Roberto Mussapi
Every beat of my heart

I due mondi di Carifi

Nella voce del poeta pistoiese, filosofia occidentale e pensiero orientale si ricongiungono. Così il dolore di vivere si nutre della sete di amore. Un amore assoluto dove il bene prevale sul male

Roberto Carifi è uno dei poeti forti e inconfondibili della mia generazione. La sua cifra tragica, presente sin dalle origini, ha potenza poetica a volte raggelante, come da abisso bergmaniano. Ma nel corso del tempo la pur nobilissima radice tragica si irradia di altri nutrimenti, che portano i suoi versi a una stoica esemplarità. Forse le poesie amorose fondono magistralmente il senso di dolore, solitudine del vivere con l’incessante sete d’amore che anima la poesia. Qui amore assoluto, che misticamente (una mistica sufi, a mio sentire) coincide con il bene e fa letteralmente sparire il male.
Nutrito di filosofia occidentale e pensiero orientale, Carifi è una delle voci che ricongiungono i due mondi. Una voce unica, addolorata ma calda di passione.

 

Esatta è la parola

che viene a noi dal bene,

che afferra come la mano del destino

e piega le ginocchia

e l’uno all’altra ci abbandona.

Se resta un’ombra, amore,

non sarà l’ombra del peccato

ma quella che protegge dalla luce estrema,

che custodisce lo sguardo di chi ama.

A volte il tuo viso muta,

un fragile tremore bacia le tue labbra:

soltanto il bene si mostra così,

nella minuscola piega della pelle,

nel battito sottile dello sguardo.

Il male non ha rossori,

nulla lo lascia impallidire,

e si nasconde.

Roberto Carifi

(Da Amore d’autunno, Guanda, 1998)

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