Un libro da riscoprire
La vita di Orlando
Edgarda Ferri, in "Uno dei tanti", ha recuperato la vicenda normale ed esemplare di Orlando Orlandi Posti, un ragazzo romano finito alle Fosse Ardeatine, vittima facile di una Storia difficile
Molti libri hanno come traccia portante un manoscritto ritrovato che nasconde in sé un mistero, l’autore, la storia o semplicemente come è stato ritrovato. In Uno dei tanti, Mondadori 2009 diverse versioni e prezzo, Edgarda Ferri non si basa su un mistero anche se parte da alcuni foglietti, non si può chiamarli altrimenti, che sono stati ritrovati in un cassetto dopo la morte di chi li custodiva. Si conosce chi gelosamente li aveva conservati dal 1943 in poi, come si conosce chi li ha vergati e chi li ha ritrovati e che nella storia non ricopre ruoli se non quello di aver voluto tenere viva una/la memoria di un giovane che non era indifferente e che una scelta di campo l’aveva fatta sapendo anche a quali rischi andava incontro. La storia che l’autrice ricompone con la memoria di sopravvissuti, documenti e ricerche è quella del giovane Orlando Orlandi Posti, un ragazzo orfano di padre che vive con la mamma nel quartiere Montesacro di Roma. Un quartiere che ancora si deve sviluppare e diventare quello dei giorni nostri, un luogo dove i ragazzi vanno ancora a fare il bagno nell’Aniene, l’altro fiume di Roma oltre il Tevere.
Pur nella sfortuna di aver perso il padre, il giovane Orlando e i suoi amici cercano di condurre una vita normale, se così si può dire, tra un allarme antincendio, la poca voglia di studiare e l’amore che a quell’età non può mancare. Ma la vita non è mai quella che vorremmo e Orlando abbraccia la lotta contro i nazi-fascisti, partecipa alle operazioni di sabotaggio ai convogli militari tedeschi dopo l’Otto settembre. Partecipa a diverse azione e senza essere mai catturato. Purtroppo al mondo esistono anche le spie e grazie a una di queste Orlando perde la libertà. Finisce nella tristemente nota via Tasso in balia degli aguzzini nazisti, parliamo di Kappler, Priebke e i loro sodali, tanto per intenderci. Ci finisce cinquanta giorni prima dell’attentato di via Rasella e della bestiale rappresaglia che prese il nome del luogo dove furono uccisi 335 tra partigiani, ebrei e semplici inermi cittadini romani e non, le tristemente famose Fosse Ardeatine, diventate note come Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto solo per citare le più conosciute turpi rappresaglie dei militari tedeschi.
Perché un libro per lui? Perché, appunto, era uno dei tanti, quei tanti che hanno contribuito a liberare l’Italia anche senza gesti clamorosi ma che comunque misero, e tantissimi persero, la vita a disposizione della causa. Ma perché Orlando Orlandi Posti morì? Fu solo per il suo essere un combattente per la libertà dal dominio fascista e nazista? No, morì anche per amore di una ragazza presente nel libro e a cui i “foglietti” erano indirizzati. Edgarda Ferri mischia la storia di giovane combattente con la sua storia d’amore, a senso unico?, e ne trae un libro emozionante anche per chi quel periodo lo ha studiato e approfondito su tanti testi di memorialistica o di saggistica. I bombardamenti, le fucilazioni, gli atti di eroismo e la crudele bestialità dei nazisti e dei loro complici fascisti italiani. Perché sia chiaro, le Fosse Ardeatine videro la partecipazione attiva degli italiani così come la deportazione degli ebrei dal ghetto del 16 ottobre 1943. Orlando è lì, nel mausoleo delle Fosse Ardeatine, è nella lapide che lo ricorda in via Maiella con gli altri Martiri di Montesacro. E, forse, sarà un po’ anche con voi dopo che avrete letto il libro.