Un nuovo libro del celebre etologo
Amici degli animali
Danilo Mainardi tenta di aiutarci a superare i pregiudizi che ancora ci dividono dal mondo animale. Svelandoci il nostro futuro con loro e spiegandoci perché i lupi non sono cattivi e anche i topi necessari...
Leggendo il libro di Danilo Mainardi, La città degli animali (Cairo, 155 pagine, 15 euro), viene fatto di interrogarsi sul perché tante persone sembrano non accorgersi della vita animale che le circonda. Un pensiero che effettivamente sorprende. Anche perché, come scrive l’autore, si dovrebbe «proprio imparare che le città del futuro non solo saranno sempre più umanamente multietniche, ma saranno anche multirazziali (animali domestici) e multispecifiche (quelli selvatici)». Etologo e divulgatore scientifico, famoso in ambito internazionale, Mainardi delinea un affresco delle realtà urbane ben più complesso di quello che ci appare, pittoresco e vitale. Rallegra sapere che esiste un mondo popolato di esseri le cui abitudini e atteggiamenti, nella loro particolarità, contribuiscono a farci meglio capire la realtà in cui viviamo. Chi l’avrebbe mai detto che esistono a Roma i cosiddetti “granchi di Traiano”? È vero che sono in pochi ad averli visti perché escono di notte e sono inoltre una specie rarissima in forte declino, ma è sicuro che nella valle dei Fori Imperiali, nelle canalizzazioni sotterranee dei Mercati Traianei e della Basilica Ulpia, vivono dei granchi che con gli anni hanno imboccato una strada evolutiva tutta loro, “il gigantismo”.
Ma non ci sono solo i granchi, tutta una serie di animali selvatici è penetrata nelle città e ormai ne fa parte, tra questi le volpi e i cinghiali. I lupi meritano un discorso a parte. Perseguitati nei secoli, ritenuti la personificazione dell’inganno e del male, animali che incutono paura nell’immaginario popolare, sono finalmente tornati alla ribalta. Come scrive Danilo Mainardi, il lupo è infatti un «predatore prezioso, fondamentale per il controllo e l’equilibrio delle comunità animali e vegetali e, quindi, per la stabilità dell’ecosistema». Dalle immagini registrate dalle telecamere nell’Appennino bolognese risulta completamente modificato lo stereotipo del lupo: non più quello cattivo di Cappuccetto Rosso di Charles Perrault, né il lupaccio prepotente e malvagio della favola di Esopo, ma anzi un animale dall’«anima bella e gioiosa», per niente sanguinario, intelligente, leale, espressivo, cavalleresco con i suoi simili. Insomma tutto il contrario dell’uomo, il vero temibile predatore dell’universo. Insegnare agli esseri umani che è possibile, anzi necessario rispettare i lupi imparando ad avere un rapporto equilibrato con l’ambiente che ci circonda, è un’impresa ardua, se non impossibile. Potrebbe aiutare la diffusione delle conoscenze scientifiche e la lettura di libri come quello del naturalista Giuseppe Festa, La Luna è dei Lupi (Salani), forse anche riscoprire la leggenda di San Francesco e il lupo. Ancora oggi con il suo Cantico delle Creature – vedi la versione di Angelo Branduardi e Luisa Zappa Branduardi, con i magnifici disegni di Mauro Evangelista (Gallucci) – il fragile fraticello colpisce bambini e adulti. E gli stormi di uccelli che accompagnano spesso la sua immagine dovrebbero fare accettare con simpatia le varie specie che occupano le strutture urbane.
«Sinantropi è una parola un po’ difficile – scrive Mainardi – ma dalla semplice etimologia. Significa: “con l’uomo”». Sinantropi sono per esempio i colombi, generalmente detestati dalla gente, come anche le taccole, «bellissimi corvidi», «popolo curioso e coraggioso», molto amate da Conrad Lorenz, l’autore de L’anello di Re Salomone. Utilissimi sono anche «i veri rapaci»: i falchi pellegrini, gli allocchi, i gufi e i barbagianni, tutti uccelli straordinari per l’elevata sensibilità e il perfetto controllo del buio e dello spazio. Quasi scomparsi perché perseguitati dagli uomini. «Ed è guerra aperta ormai fra cittadini e gabbiani», per non parlare dei ratti, animali invece “collaborativi”, «una specie provvista delle armi adatte per essere ecologicamente vincente». Tra l’altro, sottolinea l’autore, c’è una connessione precisa fra le risorse alimentari e il numero dei ratti.
Dai più selvaggi ai più domestici: in questo piccolo, straordinario libro Mainardi descrive le sue esperienze di scienziato e viaggiatore rappresentando gli animali come creature vive, veri e propri personaggi. Tra i cani il Jack Russel «è più di tutte la razza della modernità». Forse sono un po’ “bulli”, ma decisamente intelligenti e come loro tante altre razze compresi i meticci. Da non dimenticare che la pet therapy ha effetti benefici e viene affiancata da tempo alle terapie tradizionali, come anche l’ippoterapia e onoterapia, ma in Italia siamo abbastanza indietro rispetto ad altri paesi europei.
Infine il tema dell’abbandono dei cani e dei gatti, atto criminale, «e come tale deve essere, ed è, punito», ma quasi sempre i colpevoli la fanno franca. Davvero vien da pensare che la crudeltà verso gli animali, come anche la paura siano dovuti in gran parte all’ignoranza. Una cosa è certa la gente vivrebbe meglio se rispettasse gli animali e le loro abitudini ricorrendo a metodi nuovi senza usare scorciatoie violente quanto illusorie.