Paola Benadusi Marzocca
“Un amore adolescente” di Helga Schneider

Il riscatto di Liesèl

Nell’Austria postbellica, una giovane fa i conti con il passato oscurato dalle contraddizioni dell’Anschluss e si misura con un futuro minato da insicurezze e dolori. È un bell’affresco storico oltre che dell’età giovanile il nuovo romanzo per young adults dell’autrice di “Stelle di cannella”

Helga Schneider nel suo ultimo romanzo, Un amore adolescente (Salani, 352 pagine, 14,90 euro), offre un affresco magistrale dell’età giovanile con le sue impennate, le sue frustrazioni, le sue speranze. Con nitida chiarezza l’autrice dell’indimenticabile Stelle di cannella (Salani), attraverso la figura di Liesèl, proietta il lettore in un periodo storico ricco di contraddizioni e di dolorosa memoria in seguito all’annessione dell’Austria alla Germania nazista da parte di Adolf Hitler. Lo scenario è l’Austria degli anni 50, Liesèl, la giovane protagonista, nella sua crescita interiore non è troppo diversa da una coetanea dei nostri giorni, tutta tesa alla scoperta di se stessa in un drammatico confronto con la generazione che l’ha preceduta.

Soprattutto problematico e doloroso è il rapporto con la matrigna, persona negativa e ostile, che la detesta per il suo temperamento deciso e ribelle. Questo conflitto per Liesèl comporterà l’allontanamento dalla casa paterna, con la separazione dal padre e dal fratello più piccolo che ama, in un luogo sconosciuto, un collegio cupo, dove inizialmente la ragazzina al primo impatto si sente abbandonata, in balia di un destino estraneo che assume i contorni di una minaccia. Colta da un attacco di panico, scappa piangendo. Ma il casuale incontro con un uomo anziano che fuma la pipa davanti a una fattoria le farà capire che forse quel vecchio castello medievale che è divenuto la sua casa, è un posto importante dal passato complesso e drammatico, che può trasformare la sua vita in una avventura degna di essere vissuta.

Da quel momento si scateneranno in Liesèl una serie di effetti impensabili che le faranno percepire il lato oscuro dell’esistenza umana, ma anche la gioia che dà la consapevolezza che nessuno è perfetto e, soprattutto, il lato forte e solare nascosto dentro se stessa. Per aiutarsi a uscire dal suo isolamento interiore, che le crea uno stato di perenne malinconia e malessere accresciuti dalla presenza ostile di una compagna che fa di tutto per manifestarle il suo disprezzo, Liesèl comincia scrivere un diario in cui descrive sentimenti, impressioni, stati d’animo, emozioni che non sarebbe riuscita in altro modo a esprimere. E dietro invito dei professori organizza un giornale con la collaborazione delle poche amiche e amici che ha incontrato. Questo segnerà il suo riscatto. La sua forte volontà, il senso di disciplina che scandisce le sue giornate diventano un baluardo per far fronte alle brutture della vita e raggiungere obiettivi insperati.

La sete di valori e sentimenti presente in Liesèl come in altri giovani del collegio si esprimerà anche nella ricerca dell’amore in forma travolgente, pur accompagnato dalle inevitabili delusioni. E saranno proprio le parole del vecchio fattore a colpire profondamente Liesèl e ad aiutarla nella ricerca della propria identità: «Il mondo è pieno di Male, ma se Dio è onnipotente, il Male non dovrebbe esistere, perché lui potrebbe troncarlo sul nascere…». Ma se il Male è espressione di una potenza antica, le cui ragioni sfuggono alla comprensione degli uomini, esiste anche il Bene in quanto coscienza dei propri valori e della tensione morale che sola può contrastarlo.

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