Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

La trama e l’ordito dei sogni: siamo noi

“La Tempesta”, capolavoro assoluto di Shakespeare e di ogni tempo. Roberto Mussapi, traduttore del brano qui presentato, spiega il fondamentale senso del termine “stuff” e delle sue ricadute nella storia degli uomini, del teatro e della letteratura…

«Noi siamo della stessa stoffa di cui sono fatti i sogni»: è una frase leggendaria, la pronuncia il mago Prospero in un momento culminante della Tempesta, uno dei capolavori assoluti di Shakespeare e di ogni tempo. Il mago, duca di Milano esiliato su un’isola caraibica, magica, popolata di voci, paragona la nostra natura umana a quella dei sogni: impalpabili, per definizione, incerti. Appaiono e si dileguano, tale è la sostanza dell’uomo. Prospero sta indicando anche la realtà della scena, del teatro, che d’incanto fa apparire storie, eventi, tragedie, tutte destinate a svanire nel nulla quando cala il sipario. Purtroppo in italiano, si traduce sempre il termine stuff non con “stoffa”, letterale, in un inglese antico e ricercato, non a caso scelto dall’autore, ma con l’approssimativo “sostanza”.
Sostanza è termine generico, sostanza è il ferro, duro e durevole, sostanza è il legno, solido anche se corruttibile, sostanza è l’acqua scorrevole e impalpabile, sostanza sono tante cose, solide o inconsistenti, più o meno dure o malleabili. La stoffa invece è una sostanza particolarissima: nasce dalla tessitura di fili, da un disegno che crea quella particolare, unica sostanza, dal nulla. Prima della stoffa, infatti, c’è il vuoto: la trama, a poco a poco, ordisce un tessuto, che acquista fisionomia, ma non solidità. Copre il nostro corpo o le pareti, o un mobile, o le finestre da cui si vedrebbe il paesaggio, mutando l’aspetto di tutto ciò che ammanta: stoffa sono i costumi degli attori, i lenzuoli dei fantasmi, stoffa è ciò che prende forma e illude proprio in quanto privo di consistenza propria. Ecco che dire che siamo della stessa stoffa dei sogni significa affermare la nostra natura effimera ma anche magica: nati dal nulla, da una trama invisibile, ci muoviamo leggeri sulla scena del mondo, e ciò che muove, ci anima, è un mistero celato da quel tessuto.
La storia del pensiero e della letteratura sono il racconto del sogno. Di infiniti sogni e del sogno che tutti li genera, comprende e dissolve. Il sogno anima la visione della realtà ulteriore in Platone, che in sogno ascende alla luce e al canto delle muse e delle sirene. Il mondo omerico è mosso e popolato di sogni. La Divina Commedia è un sogno, che ha inizio nella zona buia dell’incubo, e dagli inferi risale alla luce celestiale di Beatrice. Le Metamorfosi di Ovidio, la mucca da cui tutti hanno attinto il latte, come si sarebbe detto di Goethe in tempi a noi più vicini, è un incessante sogno di metatrasformazioni, e il teatro nelle sue forme supreme è la manifestazione del sogno e della sua potenza rivelante: in sogno appare, evocato dai saggi, lo spettro del re Dario, che svela alla regina vedova e ai sapienti cortigiani la realtà della disfatta dell’esercito persiano in Grecia, e la causa di tale disfatta. Prima di svanire dissolvendosi nell’aria svela il vero. Il sogno è la quintessenza della realtà del mondo: nel grande teatro di Calderon de la Barca, La vita è sogno.
In Shakespeare supremamente il sogno è portato e vissuto in tutta la sua potenza e inarrivabile complessità, dalle visioni incubose di Macbeth al Sogno di una notte di mezza estate, in cui la sua realtà nutre, notturnamente, l’uomo dormiente.

***

 

(c) Brighton and Hove Museums and Art Galleries; Supplied by The Public Catalogue Foundation

Ferdinando, hai l’aria stravolta, figlio mio,

e sembri atterrito: sii sereno.

Il nostro spettacolo è finito: i nostri attori,

come ti avevo detto, erano tutti spiriti

e si sono dissolti nell’aria sottile.

E come l’edificio su fondamenti invisibili di questa visione,

le torri ricoperte dalle nuvole, i palazzi sontuosi, i templi,

questo vasto globo e tutto quanto contiene,

tutto si dissolverà come un sogno.

Come la scena priva di sostanza ora svanita,

tutto senza lasciare traccia sarà svanito.

Noi siamo della stessa stoffa di cui sono fatti i sogni,

e la nostra piccola vita è circondata da un sonno.

William Shakespeare

(Da La tempesta, Atto quarto, scena prima, traduzione di Roberto Mussapi)

 

Facebooktwitterlinkedin