Baldo Meo
Nel labirinto della Rete

La verità aggiornata

Un individuo era sotto processo e poi è stato assolto? La stampa web deve aggiornare le informazioni in modo visibile. Lo ha deciso il garante della Privacy. Ecco perché

La permanenza on line di articoli non aggiornati può rappresentare un problema serio per le persone al centro di vicende, soprattutto giudiziarie, che si sono poi concluse in maniera loro favorevole. Il diritto a vedere correttamente rappresentata la propria immagine e la propria identità sociale è dunque un aspetto non secondario della difesa dei diritti sulla rete. Per questo l’aggiornamento di articoli presenti negli archivi on line dei giornali deve rispettare modalità efficaci e in grado di assicurare una tutela effettiva e non formale delle persone.

La questione è stata affrontata di recente dal Garante per la protezione dei dati personali trattando il caso di un uomo che, coinvolto in una vicenda giudiziaria quando rivestiva un ruolo pubblico, era poi stato scagionato e la sua posizione processuale archiviata. L’uomo aveva quindi chiesto ad un quotidiano di aggiornare due articoli reperibili sul sito della testata che si erano occupati della sua vicenda ma che riportavano informazioni non corrette, perché non più attuali non corrispondendo più a quanto era realmente accaduto come dimostrato dalla successiva archiviazione del procedimento penale a suo carico. La permanenza sul sito del giornale di queste notizie “vecchie” era particolarmente grave dal suo punto di vista perché arrecavano un pregiudizio alla sua reputazione, personale e professionale.

Il giornale aveva provveduto ad aggiornare gli articoli, ma la modalità che era stata adottata – cioè una postilla a fine pagina – non aveva soddisfatto l’interessato, il quale si è dunque rivolto all’Autorità garante per la privacy.

Il Garante ha ritenuto il trattamento dei dati contenuti negli articoli mantenuti nell’archivio on line del quotidiano del tutto legittimo, ma ha tuttavia rilevato che il diritto del ricorrente di ottenere l’aggiornamento delle informazioni che lo riguardano deve essere garantito in presenza di fatti successivi che hanno modificato in maniera sostanziale quanto riportato a suo tempo nelle cronache sulla sua vicenda. Perché sia salvaguardata davvero l’identità sociale “attuale” di una persona, l’aggiornamento non può limitarsi ad annotazioni poco visibili. Non basta, come ha fatto il quotidiano in questione, mettere una postilla alla fine dell’articolo per dare conto degli sviluppi di una vicenda: occorre che i fatti successivamente accaduti siano posti immediatamente e bene in evidenza all’apertura dell’articolo on line, sia nel titolo che nel contenuto dell’anteprima (la cosiddetta “preview). Come? Inserendo, ad esempio, una nota accanto o sotto il titolo dell’articolo.

Le testate giornalistiche dovranno dunque tener conto di queste indicazioni del Garante e ricordarsene al momento di aggiornare, sulla base di una richiesta degli interessati che sia ovviamente fondata, gli articoli contenuti nei loro archivi on line.

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