Ritratto d'artista
«Le mie amiche parole»
«La parola, in scena, è l’amica principale, quella con cui ho l’intimità maggiore. Ma per salvare il teatro, bisogna insegnarlo nelle scuole». Parla Michele Sinisi
Nome e cognome: Michele Sinisi.
Professione: Attore.
Età: 40 anni.
Da bambino sognavi di fare l’attore? L’architetto.
Cosa significa per te recitare? Piacere (sostantivo e verbo).
Il tuo film preferito? C’era una volta in America.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? Cara professoressa, regia Valerio Binasco.
Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Valerio Binasco.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Tomi Janezic.
Il libro sul comodino: Vita e Destino (Vasilij Grossman).
La canzone che ti rappresenta: U2 – Stay.
Descrivi il tuo giorno perfetto. Vigilia di Natale, quando ci si sospende nell’attesa della cena coi propri cari e tutta la giornata in giro tra amici e conoscenti fa diventare il Corso del paese una lunga sosta di auguri.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione.
Strategia di conquista: qual è la tua? Provo a capire se potrebbe andarmi bene…
Categorie umane che non ti piacciono? Indifferenti e ipocriti.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Bellezza in senso assoluto.
Il sesso nobilita l’amore o viceversa? Lo nobilita.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Affinità elettive.
Costretto a scegliere: cinema o teatro? Teatro.
C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Sempre, e sarà sempre così ahimé.
Shakespeare, Eduardo o Beckett? Shakespeare.
Qual è il tuo ricordo più caro? Quando è nata Maddalena, la mia prima figlia.
E il ricordo più terribile? Il giorno dell’esclusione in Accademia D’Arte Drammatica.
L’ultima volta che sei andato a teatro cos’hai visto? Le cognate, regia Nativi (riallestimento di uno spettacolo di qualche tempo fa).
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Camera 701, regia Ciro Masella. Sono un uomo che dà appuntamento ad uno spogliarellista in una camera d’albergo per chiedergli di insegnargli a fare lo spogliarello per riconquistare la moglie a cui non ha donato l’amore che si deve.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché l’amore non è mai troppo.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Rispecchia quello che siamo nei contenuti e nella forma, sul palco e in platea.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Una cena con le belle persone.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). La paura di non farcela.
Piatto preferito. Risotto ai frutti di mare.
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No, come del resto in tutto il resto della comunità italiana.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Se sì, perché. Sì, perché non c’era alcun motivo, né artistico e né economico.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? No…
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Il professore ne L’Attimo Fuggente.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Amleto, in un allestimento di gruppo.
Da chi vorresti essere diretto? Latella e Ostermaier.
Tre doti e tre difetti che bisogna avere e non avere per poter fare questo mestiere. Doti: amore, coraggio e volontà. Difetti: ipocrisia, presunzione e indifferenza.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Sparirebbe con lui.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Che tutti si inizi a condividere tutto.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. “Ma lei è ancora innamorata di me…”
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. “Sono stanco, non c’è più divertimento”
Cosa vorresti che il pubblico ricordasse di te? L’amore per lo stare in teatro in sua compagnia.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Sì.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? Saper suonare il pianoforte.
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? La vulnerabilità di un essere umano.
Se potessi conoscere il tuo futuro cosa vorresti sapere? Quando morirò.
Come costruisci i personaggi che interpreti? Cercando confidenza al punto da poterci giocare liberamente e divertirmi, provare piacere.
Parallelamente al tuo percorso artistico, trovi che in questi anni ci sia stata un’evoluzione o un deterioramento del teatro? Il teatro è sempre quello che siamo, ci corrisponde, va di pari passo con noi perché è necessario e si fa nella misura in cui ci rappresenta, nella forma e nel contenuto.
Il rapporto con la parola. La interroghi, la ricerchi, la domini o ti fai dominare? È l’amica principale, quella con cui ho l’intimità maggiore.
Cosa pensi delle nuove generazioni di attori che, a volte, passano direttamente dai talent al palcoscenico? È una scelta personale, ciascuno ha la sua strada e la rispetto, dovessi averne voglia, anche a questa età, la percorrerei anche io.
La morte: paura o liberazione? Paura.
Ti viene data la possibilità di presentare tre proposte di legge in materia spettacolo. Cosa proponi? Abbattimento totale dei finanziamenti, investimento totale sull’insegnamento del teatro nelle scuole e snellimento dell’apparato burocratico.
Cosa è necessario per un attore: memoria storica o physique du rôle? Entrambe le dosi.
Hai un sogno nel cassetto che oggi può aprire. Cosa viene fuori? Girare il mondo con uno spettacolo.
I soldi fanno la felicità? No.
Qual è il tuo rapporto con i social network? Spero giusto.
Il tuo rapporto con la critica. Quale quella che più ti ha ferito in questi anni. Rispetto il ruolo della critica, non vivo per lei, se ne scrivono bene mi fa molto piacere. Diversamente, quando un mio lavoro non piace, ci sta. È successo ma non mi ha mai ferito.
Poco prima dell’inizio e poi della fine di un tuo spettacolo, a cosa, o a chi, pensi? Alle persone in platea e al fatto che sono vere.
Il teatro riesce ancora a catalizzare la passione civile del pubblico in modo attivo? Quando uno spettacolo è sincero sì.
Nella tua valigia dell’attore cosa non manca mai (metaforicamente o materialmente)? Il piacere dell’incontro col pubblico e la custodia dei miei occhiali assieme al copione.
Con i tagli economici alla cultura, il teatro diventerà un’arte di nicchia oppure ci sarà una prevalenza di teatro di medio-basso livello o amatoriale? Al contrario, credo che queste due esperienze sarebbero di gran lunga ridimensionate.
C’è un autore teatrale che credi sia poco considerato e che andrebbe rivalutato e rappresentato? Gli autori contemporanei in generale e ultimamente ho apprezzato la scrittura di Francesco Lagi della compagnia Teatro Di Lina.
Meglio essere sereni, contenti o felici? Sereni.
Progetti futuri? Girare il mondo con questo mestiere. Faccio di tutto per realizzare i sogni.
Un consiglio a un giovane che voglia fare l’attore. Fallo!
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Le foto sono di Angela Scamarcio, Matteo Leonetti, Mirella Caldarone, Guido Mercari. Valeria Tomasulo.