Itinerari per un giorno di festa
L’Italia restaurata
Accesso libero ai tesori del Bel Paese sabato e domenica per la venticinquesima edizione delle Giornate del Fai. Particolare attenzione riservata alle regioni colpite dal terremoto, a partire dal Deposito di Santo Chiodo vicino a Spoleto, ricovero per beni artistici
C’è un luogo massimamente significativo tra i mille che si possono eccezionalmente visitare domani e domenica in occasione della venticinquesima edizione delle Giornate Fai di Primavera: è il ricovero dei beni artistici danneggiati dai terremoti. Ma anche quello dove le meraviglie d’Italia trovano asilo quando ancora non sono state ferite, ma potrebbero esserlo. L’ostello della nostra eccellenza culturale in pericolo è il Deposito di Santo Chiodo, nella martoriata Umbria, in provincia di Spoleto. Fu ideato dopo il terremoto del 1997 e ultimato nel 2008 con l’obiettivo di dotare il territorio di una struttura antisismica fornita di attrezzature adeguate nella quale ricoverare capolavori prelevati in situazioni di rischio per calamità naturali. Ne ospita cinquemila oltre a materiale archeologico proveniente dalla Valnerina. La visita (domenica 26 dalle 10 alle 17,30, ingresso consentito a gruppi di 15 persone al massimo) testimonia l’importanza del patrimonio culturale presente nel centro dell’Italia, dove fiorì l’ingegno di Giotto, per citare il nome più famoso, ma dove in tutti i secoli hanno operato pittori, scultori, intagliatori del legno, architetti, urbanisti, come fu, tutte queste cose insieme, Cola d’Amatrice. Ma entrare a Santo Chiodo consente anche di capire il lavoro svolto dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile e dal Ministero per i Beni Culturali per preservare l’identità di questi borghi e città. Negli ultimi mesi infatti è stato allestito un laboratorio di restauro in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze perché, come ha detto durante una visita il ministro Franceschini, «ogni opera restaurata deve tornare esattamente nel luogo da cui proviene».
Venti le Regioni nelle quali si celebrano le Giornate Fai di Primavera, che aprono 280 luoghi di culto, 260 palazzi e ville, 70 castelli e torri, 90 piccoli musei e biblioteche, 20 aree archeologiche, 14 teatri e anfiteatri, 8 cimiteri e due ex ospedali psichiatrici, tre isole, 7 zone militari e 29 accademie, 16 infrastrutture civili e industriali, 40 tra parchi e giardini (elenco e modalità di visita in www.giornatefai.it o tel. 02.467615219).
Ma qui vogliamo restare nelle regioni dove la terra ha da poco tremato. Dunque in Umbria, tra gli altri siti, si potranno scoprire a Spello i mosaici della Villa Romana di Porta Sant’Anna, costruita nella prima età augustea e rimaneggiata in grande residenza patrizia tra il II e il III secolo dopo Cristo. Fu rinvenuta nel luglio del 2005 vicino alle mura di Spello, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio. Nel marzo del 2014 iniziarono i lavori per la musealizzazione della villa, che permisero anche di individuare altri spazi, per un totale di venti sale portate alla luce. Tra cui spiccano, per dimensioni e strutture musive, il peristilio e il triclinio, dalla decorazione a scansioni modulari “a cuscini” e uno pseudo emblema di tradizione ellenistica, con una scena di mescita del vino. Meravigliano anche stucchi di altissima fattura non applicati direttamente alle pareti ma su lastre di laterizio aderenti ai muri per inibire l’umidità. Poiché l’apertura del sito si celebrerà ad aprile, questa del Fai è un’anteprima assoluta che avverrà domani dalle 15 alle 18 e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.
In Abruzzo si potrà entrare dove a nessuno è mai concesso, a meno che non sia un “addetto ai lavori”: il tunnel della Gran Sasso Spa, che ha l’ingresso ad Assergi, frazione de L’Aquila. Fu costruito negli anni Ottanta del Novecento in seguito alla scoperta di una enorme fonte di acqua durante i lavori di costruzione del Tunnel del Gran Sasso per l’autostrada L’Aquila-Teramo. È una struttura straordinaria dal punto di vista ingegneristico: il complesso sistema idraulico dell’acquedotto, che sarà illustrato ai visitatori, capta e convoglia l’acqua di un’unica sorgente rifornendo il capoluogo, i comuni della provincia e le zone del teramano. Funziona interamente a gravità, fatta eccezione di un piccolo sollevamento per rifornire la base della funivia, i laboratori di fisica nucleare e le case costruite per ospitare gli sfollati del terremoto del 2009. L’acqua viene convogliata nella galleria di presa attraverso un sistema di condotte di drenaggio, che si riuniscono in un’unica condotta di un metro di diametro che a sua volta porta il prezioso liquido in sei vasche di capacità ridotta e in seguito in due serbatoi di accumulo e riserva, interamente realizzati nella roccia. Le vasche hanno lo scopo di rallentare il decorso dell’acqua in modo da consentirne l’analisi prima che arrivi ai serbatoi di accumulo. E c’è anche una centralina che permette di valutarne la qualità, in attesa di ricevere la certificazione di acqua minerale: un tesoro insomma che scorre in tubature d’acciaio lungo la galleria che si distende per 1.346 metri. (Apertura domenica 26 ore 9,30-16,30 ma si potrà entrare nel tunnel solo condotti da una navetta messa a disposizione dell’Ama e previa prenotazione al numero 331 7663184).
Dalle acque nel tunnel a quelle termali. Ne è ricca Caramanico (Teramo) che le Giornate Fai presentano tra uno dei 51 borghi eletti tra quelli che con arte, architettura e folclore hanno modellato il paesaggio italiano, recependo peraltro l’iniziativa del Mibact che ha decretato quello in corso come l’Anno dei Borghi. Caramanico Terme è un villaggio medievale a 650 metri di altitudine nel cuore del Parco Nazionale della Majella. Sorgenti sulfuree e oligominerali ne fanno dal 1576 un posto dedicato al benessere e alla salute. In occasione delle Giornate Fai saranno aperte l’Abbazia di Santa Maria Maggiore, il Convento Ex Clarisse e le Chiese di San Maurizio, di San Nicola e quella di San Tommaso Becket, quattrocentesca, dichiarata monumento nazionale a inizio Novecento e recante un singolare connubio di culti pagani, ermetici, cristiani. Una passeggiata dentro l’abitato, circondato da mura antiche, avrà una guida, come la visita alla Valle dei Luchi e alla Riserva Naturale Valle dell’Ofento e Fiume Orta (le partenze del percorso naturalistico sono fissate domenica alle 10,30, 11,30 e 15).
Nelle Marche, ora, anch’esse toccate dal sisma dell’autunno scorso. Ecco Ascoli, col suo Teatro dei Filarmonici, sede di spettacoli a partire dal 1839. Fu costruito su disposizione della Società dei Filodrammatici, fondata dal Conte Orazio Piccolomini e composta dai nobili del capoluogo. Non solo teatro e opere liriche, qui. Anche eventi culturali e veglioni, fino alla prima proiezione cinematografica vista in città, nel 1913. Una destinazione d’uso che si confermerà quattro anni dopo e che sarà resa definitiva dal Comune che acquistò il Filarmonici nel 1994: sicché esso nell’immaginario collettivo della città è “il cinema” per antonomasia, pur ornato dalle sculture di Giorgio Paci, artista del luogo, e da stucchi e decorazioni profuse nei due ordini di palchi e fin sul loggione (apertura domani e domenica 10-13;15-18,30).
Ad Ascoli altra attrattiva è l’eccezionale visita a una collezione privata di arte maiolica. Appartiene all’ingegnere Giuseppe Matricardi che ha raccolto 600 pezzi realizzati tra Quattrocento e Ottocento, molti ovviamente provenienti da Castelli d’Abruzzo, borgo famoso nel Rinascimento appunto come “fabbrica” di oggetti in ceramica. Nella raccolta ci sono il corredo “Orsini-Colonna” e le più apprezzate maioliche cinquecentesche, dette le “Turchine”, fino ai reperti della committenza del Cardinal Alessandro Farnese, ovvero vasellame da tavola realizzato dalla bottega Pompei tra il 1574 e il 1589, e agli esemplari del laboratorio dei Grue, attivo nel Seicento. La Collezione Matricardi spalancherà le sue porte domani e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30. Ma soltanto a chi è in possesso dell’iscrizione al Fai. Si può effettuare in loco (39 euro annuali persona, 60 per una coppia, riduzioni per i giovani), come in altri siti di queste Giornate Fai. Ed è un regalo che si fa a se stessi – con la possibilità di avere visite, viaggi, riduzioni a teatri e musei per tutto l’anno – e al Bel Paese, che il Fondo Ambiente Italiano tutela e valorizza.