mischia con le ruspe, l’arroganza si veste di mansuetudine. Ricorda un modo di parlare degli Anni Settanta quando il terrorismo cercava di adescare simpatie nei diversi strati della società, confondendo sempre il valore ed il significato delle parole.
9) Nel caso di Josepha, la donna restata in acqua per 24 ore, il tecnicismo con cui medici, giornalisti e gente comune discettava sulla mancanza di rughe derivate dalla permanenza in acqua, delle unghie dipinte, ecc, non solo denota la mancanza di pietà di queste persone, ma come il tecnicismo, l’ironia sia l’ultima disperata difesa per non vedere le tragedie che si svolgono nel mediterraneo. Sono più disperati i ciechi o quegli occhi svuotati di vita dalla paura di Josepha?
10) Possiamo dire dopo cinque mesi dalle elezioni che Di Mio è diventato il tassista di Salvini, che sta prendendo la maggioranza grazie proprio ai 5S? Cosa crede Di Maio, che Salvini alle elezioni europee firmerà con loro un patto elettorale? Non vede che sta risucchiando tutta la destra?