Itinerari per un giorno di festa
Maria dei bisognosi
Visita al suggestivo Santuario della Madonna del Monte, arroccata in un angolo di Abruzzo che assicura panorami mozzafiato. Pellegrinaggio laico o religioso che sia, è un punto di partenza per escursioni tra cielo e montagne alte più di 1800 metri
Piccola Italia del paesaggio, dell’arte, delle leggende, dei santi e dei miracoli. Un anfratto in Abruzzo (che conosce chi abita monti e valli intorno e non chi viene dalla vicina Roma) è il santuario della Madonna dei Bisognosi. Raggiungerlo è già un pellegrinaggio, laico o religioso che si voglia. Perché una strada sempre più stretta e in salita, tra i comuni arroccati di Pereto e Rocca di Botte (A24, uscita Carsoli), conduce fino a 1043 metri. Ecco lo spiazzo sterrato. Ecco la piccola chiesa e l’ingresso al cenobio. E la vista sulla Piana del Cavaliere, che corre verso l’Adriatico, punteggiata di imprese commerciali e manifatturiere. Ma, oltre, lo sguardo coglie la riserva naturale del Monte Navegna e le alture al confine con il Reatino.
Perché si chiama Madonna dei Bisognosi? E perché chi crede chiede una grazia, soprattutto la guarigione? Perché quella statua lignea di Maria, austera e serrata verticalmente, ha una storia sensazionale. Arrivò sul monte Serra Secca – dice la tradizione – nel 608 dopo Cristo. E arrivò da molto lontano, da Siviglia, assediata dai Saraceni. Lì si recava per affari un mercante abruzzese, tale Fausto Sivigliano, appunto. Non aveva ricavato molto dai commerci, sicché si recò in chiesa, a pregare una Madonna molto venerata. Che non gli fece mancare il proprio aiuto, anzi glielo concesse due volte. La prima suggerendogli di andare a chiedere un prestito a un ricco ebreo spagnolo; la seconda quando – durante la navigazione per tornare al borgo natio – suo figlio Procopio cadde in mare mentre infuriava una tempesta. Il pio uomo si rivolse disperato alla Vergine, ella gli apparve e lo rassicurò. Ma gli chiese di tornare a Siviglia, di prevelare la statua davanti alla quale si era inginocchiato a mani giunte e di portarla via con sé, per evitare la razzia degli arabi. Anche l’ebreo, convertito, si unì a Fausto. E quando toccarono la terra abruzzese, all’altezza di Francavilla al mare sostiene la tradizione, comprarono una mula che trasportò la statua verso l’interno. Chilometri e chilometri, finché il quadrupede spirò, proprio sul monte che sovrasta Carsoli. Lì ricomparve Procopio e lì i pellegrini costruirono un piccolo oratorio, aiutati dagli abitanti di Pereto e Rocca di Botte.
Ma i miracoli non finirono. Anzi, salvarono un papa marsicano, Bonifacio IV. Era molto malato e, saputo del potere taumaturgico della Vergine lignea giunta da Siviglia, implorò la guarigione. Fu risanato immediatamente. Così, colmo di gratitudine e di fede, visitò la chiesetta appartata ed elargì fondi per ingrandirla. Era l’11 giugno del 610 e con il crocifisso donato dal Pontefice cominciò il rito delle processioni, che ancora si tengono durante la Settimana Santa e il Ferragosto.
Perché è anche punto di partenza per escursioni, il Santuario della Madonna del Monte, come pure si chiama. Dieci chilometri su un esteso altopiano – il crinale del monte Vallevona che fa da spartiacque tra Abruzzo e Lazio – portano alla omonima cima, oltre 1800 metri di altezza: in un itinerario tra natura brulla, oasi boscose e rari abbeveratoi per dissetare le mandrie di mucche e cavalli al libero pascolo, che alla meta sovrasta un altro santuario incastonato nei Simbruini, quello della Santissima Trinità.
C’è anche molto da vedere nella chiesa, nella sacrestia e nel convento di Santa Maria dei Bisognosi. Oltre alla scultura lignea di Maria – che mostra il segno dei secoli e che viene comunque portata in “peregrinatio” nei borghi del Carsolano – gli affreschi di Jacopo da Arsoli, Desiderio di Subiaco e Petrus, che si succedettero negli anni. Le pitture del primo furono in parte coperte nel 1488 dalle Storie di Maria realizzare da Desiderio, al quale si affiancò il misterioso Petrus. Ecco allora i variegati soggetti: Crocifissione, Resurrezione e Discesa dello Spirito Santo, i santi Anna, Rocco, Sebastiano, Gioachino profeta, Elisabetta. Dei quattro episodi della leggenda di Fausto Sivigliano ne rimangono due: l’arrivo della mula cavalcata da Maria e Gesù e il ritrovamento di Procopio da parte del padre. Sono opere lontane dal sublime, in parte rovinate: ma tappezzano intere pareti e caratterizzano uno stile locale, volti femminili dalle piccole labbra per esempio. Colpisce poi l’icastico Giudizio Universale, dove un Satana da horror esibisce tre teste fameliche aperte anche sulle ginocchia e intente a divorare le anime peccatrici.
C’è da ammirare, respirare e meditare nella quiete del luogo, espansa tra cielo e montagne. I Frati Minori dispongono di una foresteria e di un Osservatorio del Pellegrino dal quale osservare, su prenotazione, le stelle. (Custodi del Santuario della Madonna dei Bisognosi, 67064, Pereto, AQ).