Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Marinoni docet

Vita e teatro secondo Laura Marinoni: «Per fare l'attrice bisogna usare al meglio i cinque sensi. Ma soprattutto il sesto. Del resto, in scena non servono solo memoria storica o physique du rôle, ma molte altre cose imperscrutabili…». Torna la nostra rubrica

Nome e cognome: Laura Marinoni.

Professione: Trapezista.

Età: Da non credere.

Da bambina sognavi di fare l’attrice? Prima di nascere.

Cosa significa per te recitare? Godimento.

Il tuo film preferito? Rosemary’s baby di Roman Polanski.

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Troppo difficile…

Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Me stessa.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Dio.

Il libro sul comodino: L’impero dei segni di Barthes, Le sette leggi spirituali di Chopra, Le chat philosophe di Kwong Kuen Shan, Le giovani parole di Mariangela Gualtieri, Le Elegie di Rilke, Le roman des espionnes di Fédorovsky … continuo?

La canzone che ti rappresenta: Aguas de março di Tom Jobim.

Descrivi il tuo giorno perfetto. Quello che mi diverte di più!

laura-marinoni6Il primo bacio: rivelazione o delusione? A tre anni può essere solo una rivelazione!

Strategia di conquista: qual è la tua? Seduttori si nasce!

Categorie umane che non ti piacciono? Spesso chi ha difetti simili ai miei.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Senza ironia non succede niente.

Il sesso nobilita l’amore o viceversa? Anche no, anche no.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Todo depende.

Costretta a scegliere: cinema o teatro? Il teatro ha scelto me, io lo tradirei volentieri col cinema.

C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Non ancora.

Shakespeare, Eduardo o Beckett? Williams, Cocteau o Fassbinder?    

Qual è il tuo ricordo più caro? Il primo sguardo di mio figlio appena nato.

E il ricordo più terribile? Non ve lo dirò!

L’ultima volta che sei andata a teatro cos’hai visto? Fabrizio Gifuni che legge Cortázar e Bolaño.

laura-marinoni4Racconta il tuo ultimo spettacolo: Amore ai tempi del colera, operita musical per cantattrice e suonatori, dal romanzo di Garcia Màrquez.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché è una delle storie più belle che abbia mai letto, perché c’è tanta musica dal vivo suonata da grandi musicisti, perché è uno spettacolo poetico e leggero, perché recito e canto e mi diverto come una matta!

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Immagino di sì, ma la sola cosa che conta è essere puri e determinati.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. La Tendresse, come dice una dolcissima canzone di Bourville.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Un po’ di mistero, parbleu!

Piatto preferito. Spaghetti con branzino crudo, rosmarino e cipolla di tropea.

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No, con le ovvie eccezioni.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Se sì, perché. Sì, perché i produttori erano dei banditi.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Una volta quasi sempre, adesso quasi mai.

laura-marinoni2Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Holly in Colazione da Tiffany.

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare in teatro? Un personaggio surreale scritto da me.

Da chi vorresti essere diretta? Da Elia Kazan.

Tre doti e tre difetti che bisogna avere e non avere per poter fare questo mestiere. Cuore, cuore, cuore. Cuore, cuore, cuore (aperto, sincero e soprattutto nomade).

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Forse non se ne accorgerebbe nemmeno.

Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Un biglietto di ritorno se non mi trovassi a mio agio.

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. I don’t want realism, I want magic – Blanche, in Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams.

La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. Non li adori anche tu questi lunghi pomeriggi di pioggia a New Orleans, quando un’ora non è soltanto un’ora, ma un pezzetto di eternità che ti casca tra le mani e tu non sai che farne? – Blanche, in Un tram che si chiama Desiderio.

Cosa vorresti che il pubblico ricordasse di te? La poesia.

Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Discusso molto, litigato mai.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? La parsimonia.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Le catastrofi, interne ed esterne.

Se potessi conoscere il tuo futuro cosa vorresti sapere? Non voglio sapere niente.

Come costruisci i personaggi che interpreti? Come un detective che deve risolvere un giallo.

Parallelamente al tuo percorso artistico, trovi che in questi anni ci sia stato un miglioramento o un peggioramento del teatro? Una caduta a picco.

La relazione con la parola. La interroghi, la ricerchi, la controlli o ti fai dominare? Le faccio e mi faccio fare qualsiasi cosa.

Cosa pensi delle nuove generazioni di attori che, a volte, passano direttamente dai talent al palcoscenico? Perdona loro perché non sanno quello che fanno.

laura-marinoni3La morte: paura o liberazione? Solo la morte da vivi mi fa veramente paura.

Ti viene data la possibilità di presentare tre proposte di legge in materia spettacolo. Cosa proponi? Passo!

Cosa è necessario per un’attrice: memoria storica o physique du rôle? Molte altre cose imperscrutabili…

Hai un sogno nel cassetto che oggi puoi aprire. Cosa viene fuori? Invecchiare con dignità.

I soldi fanno la felicità? Ormai l’importante è sopravvivere.

Qual è il tuo rapporto con i social network? Curioso e distaccato.

Il tuo rapporto con la critica. Quale quella che più ti ha ferita in questi anni. Leggo e poi ragiono con la mia testa. No, ferita proprio mai.

Poco prima dell’inizio e poi della fine di un tuo spettacolo, a cosa, o a chi, pensi? A dove andremo a mangiare!

Il teatro riesce ancora a catalizzare la passione civile del pubblico in modo attivo? È uno dei suoi più nobili obiettivi, quando c’è onestà intellettuale da parte di chi lo fa avviene infallibilmente.

Nella tua valigia dell’attrice cosa non manca mai (metaforicamente o materialmente)? Non manca niente, anzi dovrei imparare a lasciare a casa qualche baule!

Con i tagli economici alla cultura, il teatro diventerà un’arte di nicchia oppure ci sarà una prevalenza di teatro di medio-basso livello se non addirittura amatoriale? Tutte e due le cose, ahinoi.

laura-marinoni5C’è un autore teatrale che credi sia poco considerato e che andrebbe rivalutato e rappresentato? Più che un autore un genere, ovvero la commedia, uno stile in via di estinzione sui nostri palcoscenici.

Meglio essere sereni, contenti o felici? La felicità è una scelta.

Progetti futuri? Purgatorio di Ariel Dorfman per il LAC di Lugano, la ripresa di Fedra di Seneca e di Amore ai tempi del colera di Garcia Màrquez, un progetto musicale ancora top secret, la scrittura del secondo capitolo di un testo-indagine sulla spiritualità in varie parti del mondo, uno stage alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano e tanta, tanta vita!

Un consiglio a una giovane che voglia fare l’attrice. Usare al massimo i cinque sensi, ma soprattutto il sesto.

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Foto di Fabio Lovino, Ilaria Costanzo, Rocco Talucci, Paolo Carlini.

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