Every beat of my heart, la poesia
Mitico Dylan Thomas
Tornano, nella traduzione di Roberto Sanesi, i versi del bardo gallese che con il suo “Poems”, uscito nel 1952, avrebbe cambiato la sensibilità poetica del ‘900. Un libro e un anno importante anche per la poesia del secolo a venire
«La forza che dalla verde miccia spinge il fiore/ spinge la mia verde età; quella che spacca le radici agli alberi/ è la mia distruttrice./ E io sono muto per dire alla rosa contorta/ come la mia giovinezza è piegata da identica febbre invernale».
La forza poetica ondosa e ventosa, ansimante e palpitante con cui il giovane gallese Dylan Thomas si presenta al mondo con le sue poesie, libro dal titolo elementare, Poems, è miracolosamente la stessa metamorfosata forza animante nella natura, un fluido corrente nello stelo e nelle vene unisce piante e persone: la poesia è il canto di forza divina che unifica, scorrendo. I versi lancinanti rivelarono un grande giovanissimo bardo che avrebbe cambiato la sensibilità poetica del secolo con quel libro, uscito nel 1952, anno importante per la poesia del secolo e di quello a venire.
Ora grazie all’editore Guanda le poesie di Dylan Thomas tornano nella versione storica di Roberto Sanesi, uomo di cultura fondamentale per il secondo Novecento italiano, che fece parlare poeticamente inglese, con Eliot, Thomas, Hart Crane… Grandi anglisti d’Italia, pensiamo a Melchiori, Agostino Lombardo, ma Sanesi fu anglista e americanista diverso, nelle pieghe della poesia che nasceva in quei decenni.
Dylan Thomas, il poeta nel cui nome certo Robert Zinnerman avrebbe deciso di ribattezzarsi Bob Dylan, ebbe un immenso successo, forse propiziato dal consapevole coraggio magico della sua poesia e della sua conoscenza affondante e pescante nell’oscurità della terra come le radici portatrici di linfa, e nell’abisso dell’oceano come le onde, e nel mistero del semprepulsante cuore umano.
All’uscita delle poesie, nel mitico 1952, scriveva: «Ho letto da qualche parte di un pastore che, quando gli chiesero perché rivolgesse, dal centro dei suoi cerchi magici, ossequi rituali alla luna, per proteggere il suo gregge, rispose: “sarei un pazzo dannato se non lo facessi!”.
Queste poesie, con tutte le loro crudezze, dubbi e confusioni, sono scritte per amore dell’Uomo e in lode di Dio, e sarei un pazzo dannato se non lo fossero».
Tutto tutto e tutto gli aridi mondi accoppiano,
Ogni fantasma con la sua fantasima, l’uomo in contagio
Col grembo di sua gente senza forma.
Tutto ciò che da amnio e mammella si forma,
Urto di carne meccanica contro la mia,
Quadrate in questi mondi il circolo mortale.
Fiore fiorisci il fondersi di tutta la gente,
O luce nello zenit, o bocciolo accoppiato,
E la fiamma nella visione della carne.
Fuori dal mare, impeto dell’olio,
Orbita e tomba sangue pretenzioso,
Fiore fiorisci, tutto tutto e tutto.
Dylan Thomas
(Da Tutto tutto e tutto gli aridi monti sollevano, traduzione di Roberto Sanesi, da Dylan Thomas, Poesie, Guanda)