Il nuovo romanzo di Chiara Gamberale
C’era una volta Qualcosa
Una fiaba moderna, quasi una parabola l’ultima opera narrativa della scrittrice romana. Dove si racconta, con l’abituale grazia originale e incisiva e attraverso le illustrazioni di Tuono Pettinato, del conoscere se stessi, del coraggio di vivere, della capacità di amare…
La noia, la solitudine, il vuoto interiore sono i sentimenti che alimentano l’inquietudine della protagonista del romanzo di Chiara Gamberale Qualcosa (Longanesi edizioni, 192 pagine, 16,90 euro). Qualcosa di Troppo è il singolare nome della Principessa che, in seguito alla tragica scomparsa della madre, cerca disperatamente fuori di sé la risposta ai problemi che l’affliggono e ai vuoti che la sovrastano. Soltanto l’amicizia con il Cavalier Niente (naturalmente i nomi dei personaggi sono delle metafore che rimandano alla dimensione psicologica dei personaggi) la porterà a comprendere che la risposta a numerosi interrogativi è da ricercare all’interno di sé. In tale prospettiva, l’altro deve essere un desiderio non un bisogno.
Chiara Gamberale, scrittrice e giornalista, con originalità e profondità affronta il tema del malessere esistenziale in maniera semplice e al tempo stesso accattivante. L’autrice costruisce una fiaba moderna densa di rimandi letterari, e corredata da stilizzate ma efficaci illustrazioni del fumettista Tuono Pettinato. Parole e immagini si imprimono nella mente del lettore per lasciare una traccia del messaggio che traspare dall’inizio alla fine della storia: bisogna conoscersi a fondo per essere in grado di amarsi e amare. Il Cavalier Niente, questa strana figura che Qualcosa di Troppo incontra per caso vicino a una siepe, non è altro che la proiezione esterna di quella parte che ciascuno noi tende a reprimere a causa di condizionamenti sociali o familiari. Ascoltare ciò che inconsapevolmente tentiamo di soffocare è doloroso, richiede coraggio, ma è l’unica strada che conduce alla felicità.
Essere in pace con se stessi è un approdo difficile a cui si arriva solo dopo aver superato innumerevoli ostacoli. La Principessa al termine del colloquio con il Cavaliere raggiunge la consapevolezza che la morte non significa che qualcuno se ne va, ma che tu resti. E rimanere in vita equivale a lottare ogni giorno, alla continua ricerca di “qualcosa” che sia capace di dare un senso a “tutto”. Il reale valore dell’esistenza per Qualcosa di Troppo è paragonabile a una bottiglia: le attività che riempiono la vita sono come l’acqua sporca, non servono; ciò che accade, invece, e che siamo in grado di accogliere con serenità è paragonabile all’acqua pulita.
Qualcosa di giusto, un altro strano personaggio che attraversa il tortuoso cammino di Qualcosa di Troppo, invita la tormentata Principessa a smetterla di rincorrere tante avventure perché «è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura».
La raffinatezza e le semplicità del linguaggio di Chiara Gamberale accompagnano il lettore e lo inducono a riflettere sul significato della vita e a fare i conti con se stesso.