Di aria elettorale
Partiti alla moda
L'abito fa il monaco. E anche il militante (o il simpatizzate). Perciò domenica, quando andate alle urne, vestitevi in modo acconcio. Ecco una piccola guida per compulsare in modo giusto il guardaroba
Questa rubrica, oggi, termina e lascia spazio al vuoto, al cosiddetto “silenzio elettorale” che precede la giornata di domenica, durante la quale si svolgerà il rito democratico vero e proprio, una meraviglia che si rinnova: sperando di essere stati d’aiuto ai nostri lettori, e non avendo nascosto le nostre preferenze politiche, concludiamo con una rassegna delle possibilità che ciascuno di noi troverà, nel segreto dell’urna. Prima, però, una piccola critica ai nostri organi d’informazione: è mai possibile che nessuno abbia pensato per il voto di domenica di consigliare all’elettore i capi di vestiario alla moda che sarebbe bene indossare, nel recarsi ai seggi? Proprio nel Paese dell’alta moda, dell’abbigliamento di lusso… che vergogna! Si sa che, al giorno d’oggi, l’identità politica è una fra le tante di cui possiamo dotarci e che concorre a definirci in misura minore di una volta e di quanto facciano i nostri gusti culturali, le nostre appartenenze religiose, le nostre credenze spirituali: perciò, per ripristinare un po’ della sua rilevanza, cosa di meglio che farne uno degli elementi del nostro stile esistenziale? Per ogni possibilità di voto, esiste un outfit adeguato: uno e solo uno, ovvero quello che riesca a esprimere alla perfezione la nostra intimità e che si accordi con il nostro comportamento elettorale.
Per esempio, Renzi e il suo partito sono riusciti, nonostante tutti questi anni di frequentazione dell’establishment, a conservare quell’aria sbarazzina che avevano agli esordi? Oppure votare per il Partito Democratico si accompagna irrimediabilmente alla grisaglia degli abiti ministeriali? C’è da dire che siamo partiti dal caso più difficile, essendo quella una comunità politica in mutazione – lo è da una trentina d’anni a questa parte, in realtà – ed essendo quel contenitore capace di ospitare tutto e il contrario di tutto.
Meno male che Silvio c’è: è confortante sapere che non tutte le tradizioni sono state demolite e che qualcosa resiste agli urti del tempo. State con Forza Italia sin dagli esordi? Sinceri complimenti, e vi invitiamo a non abbandonare i dettami del power dressing: Publitalia style per i sottoposti, doppio petto per i superiori.
Proseguiamo: è sensato appoggiare Potere al Popolo senza avere almeno un cane al proprio seguito o, meglio, una muta intera di grosse bestie pulciose? Senza sedersi per terra con una simil-birra Tennent’s Super? Mah. Femminismo, mistica del precariato, rivolta meridionalista… Ci siamo persi qualcosa? Ciò significa che Viola Carofalo è razzista? Omofoba? Carnivora? Non scherziamo: il consiglio è di dotarsi di molte spillette e di mantenere uno sguardo tanto sofferente quanto ingrugnito, perché il mondo là fuori è pieno di gente cattiva.
Sorvoliamo rapidamente sulla mestizia vintage di Liberi e Uguali e sui fieri stalinisti del (maiuscolo) PARTITO COMUNISTA di Marco Rizzo: maglione rosso d’ordinanza e giacca con le toppe, non si scappa. Infine, è possibile essere quartinternazionalisti, come Marco Ferrando di Per una sinistra rivoluzionaria, e non avere gli occhiali con la catenella di bertinottiana memoria – benché Bertinotti, certo, non fosse altro il volto umano della borghesia reazionaria –, da utilizzare qualora occorra leggere e commentare la corretta citazione trotskiana?
Se si dovesse, però, assegnare il premio al politico più charmant, colui/colei che abbia saputo raccogliere gli elettori indiscutibilmente più eleganti, questi non potrebbe non essere Emma Bonino: è presso di lei che si annida lo chic più irresistibile e, nel caso in cui stiate dalla sua parte, il vantaggio liberatorio sarà quello di poter confessare la vostra preferenza senza imbarazzo alcuno, anzi conquistando urletti di ammirazione e inviti a cena.
Comunque, che la si pensi in un modo o nell’altro, non agitatevi e non crediate che il mondo stia per finire, non siate melodrammatici! Male che vada, infatti, sarà soltanto l’Italia a finire e, comunque, avremo modo di risentirci su Radio Londra. Perciò, buone elezioni a tutti e buona primavera-estate!