A proposito di “Tagliare le nuvole col naso”
Caviale al generale
Dopo "Lost in translation”, Ella Francesca Sanders continua a sondare le meraviglia delle lingue del mondo. Stavolta raccogliendo i modi di dire più strani e "veritieri" di tutti gli idiomi
Dopo il successo di Lost in translation. Cinquanta parole intraducibili dal mondo, definito dal “New York Times” un vero best seller, Ella Francesca Sanders firma un altro capitolo del suo personale “dizionario”: Tagliare le nuvole col naso. Modi di dire dal mondo, tradotto da Ilaria Piperno, edito da Marcos y Marcos. Un libro dedicato ai linguisti e agli appassionati di parole, a chi conosce tante lingue e a chi ne parla una sola, a chi si sposta continuamente e a chi seduto in poltrona viaggia con la fantasia leggendo. Tagliare le nuvole col naso – titolo che rimanda ad un adagio serbo che descrive la condizione di chi si sente compiaciuto, contento di sé, magari anche troppo – è una raccolta di espressioni e modi di dire appartenenti alle più disparate culture.
Così “Tà mé ar muin na muice”, che letteralmente significa “stare in groppa al maiale” è un motto irlandese attestato già a partire dal diciassettesimo secolo per dire che tutto fila liscio, che ogni cosa va per il meglio. “Anche le scimmie cadono dagli alberi” è un modo per sottolineare, invece, che a tutti capita di sbagliare, anche ai più abili ed esperti. Ad esso è spesso connessa l’espressione tedesca schadenfreude che designa il piacere che si prova di fronte alle altrui sfortune. Un cocktail di parole e frasi, un libro sorprendente, pieno di stupore e meraviglia. Leggendolo si scopre ad esempio che i lettoni sono soliti dire “soffiare paperelle” quando vogliono designare chi sta raccontando una marea di stupidaggini o in senso più ampio chi sta mentendo.
“Sfamare un mulo a pan di spagna” è un detto portoghese non isolato: gli fanno buona compagnia le frasi idiomatiche “dare perle ai porci” o “dare caviale al generale” ed indica quanto sia insensato dare qualcosa di magnifico a qualcuno che di sicuro non saprà apprezzarlo. “Troppo piccolo per una tovaglia, troppo grande per un tovagliolo” è un detto olandese, invece, che sintetizza la condizione di non essere né carne né pesce.
Cinquantadue frasi che raccontano diversi approcci alla vita, che sanno strappare una risata o rincuorare, capaci di descrivere sprazzi di quotidianità, come pure quei momenti dell’esistenza che paiono insignificanti e invece durano per sempre.
Alcuni suonano come espressioni che non hanno età, tanto sono attuali e scolpiti nella memoria, si pensi al proverbio originario del Ghana “Chi va a prendere l’acqua può rompere la brocca”, che è un modo indiretto per dire che chi corre non dovrebbe mai criticare chi sta tentando di farlo e soprattutto che sbaglia solo chi fa; o al detto hindi “i vasi mezzi vuoti fanno più rumore” per affermare che, in genere, proprio chi sa poco parla di più, chi meno conosce fa più baccano. Illustrato dalla stessa Ella Frances Sanders, il libro uscito in Italia alla fine del 2016, è un piacevole itinerario alla scoperta di secoli e secoli di storia in cui come esigenza prima l’uomo ha sentito l’urgenza, il bisogno di comunicare, di raccontare quanto gli accadeva attorno. “Non riesco più a pensare al linguaggio in termini di lettere e parole; mi vengono in mente, piuttosto alberi alti, minuscoli semi e rami fioriti, che crescono lenti ma sicuri attorno a noi, mentre vaghiamo per il mondo cercando di imparare come dovremmo vivere” scrive nell’introduzione l’autrice riassumendo il fascino di Tagliare le nuvole col naso: comparare più lingue, coglierne le similitudini, sfaccettature e la meraviglia di essere simili nella diversità.