Giorgio Patrizi
A proposito di “Your Blue Velvet”

La donna di tutti

Attraverso la lente dell'erotismo, Patrizia Valentini racconta la storia di una donna "provvisoria", che ha bisogno di rivelarsi nell’incanto della dinamica dei sensi

Your Blue Velvet (edizioni ErosCultura.com, 132 pagine, 8 euro) intitola la sua nuova raccolta di racconti Patrizia Valentini, autrice di narrazioni tra l’erotico e il fantastico che ha già dato prova di ottime doti di affabulatrice, soprattutto attorno a Velvet. Ora ci ripropone questo suo personaggio in una raffinata serie di racconti che declinano nei modi più diversi la vitalità erotica di questa innocente e incalzante testimone dell’universo del sesso. Come sottolinea nella sua bella prefazione Lietta Manganelli, per l’inquieta fanciulla la parola “amore” è sconosciuta, mai pronunciata o allusa. Mentre domina una sessualità accesa, sempre alla ricerca di un’affermazione e di un riconoscimento, tesi al raggiungimento del piacere come realizzazione di se stessa e di una utopia di solidarietà universale.

Your Blue Velvet partrizia valentiniE questa ricerca, richiesta, di gioia nel rapporto con l’altro – chiunque sia disposto ad entrare nella sfera dello scambio di emozioni – si articola in una serie di episodi ambientati negli spazi più diversi di una quotidianità per lo più urbana. Dove i protagonisti maschili ruotano con una varietà di visi, comportamenti, attorno al fuoco costante dell’azione e del racconto, come in una “ronde” di importante ascendenza letteraria (naturalmente la grande commedia di Arthur Schnitzler, ma anche il film che ne trasse Max Ophuls nel ’50): il fuoco è appunto Velvet, semplice, diretta, sfrontata ma precisa nella sua voglia di dare e procurare gioia. D’altronde, attorno a questa identità della protagonista, eternamente proiettata sull’altro, la Valentini presenta un incipit di chiarezza e precisione, pirandellianamente, una, nessuna e centomila: «Sono un’invenzione. L’invenzione di me stessa. Forse una disadattata che cerca un posto nel mondo. Spesso attraverso il mio corpo e le seduzioni che trasmette… Mi aspetto tanto da questa vita e non posso essere solo una. Non mi basta. Non è sufficiente per rendermi felice».

E quindi, a partire da questa condizione di necessaria provvisorietà, scaturisce il bisogno di raccontarsi, di rivelarsi nell’incanto della dinamica dei sensi, della scoperta ogni giorno rinnovata del proprio corpo e del suo modo di fruire degli altri corpi: prossemica, gestualità. Linguaggio. Danza, come suggerisce ancora Lietta Manganelli. Gli incontri sessuali sono preparati e scanditi dall’osservazione minuziosa dei particolari di cose, ambienti, gesti che costruiscono una cornice realistica e soprattutto suggeriscono una grazia sottile che, anche laddove apparentemente può sembrare affermarsi il “brutto” (il sangue, il fango), in realtà ammanta tutto in un sorridente approccio al mondo degli oggetti e della materia. Tutto è avvolto dalla vitalità emozionata che redime ogni cosa, la porta in quel cielo dove il corpo è gioia e supera limiti e confini. Per questo Velvet è di tutti, per questo la lettura delle sue avventure accompagna il riconoscimento di un’esistenza votata ad una celebrazione dell’incontro con l’alterità, che sa tanto di utopia.

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