Every beat of my heart
Rimare, un dono d’amore
La poesia secondo Yeats, diversamente da quelle dotte «teste pelate» che vi ricercano improbabili significati, è un atto semplice e assoluto. L'autore può essere un giovane che si rotola disperato nel letto sognando di farlo con la sua amata fremente di passione. Chi meglio di Catullo può saperlo?
Yeats è il poeta assoluto, magico, sapienziale al punto da divenire naturale. Nel mondo britannico è noto quasi quanto Shakespeare, è il poeta che riporta nel Novecento l’incanto. E anche quando scrive versi modulati a calma ironia, il pensiero è profondo, rivelante, assoluto: nella semplicità quotidiana, nel motto, avendo egli appreso tanto dal Maestro Billy. Yeats è poeta di cultura straordinaria, antropologica, esoterica, filosofica, religiosa, ma la sua è una cultura poetica, non accademica.
Ecco che quando rappresenta i dotti mette in scena i critici, i sapienti, quelli che chiosano le poesie che altri hanno scritto: e non intuiscono, quelle «rispettabili teste pelate», cercando significati letterari improbabili, non intuiscono che quei versi furono scritti da un giovane che si rotolava nel letto, disperato d’amore. Che cercava e voleva e sognava di rotolarsi nel letto o anche nel fienile con la ragazza che lo faceva fremere di passione. Ragazza anche ignorante, forse: la poesia si scrive per avere amore anche da chi è illetterato. Per questo è un atto giovanile, entusiastico, ruspante e creante, e un dono d’amore. I dotti non lo capiranno mai. Forse nemmeno il poeta, ma lo fa, per vivere. Come il grande poeta, il grande, disperatamente innamorato Catullo.
I dotti
Teste pelate immemori dei loro peccati,
vecchie, erudite, rispettabili teste pelate
annotano e pubblicano versi
che giovani rimarono, disperati d’amore,
agitandosi nei loro letti, per blandire
l’orecchio ignorante dell’amata.
Tutti strascinano, tossiscono nell’inchiostro,
tutti logorano il tappeto con le scarpe,
tutti pensano quello che pensano gli altri,
tutti conoscono chi il vicino conosce,
mio Dio, che cosa mai direbbero
se arrivasse lì il loro Catullo?
Wiliam Butler Yeats
(Traduzione di Roberto Mussapi)