Marco Ferrari
A proposito di “A Santiago c’è una piazza”

Italiani migranti

Fabio Evangelisti ha ricostruito l'avventura, dalle Apuane alle Ande, del cugino Alberto Rosselli, emigrato in America Latina nel 1949. Una storia esemplare di quando a chiedere ospitalità al mondo eravamo noi...

Dalla Apuane alle Ande. È il tragitto di Alberto Rosselli, classe 1930, partito da Carrara per approdare dopo varie peripezie a Santiago del Cile trascinandosi dietro i propri ricordi di infanzia: «So che abitavamo in via Loris Giorgi, al numero 2, terzo piano. Ai miei tempi si chiamava via Alberica. Come la grande piazza con la statua di Maria Beatrice d’Este che sta in fondo a quella stessa strada. Beatrice. Già, un nome che avrebbe poi avuto un peso rilevante nella mia vita. Da bambino difficilmente uscivo da quel quadrilatero delimitato da quella piazza, da via Ghibellina, il Duomo e via Santa Maria. Ricordo il mercatino di piazza delle Erbe, con la frutta e la verdura messa in vendita su pochi e poveri banchi».

Rimasto senza madre, morta il 22 gennaio del 1944 all’età di 39 anni per una banale broncopolmonite, con la città ancora occupata dai nazisti e con un padre quasi sempre assente, Alberto andò a vivere con gli zii ma pensò subito di andarsene. Entrò nella resistenza, partecipò alla liberazione di Genova, sembrava aprirsi per lui e suo fratello un periodo di riscatto, invece la vita gli stava preparando un altro amaro appuntamento: il suicidio del padre per impiccagione. Oramai solo, riuscì a salpare nel novembre del 1949 a bordo della motonave “Toscanelli” grazie ad uno zio che gli offrì un passaggio agevolato per i parenti dei dipendenti della NGI, la compagnia di navigazione nazionale.

A rintracciare Alberto Rosselli, dopo tanto tempo, è stato il secondo cugino Fabio Evangelisti, a lungo deputato del Pds e dell’Italia dei Valori, ricavandone un ritratto di famiglia, ma soprattutto dell’emigrazione italiana in Sud America nel libro A Santiago c’è una piazza (pagg. 208, Euro 16,50) con introduzione di Luca Telese, edito da Tarka, ultima avventura di un editore di lungo corso come Franco Muzzio.

Evangelisti lo ha scovato al dodicesimo piano dell’edificio di Via Malaga all’angolo fra Calle Màlaga e Calle R. Sanchez, nell’elegante comuna de Las Condes a Santiago de Chile. Nella bella abitazione dove Alberto e la moglie Betty vivono da oltre vent’anni, Evangelisti ha realizzato “il come” raccontare questo “viaggio”. Un viaggio geografico ma anche esistenziale. Se oggi da Roma a Santiago de Chile c’è un volo Alitalia diretto di quindici ore, dopo la guerra serviva almeno un mese di navigazione per arrivare da questa parte dell’Oceano Pacifico attraccando prima a Montevideo, poi a Buenos Aires. «Milioni d’italiani, fra l’800 e la prima metà del secolo scorso – scrive Evangelisti – erano saliti a bordo di quei piroscafi a vapore o motonavi dai nomi evocativi: Saturnia, Vulcania, Neptunia e Oceania. Diversi fra loro son poi riusciti a scrivere pagine di successo e belle storie d’integrazione in un mare di difficoltà e sofferenze. Quasi non c’è famiglia italiana che non tenga appesa in salotto la foto ingiallita di un qualche lontano parente emigrato a cercar fortuna. Qualcuno c’è riuscito, qualcuno no».

Nel caso di Rosselli si tratta di un orfano che nei mari del sud affronta avventure, desideri, paure, speranze, successi, fallimenti, amori e delusioni prima di approdare in quella piazza di Santiago che tutti conoscono: Piazza Italia, nota anche come “chilometro zero” da cui si misurano le distanze con altre località. Proprio in direzione delle Ande si trovano i palazzi più moderni, le case più belle, i locali più eleganti e alla moda. In direzione opposta, più ci si allontana dal centro e maggiore è il degrado e la povertà che si incontrano.

Evangelisti, saldando un debito di sangue e un affetto familiare, e colmando una assenza in famiglia, quasi un vuoto, si cimenta nell’impresa neorealista di ricostruire pezzo per pezzo la piccola grande scalata sociale di Rosselli in Sud America, da lavapiatti a Buenos Aires a imprenditore a Santiago. E lo fa utilizzando due metodi narrativi: scrivendo in terza persona e inventandosi un diario in prima persona con il racconto diretto da parte di Rosselli. Con l’aiuto di italiani, Rosselli affronta vari mestieri diventa camionista, poi imbianchino, fruttivendolo sino al viaggio in Cile nel 1955 rivelatore di tante possibilità, sempre nel campo del commercio e poi della ristorazione, a cominciare dall’avvio nel 1973 del ristorante Italiano “La Pizza Nostra” e quindi del “Ristorante Italiano” e dal 1997 della “Globe Italia”, azienda importatrice e distributrice di prodotti alimentari dalla Penisola. Sullo sfondo il tragico periodo di Pinochet e il rientro in Italia nel 1973 per rivedere il fratello e la sua Carrara. Un rientro con una valigia carica di perdono, per il padre, per la famiglia, per la cattiva sorte, per gli avversari politici. Dall’alto della sua età, Rosselli spera oggi di finire i suoi giorni in Italia, ma come tutti gli emigranti è diviso, dunque ha comprato due loculi per lui e Betty al Cementerio Parque de Santiago, sperando che qualcuno vada un giorno a posare un fiore della sua tomba.

Fabio Evangelisti, nato a Massa nel ’54, ha iniziato a scrivere quale corrispondente de l’Unità. Dopo gli anni della formazione e dell’impegno militante, ha avviato un percorso che dai banchi del consiglio comunale lo ha portato a ricoprire incarichi istituzionali ai massimi livelli con ben cinque legislature alla Camera dei Deputati. Si è particolarmente occupato di democrazia, migrazioni e diritti delle minoranze. È stato membro della Commissione Affari Esteri e dell’Osservatorio sui fenomeni della xenofobia e del razzismo. Fra le esperienze più rilevanti gli incarichi di Presidente della Delegazione Parlamentare al Consiglio d’Europa e alla Ueo (Organizzazione dell’Europa Occidentale) e Presidente del Comitato Bicamerale Schengen-Europol. «La madre di Alberto era la sorella di mio nonno, dunque quando ho capito che un patrimonio famigliare così importante poteva essere dimenticato – racconta Evangelisti – sono partito per il Cile, un paese bellissimo che non ho visto poiché per un mese mi sono chiuso in casa con mio cugino e ne sono uscito con un libro già praticamente finito».

La versione cartacea nel libro si può comprare online su tutte le grandi librerie (Amazon, IBS, Mondadori, laFeltrinelli ecc.), nonché sul sito dell’editore (www.tarka.it). Lo stesso vale per la versione ebook. http://www.tarka.it/tarka-shop/libri/a-santiago-una-piazza.

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