Delia Morea
A proposito di “Tutti i racconti"

L’altro Gozzano

Avagliano pubblica (a cura di Flaminio Di Biagi) la raccolta completa delle prose di Guido Gozzano. Alla scoperta di un grande autore che raccontò le inquietudini del Novecento senza cadere nella rete degli "ismi"

Guido Gozzano, (nato a Torino nel 1883 e morto nel 1916), collocato tra i poeti crepuscolari, anzi forse ritenuto il padre della corrente post-decadente del crepuscolarismo, inizialmente si dedicò alla poesia avendo come punto di riferimento Gabriele D’Annunzio. Successivamente, si avvicinò a poeti intimisti come Giovanni Pascoli, poi denominati “crepuscolari”, ed è conosciuto ai più soltanto come poeta (molti per reminescenze scolastiche), ma nella sua breve vita (morì a soli 32 anni stroncato dalla tubercolosi) è stato anche prolifico autore in prosa. Due raccolte poetiche segnarono la sua strada letteraria: La via del rifugio (1907), 30 poesie, accolte all’epoca in maniera molto favorevole, tra le quali L’amica di nonna Speranza; e I colloqui (1911), divisa in tre sezioni, ritenuta oggi di grande e profetica modernità, che valse a Gozzano la fama e una richiesta di collaborazione presso importanti riviste e quotidiani, come La Stampa, Le Lettura, La Donna, sulle cui pagine pubblicò ancora poesie e racconti.

Gozzano, inquieto uomo del suo tempo, sin da giovane partecipò attivamente alla vita letteraria torinese, a circoli letterari importanti, seguì le lezioni di Arturo Graf e mancò la laurea in legge in nome degli ideali letterari.

Per quanto attiene la prolifica produzione in prosa (tenendo conto che alcune delle sue poesie hanno già una forte impronta prosastica), esistono due raccolte di fiabe: I tre talismani (1914), La principessa si sposa (1917), una pubblicazione postuma: Verso la cuna del mondo. Lettere dall’India (1917) corrispondenza letteraria relativa al viaggio in India (quasi un pellegrinaggio), compiuto da Gozzano nel 1912 con la speranza di mitigare la tubercolosi. E ancora una pubblicazione in versi rimasta incompiuta: Farfalle o epistole entomologiche. Infine una fertile produzione di racconti e novelle, radunati in alcune raccolte postume, di cui una più completa è del 1983: I sandali della diva (Serra e Riva editori) a cura di Giuliana Nuvoli.

guido dozzano tutti i raccontiÈ di recentissima pubblicazione, ad opera di Avagliano editore, il volume Tutti i racconti (pag. 448) a cura di Flaminio Di Biagi, in cui è radunata per la prima volta l’intera produzione di racconti di Guido Gozzano. Un’opera pregevole che mancava nel panorama letterario italiano, corredata dal saggio iniziale (L’altra “Maschera” di Gozzano: i racconti) di Flaminio Di Biagi, nel quale la produzione in prosa dell’autore viene esaminata in maniera esaustiva e profonda, con una lettura “nuova” che restituisce un Guido Gozzano molto più contemporaneo, di quanto fino ad oggi sia stato ritenuto. Visione che condividiamo perché leggendo i 36 racconti della raccolta ci si accorge da subito che Gozzano, pur essendo un uomo del suo tempo, di quell’inizio del Novecento che si dibatteva tra i nuovi “ismi” (Dadaismo, Futurismo, ecc.) che si annunciavano in tutte le forme d’arte, e i bigottismi di una certa letteratura e società ancora legata a modelli del passato, dimostra però in questi affascinanti racconti una maggiore modernità e apertura.

Un Gozzano che ci fa pensare al tormento dell’uomo moderno, alla sua incomunicabilità, che potrebbe essere considerato padre di autori come Italo Svevo, Pirandello che di questo tormento e incomunicabilità ne fecero lucida analisi. E per quanto molti degli ambienti dei suoi racconti siano specificatamente alto borghesi (Gozzano proveniva da una famiglia benestante che alla morte del padre subì una sorta di tracollo economico), quegli stessi ambienti sono spesso guardati dal poeta con la lente dell’ironia, del distacco, forse anche con un certo cinismo, tanto che l’ironia divertita è uno dei motori portanti della raccolta. Ci troviamo di fronte a soggetti variegati, talvolta favolistici oppure legati ad una visione ossianica, tanto cara alla poesia inglese inizio Ottocento, ma più spesso campeggia un certo autobiografismo che restituisce tanta verità. Gozzano visse in un momento storico difficile: l’Italia si avviava verso il baratro della I guerra mondiale ma non tralasciava il godimento del vivere, del cogliere l’attimo, o delle promesse d’amore.

guido-gozzano2Questi racconti sono permeati da un ventaglio di suggestioni ma soprattutto, specie negli ultimi, che raccontano della partenza per la guerra, campeggia l’ala della morte, della possibile scomparsa dalla vita. La sensazione della morte accompagnò sempre Guido Gozzano che sapeva di essere condannato a vita breve. Ecco perché negli ultimi racconti il poeta forse rinuncia al cinismo, all’ironia divertita, in nome di una riflessione più composta e intimista e i suoi personaggi maschili da dandy un po’ cinici, o sani e robusti giovani di belle speranze o, ancora, mariti fedeli “eticamente fondati ed industriosi”, si trasformano in soldati che vanno verso la guerra, dunque verso l’incognita e il possibile distacco dalla vita. Così le figure femminili, femme fatale, o fresche giovinette, o donne misteriose, ma mai sottomesse sempre con personalità delineate, anche loro si raccolgono intorno a questo grande dramma che sconvolgerà l’Europa. Infine i racconti hanno un forte coté teatrale e cinematografico, sono visibili, vivaci, con dialoghi spiritosi o taglienti, o di forte impronta verista, alcuni di loro giusti per una messa in scena.

Una raccolta importante, si diceva, che illumina di nuova luce Guido Gozzano, una rivalutazione giusta per il poeta di “non amo che le rose che non colsi”, il finissimo e straordinario cantore di un’epoca sia nella poesia che nella prosa, a lungo, forse, relegato solo sui libri di scuola.

La pubblicazione di Avagliano editore è corredata da una nota bio-bibliografica e da una altrettanto interessante nota editoriale. Un’opera completa che arricchisce il nostro panorama letterario, da leggere.

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