Cartolina da Monaco
Istantanee dal razzismo
Cinema e teatro, in Germania, riflettono con lucidità e durezza sul clima di xenofobia che infiamma il Paese (come il mondo intero). Ne è una prova il bel film "Oltre la notte" di Fatih Akin
Il film uscito nelle sale italiane Oltre la notte del regista Faith Akin si intitola in lingua originale “Aus dem Nichts”, titolo che significa letteralmente “dal nulla”, perché la storia tratta veramente di qualcosa che è accaduto così all’improvviso, uscito fuori proprio da quel nulla che però può cambiare tutto. Perché la violenza, il terrore, così come il razzismo, sono sentimenti che insidiano lentamente, in maniera sottocutanea e che poi esplodono inaspettatamente proprio dal niente, poiché quei sintomi non si erano colti.
Nel film Oltre la Notte si racconta di Katja (Diane Kruger), una donna che in un momento perde il marito, turco, e il figlio rimasti vittime di un attentato a sfondo xenofobo. Katja non troverà giustizia nel sistema e pianificherà una vendetta per pareggiare i conti. Sebbene la vicenda del film nella fattispecie sia inventata, il contesto tuttavia in cui si colloca è tristemente reale. Infatti la Germania tra gli anni 1999-2004 fu colpita da cruenti atti terroristici nei confronti degli stranieri, in particolare contro le minoranze insediate nel Paese già da generazioni, tra cui la popolazione turca, per mano di un movimento di estrema destra neonazista. Il gruppo era noto come NSU Nationalistischer Untergrund ovvero “Sottofondo nazionalista”, responsabile non solo di attentati, ma anche di rapine. Dei tre fondatori fu arrestata nel 2011 solo Beate Zschäpse, poiché gli altri due furono trovati morti a causa di un incendio nel camper in cui vivevano. Dal 2011 in Germania si sta svolgendo un processo che ha avuto e ancora ha una grande risonanza mediatica, specialmente a causa delle sue controverse e del suo prolungamento, noto come NSU-Prozess.
Questi atti, avvenuti quasi una quindicina di anni fa non sono purtroppo un ricordo lontano ma un tema molto attuale, non solo per via del processo ancora in corso, ma perché spingono la società a riflettere più a fondo sul fatto che il problema del razzismo non nasce così “dal nulla” e che anche in questo modo non scomparirà. Infatti, a distanza di anni in Germania è nata, intorno al 2014, la Pegida, un’organizzazione nazionalista di estrema destra, xenofoba ed islamofoba, che si è allargata a macchia d’occhio, la quale protesta contro l’arrivo e la presenza di stranieri. E allora: basta arrestare i responsabili di atti atroci per far scomparire l’odio e la paura dello straniero? Purtroppo no. In Germania il problema delle minoranze, specialmente turche ed arabe, è ancora molto presente e ci sono certamente preconcetti, pregiudizi che non fanno altro che dividere le comunità tra di loro provocando una chiusura a chioccia.
In questa cornice quindi, qual è allora il ruolo che può e deve avere l’arte, il cinema, il teatro? Soprattutto negli ultimi anni – forse proprio per via dell’”ondata nera” che certo ha colpito non solo la Germania ma tutta l’Europa – il teatro si è sentito chiamato a trattare questo tema, appartenente ad un passato molto più vicino di quanto sembri. Da teatri sono stati organizzati incontri di letture dei protocolli del processo, molti spettacoli hanno avuto il desiderio di analizzare, trattare con freddezza e sconcerto quanto accaduto e di riflette su quella sorta di effetto doppler che si è creato, del quale ancora se ne sentono gli echi. Tra questi anche Off the Record- Die Mauer des Schweigen (Il muro del silenzio) della regista Christiane Mudra, con debutto il 3 novembre 2016 al teatro HochX di Monaco, nel quale la regista si è concentrata sul fallimento delle istituzioni all’interno dell’NSU-Prozess. Infine, per un pubblico più vasto, arriva ora Oltre la Notte di Fatih Akin, regista tedesco di origini turche, che si confronta con un tema a lui caro, ovvero raccontare un punto di vista della comunità turca in Germania e in questo frangente lo fa mettendo sul grande schermo un racconto tristemente vero e di grande attualità. Racconta una storia ben strutturata, suddivisa in capitoli, costruita come se avesse seguito alla lettera il concetto di tragico esposto da Aristotele, una parabola che parte dal basso e si innalza fino a cadere nel vortice del dolore.
Il regista tratta questa tematica con la giusta lucidità, rendendo la sua pellicola sì drammatica, ma al contempo mai esagerata, facendo sì che il tutto resti autentico e che Oltre la notte diventi un manifesto di riflessione su quello che è successo in Germania e le conseguenze che ancora comparta.