Donne e Futurismo /4
Spaziale Adele
Marinetti la collocò nel filone dell’aeropittura proclamandone la genialità. Poliedrica nei suoi interessi, Adele Gloria fu protagonista di esplosive serate futuriste, sempre modernamente in viaggio col treno e l’aereo, costante nel sostenere l’emancipazione femminile
Nata nel sonacchioso panorama culturale della sua città, che non era animato dalle scorribande di Marinetti come quello palermitano, Adele Gloria (Catania, 9 febbraio 1910 – Roma, 8 settembre 1984) costituirà figura di punta della scena di Catania, dove organizza esplosive serate futuriste, di cui sarà anche protagonista. Secondo l’agiografia dell’artista, è nel 1928 che, ancora studentessa liceale, prende l’iniziativa di inviare due sue poesie a Filippo Tommaso Marinetti, con una lettera su cui non era indicato l’indirizzo, ma che ugualmente arrivò. Vera artista “totale”, secondo la poetica futurista, si occupa di arte visiva con la pittura, il collage, l’acquarello, la scultura; ma anche di fotografia, arti performative («donna di teatro», secondo Anna Maria Ruta), e soprattutto di poesia. Ha esperienze di volo fin da giovane e pratica l’aeropittura, venendo definita da Marinetti «trasfiguratrice lirico spaziale» insieme a Dottori e Benedetta.
Dinamica e spregiudicata, si muove nelle arti con il piglio e la vivacità futurista, curiosa verso il mondo che raggiungerà in fuga da Catania, sempre modernamente in viaggio col treno e l’aereo. Costante fu il suo impegno nel sostenere l’emancipazione e la creatività femminile, nelle abitudini di vita e negli scritti. Intraprende fitte relazioni artistiche e culturali in Sicilia, dove desta scalpore con i suoi eventi, ma anche a Roma, dove si trasferirà definitivamente sposandosi con Rizieri Grande, giornalista sportivo de Il Messaggero nel 1941.
Ufficialmente, viene introdotta al futurismo dal pittore futurista Giulio D’Anna nel 1932, che la mette in contatto con Marinetti e Somenzi. Nel 1933 si reca a Reggio Calabria con D’Anna e Marinetti per le celebrazioni boccioniane e pochi mesi dopo declama con Marinetti la poesia Zingara al Club Lyceum di Catania. Collabora con la rivista Futurismo dove pubblica poesie e scritti. Partecipa alla I Mostra nazionale d’arte futurista a Roma nel 1933 ed è a Milano presso la Galleria Pesaro per l’Omaggio futurista a Boccioni; dal 1934 al 1939 partecipa alle mostre del Sindacato Siciliano Belle Arti; nel 1935 è alla Mostra di aeropittura e d’arte sacra di Palermo; poi alla II Quadriennale di Roma. Il suo dipinto più noto, Arrivo su Zanzur, del 1935 circa, esposto alla II Quadriennale e nella I Mostra femminile d’arte del GUF di Catania del 1939, la fa collocare da Marinetti nel filone lirico-spaziale dell’aeropittura, per l’esperienza personale del volo da parte della “geniale pittrice”. Dalla metà degli anni Trenta alla fine del decennio successivo si dedica intensamente anche alla scultura con statue e bassorilievi in pietra di Comiso o gesso patinato, andati tutti dispersi.
Entra in contatto con il mondo del cinema e del teatro grazie al fratello Angelo, noto attore cinematografico, e si occupa anche di fotografia; ma successi maggiori le vengono dalla poesia, con la pubblicazione nel 1934 della raccolta di liriche F.F.S.S. “89” Direttissimo, presso le edizioni Glory Publishing Company dell’altro fratello Alberto Maria. Il treno, come l’aereo, è simbolo futurista per eccellenza del progresso industriale e dell’evasione dal vecchio mondo passatista, e nelle sue liriche questo tema trova spazio con esperienze percettive che ricordano il dipinto polimaterico di Benedetta del 1924, Treno nella notte in velocità. Si occupa anche di moda, disegnando “disegni sintetici” firmati con pseudonimi diversi (Clelia, Delia, Gloria) e tiene una rubrica di moda sul quotidiano catanese Il popolo di Sicilia. Dopo la seconda guerra mondiale, riprende a dipingere seguendo tendenze astratte. Muore nella sua casa di Cinecittà nel 1984. L’attività letteraria di Adele è ancora da riscoprire, attraverso rare edizioni d’epoca che si spera siano ripubblicate e che la inquadrano come originale interprete dei fermenti più immaginifici della poesia futurista.
Immagini: vicino al titolo Adele Gloria vista da Giulio D’Anna; nel testo, la foto dell’artista e una sua opera, “Spirali”, 1932