Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

Ultime da Venezia

In attesa dei Leoni, è tempo di bilanci. È stata una Mostra del Cinema in risalita. Con qualche scelta coraggiosa e un bel film in chiusura: "I magnifici 7” rivisto e corretto da Antoine Fuqua

Abbiamo appena visto il film più bello della Mostra di Venezia, The magnificent seven, I magnifici 7 riveduto e appena corretto da Antoine Fuqua, regista dal fisico gigantesco che ci ha abituato a cose terribili e ad altre, come in questo caso, divertenti. Questo è cinema di intrattenimento, che anche noi, normalmente intelligenti, possiamo apprezzare a gustare divertendoci. Detto questo, ci stiamo ancora lambiccando il cervello al pensiero di quale film diventerà il Leone d’oro di questa 73^ edizione della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia.

Anche il terzo film italiano in concorso, Questi giorni di Giuseppe Piccioni, non ha niente di indimenticabile e anzi la sensazione che le due ore di pellicola avrebbero necessitato di robuste sforbiciate. Ma tant’è, adesso è tempo di bilanci, e va detto che a nostro sommesso avviso questa edizione è, rispetto alle ultime, in risalita. Non sappiamo come presenze, che aumentano sempre e comunque, ma proprio come livello di qualità e soprattutto di empatia con lo spettatore. Il nostro preferito continua ad essere El ciudadano ilustre degli argentini Mariano Cohn e Gastòn Duprat interpretato da un bravissimo Oscar Martìnez. Film classico, come se fosse un’offesa, scritto benissimo e ricco di argomenti politici, artistici e sociali. Poi magari vincerà Jacquie, del bravissimo Pablo Larraìn, che ha diretto un film su commissione e che a nostro avviso realizza il film meno larrainiano della sua formidabile filmografia. Rimaniamo poi sconcertati dall’apprendere, ma forse è una bufala, del gradimento ricevuto all’interno della giuria presieduta da Sam Mendes da The Bad Batch di Ana Lily Amirpour. Sarebbe davvero troppo. Nel frattempo alcune indiscrezioni ci suggeriscono che tra i classici restaurati abbia vinto Break Up – L’uomo dai cinque palloni di Marco Ferreri, evviva, quindi.

In questo preciso istante abbiamo visto anche Roan Johnson, evidentemente richiamato al Lido in tutta fretta. Che il suo Piuma si sia aggiudicato qualcosa? Sarebbe un bello smacco, per chi ha la puzza sotto al naso e trova irriverente, chissà perché, la presenza di una commedia, ma anche di altri film di genere, in concorso. E comunque, viva adesso e sempre I magnifici sette, che uscirà verso la fine del mese: è già leggenda l’ingresso in scena di Vincent D’Onofrio, già ammirato nel film di James Franco In dubious battle: sempre più grosso, sempre più bravo, altro che animali planctonici.

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