A proposito di “Non fa niente”
Fatti del Novecento
Margherita Oggero racconta la storia di due amiche la cui vita (fatta di sogni come di delusioni) attraversa un secolo intero. Elogio di un'amicizia descritta con un linguaggio forte e sicuro
Non fa niente (Einaudi) di Margherita Oggero, è un romanzo denso, ricco, per scrittura e contenuti. La storia attraversa gli anni più significativi del ‘900, quelli che ci riguardano da vicino, dalle leggi razziali in Germania, al secondo conflitto mondiale, passando attraverso il boom economico degli anni ’60, fino ad arrivare ai cosiddetti “anni di piombo”, al terrorismo, ai successivi maxi processi contro i terroristi, alla caduta del Muro di Berlino.
La “Storia” dei nostri giorni, dei giorni dell’Italia – con un modo di narrare originale, che non segue un percorso canonico nel raccontare, ma procede attraverso squarci del passato e del presente – accompagna le vicende della tedesca Esther, ebrea scampata per un filo all’Olocausto e Rosanna, semplice ragazza della provincia torinese dotata di due caratteristiche importanti: la bellezza e una certa abnegazione.
La storia di queste due donne, l’una benestante, sposata ad un ricco ingegnere torinese, l’altra povera, cresciuta in mezzo alle risaie, che non ha potuto studiare, s’intrecciano per una vicenda comune di grande importanza: la maternità. Esther, che viene da un passato di sofferenze e di mancanze, felicemente sposata con l’ingegnere Riccardo Oliviero, scopre di essere sterile, e fa la proposta a Rosanna – dalla vita familiare difficile, così giovane ma già con amarezze e delusioni da nascondere – di aiutarla ad avere un figlio, esattamente come nella Bibbia fece Sara per Abramo, chiedendo alla schiava Agar. Rosanna, che non è certo Agar, ma è devota a Esther, accetta. Dall’accordo tra le due donne, un figlio sarà concepito con il marito consenziente e innamorato della moglie Esther.
Andrea crescerà così con due madri, quella naturale, Rosanna, che nasconderà per sempre il segreto, lo svezzerà, gli farà da balia, governante, in seguito amica e confidente, e Esther, madre acquisita, che lo amerà quanto Rosanna. Da questo assunto nasce un’amicizia forte, importante, tra due donne, l’una di supporto all’altra. Esther, che è una donna lontana da stilemi convenzionali, farà studiare Rosanna, le permetterà d’imparare tre lingue, di impiegarsi e di fare carriera e Rosanna sarà per sempre devota ad Esther che, in ogni caso, le ha cambiato la vita. Intorno a loro gli uomini, i compagni, il marito di Esther che morirà nel pieno della vitalità umana e professionale, con la malattia del secolo: un carcinoma; e Nicola, musicista conosciuto da Rosanna successivamente, che sarà il suo compagno per molti anni, fino allo sfiorire dell’amore dovuto alla lontananza dell’uomo.
Una storia complessa, dove i sentimenti, che hanno un ruolo fondamentale, sono raccontanti esaminando in maniera esemplare le psicologie dei personaggi, dai principali ai secondari, le loro sfumature, gli anticonformismi, certe convenzioni borghesi o bigotte, le disperazioni della povertà, con una scrittura forte, lucida, che non cede mai al compiacimento o alla compassione.
Margherita Oggero, scrittrice di comprovata esperienza e fama, autrice di svariati romanzi, vincitrice nel 2016 del Premio Bancarella – per la RAI ha scritto i soggetti della fortunata serie Provaci ancora prof, con Veronica Pivetti, ispirata ai suoi libri – consegna al lettore un romanzo esemplare per originalità della scrittura, per la bellezza della storia, che si attesta in maniera fortemente realistica, attuale.
Un romanzo che percorre in maniera sapiente molti anni della storia dell’Italia, come si diceva, senza mai perdere il ritmo, stancare o cedendo il passo alla semplice elencazione di fatti accaduti, invece accordandola perfettamente ad una storia piena di umanità, dove il sodalizio femminile ne diventa il nucleo centrale.
Non fa niente è un bel romanzo, scritto in maniera egregia, che ci ricorda che esistono sentimenti come l’amicizia, l’amore, punteggiati dal dolore e da tutto ciò che si chiama vivere.
Accanto al titolo, Felice Casorati Ritratto di Silvana Cenni, 1922.