Francesco Arturo Saponaro
“Assemblaggi provvisori” allo Scompiglio

Joni Mitchell & Monteverdi

Conclusa la rassegna multidisciplinare che si è svolta vicino Lucca. Quest’anno un’edizione singolare del capolavoro monteverdiano “Il combattimento di Tancredi e Clorinda”. Introdotto da una “Suite” ispirata alla cantautrice canadese

Arti visive e performative sperimentali, imprevedibili, eterodosse vi sono di casa. Tra le colline di Vorno, presso Lucca, nella Tenuta dello Scompiglio – azienda agricola di circa duecento ettari, dotata anche di una cucina che serve vivande a km zero – dal 2007 la regista e performer Cecilia Bertoni ha varato e dirige l’omonima Accademia dello Scompiglio. È un progetto che si dispiega in spazi interni ed esterni creati ad hoc da un piano architettonico, integrato all’ambiente naturale. In questa cornice si è appena chiusa la rassegna Assemblaggi provvisori, programmazione multidisciplinare incentrata sull’identità di genere, e inaugurata nel marzo 2016 con Harlekin di Karlheinz Stockhausen, con oltre settanta appuntamenti, tra i quali dieci concerti, affidati questi ultimi alla direzione artistica di Antonio Caggiano. Proprio un concerto ha ora suggellato l’intera iniziativa, con un’edizione molto particolare del Combattimento di Tancredi e Clorinda, di Claudio Monteverdi, del quale si celebra il 450° anniversario della nascita. Il Combattimento è ispirato all’episodio narrato da Torquato Tasso nel Libro XII della Gerusalemme Liberata, e costituisce un ciclo molto innovativo di madrigali a forte presa drammatica e rappresentativa, che Monteverdi inserì nel suo Ottavo Libro di madrigali, pubblicato a Venezia nel 1638.

L’edizione dello Scompiglio ha rivisitato e interpolato il capolavoro monteverdiano, snodandolo lungo un percorso in tre tappe distinte, in luoghi diversi della Tenuta. Si è così recuperata l’usanza in voga ai tempi di Monteverdi, quando si faceva precedere Il combattimento di Tancredi e Clorinda da un momento più leggero, che bilanciasse un ascolto tanto fatale e coinvolgente. Sicché l’esecuzione ha avuto inizio con Suite for Joni, di Luigi Pecchia, per soprano e strumenti: un medaglione creato ad hoc, e dedicato a Joni Mitchell, cantautrice canadese, apripista del cantautorato al femminile negli anni sessanta e settanta del Novecento, affermatasi come icona della musica folk, e in seguito anche di esperienze vicine al blues e al jazz. Una suite di cinque pezzi dal repertorio della Mitchell, nel raffinato arrangiamento di Luigi Pecchia, al clavicembalo e alla testa dei bravi interpreti del Limes Ensemble: Francesca Vicari e Antonio De Secondi, violini, Francesco Negroni, viola, Diego Roncalli, violoncello, Luca Cola, contrabbasso. Intenso, penetrante l’accento interpretativo del soprano Manuela Custer, attrice vivace ma dalla vocalità disomogenea nei passaggi tra un registro e l’altro, con frequenti scarti timbrici e di colore.

All’aperto, in un raccolto, suggestivo spazio sullo sfondo di un elegante ninfeo, si è svolta la seconda parte dello spettacolo. La recitazione dei versi del Tasso, scandita dall’interpretazione di Marialucia Carones, e icasticamente sorretta dalle percussioni di Antonio Caggiano e dal live electronic di Giuseppe Silvi, ha esaltato il monumentale episodio col risultato di avvolgere ed emozionare l’uditorio. Infine, Il combattimento di Tancredi e Clorinda vero e proprio di Monteverdi, nella sala dello SPE, Spazio Performatico ed Espositivo sempre all’interno della tenuta dello Scompiglio. Uno spazio progettato e costruito, con generosità lungimirante, per ospitare spettacoli. Spazio che funziona molto bene per lavori di prosa o espositivi, e che invece non risulta altrettanto adatto ad ascolti musicali, penalizzati dalla sordità dell’ambiente. Qui occorrerà senz’altro qualche intervento architettonico e acustico.

Al di là di tali inconvenienti, anche in questa terza parte molto apprezzabile è riuscito l’impegno di Luigi Pecchia, del Limes Ensemble, di Manuela Custer. A quest’ultima, va riconosciuta la generosità di una prova che, in un solo esecutore vocale, si è assunta tre parti: il narratore e i due contendenti, Tancredi e Clorinda. E qui il soprano si è disimpegnato onorevolmente, con esito drammatico senz’altro convincente. Con Il combattimento di Tancredi e Clorinda, un unicum fino a quell’epoca, Claudio Monteverdi ha segnato una svolta nella storia della musica occidentale. Le novità ritmiche e strumentali – l’inedito impiego di note velocemente ribattute che si evolveranno nel tremolo, del pizzicato negli archi, l’uso di un ensemble strumentale omogeneo che poi diverrà orchestra – e l’introduzione di un linguaggio musicale veloce, contrastato, intermittente e quanto mai teatrale nel porgere vicende e sentimenti, fanno di questo monumento una pagina tra le più sperimentali e nuove in campo musicale. L’Accademia dello Scompiglio, e i musicisti suoi ospiti, hanno di che essere soddisfatti dell’impresa.

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