Un libro di poesia da leggere
Le vite degli altri
Giusy Del Salvatore nella sua raccolta “Criptica come la luna" affronta temi intimisti che hanno a che fare con l'immagine e la percezione del sé, con l'identità e la ricerca delle identità
Criptica come la luna di Giusy Del Salvatore (AlterEgo Edizioni, 2016, pp. 75, euro 15) è un libro di poesie illustrate dall’artista Ettore Dicorato. Le illustrazioni sono veri e propri disegni che ricordano per certi versi la street art dei migliori writers e richiamano alla mente emozioni che attingono alla sfera del profondo. Le poesie della Del Salvatore seguono un ritmo musicale, talune presentano rime baciate, altre in versi liberi, mai liriche, quanto piuttosto simili a brevi racconti, come fotografie che desiderino incastonare momenti nel tempo. Si percepisce il piglio di una mente riflessiva, in costante ricerca di senso e identità. E che sembra seguire il precetto socratico per cui quanto di più difficile al mondo da conoscere è racchiuso nell’io stesso della persona, in qualche modo criptica e imperscrutabile.
Mi sento criptica
come il destino che ci ha fatto incontrare
come la luce che senza motivo mi acceca
come la vergogna che all’improvviso mi assale
come il giorno che dovrà ancora venire.
Molteplici i temi affrontati dall’autrice, in particolare intimisti, hanno a che fare con l’immagine e la percezione del sé, con l’identità e la ricerca delle identità, con la descrizione di sentimenti d’amore e d’amicizia, o con il semplice immaginare per un istante di vivere altre vite, interpretare altri ruoli nel grande caleidoscopio dell’esistenza. C’è poi una sezione dedicata all’oscurità, all’incubo, al non detto, a tutto quel che attinge alla sfera delle paure profonde e inconfessate. Questa parte maudit del libro è davvero interessante, la voce più cupa si presenta come una specie di alter ego dell’autrice stessa, una sorta di Mr Hyde poetico che fa da contraccolpo alla prima parte, tutta intrisa di bellezza, favole e magia. Qui invece si racconta il desiderio, la perdizione, la paura di perdersi.
… Ammirammo i silenziosi bagliori
sotto una vecchia quercia
alla schiumosa ombra della luna
e inebriati da tanto splendore
ci lasciammo sedurre dalle scie rosso sangue
dipinte in cielo da un artista senza tempo
nella quieta solitudine di un angolo della notte.
Viene poi affrontato anche il tema della morte, evidentemente connesso alla perdita di persone care, rievocate nel ricordo degli ultimi momenti.
Là attesi il suo ultimo respiro
Su quel letto di morbide rose
Frantumate da un pianto di vetro.
Nell’ultima parte torna quest’eco di oscurità, incubo, follia, eclissi. E la ritroviamo in versi che richiamano alla mente i poeti maledetti, c’è il sigillo di Baudelaire in queste parole:
Li sentivo risalire lungo i miei fianchi
Li vedevo banchettare col mio corpo
Placando la loro sete
Nel ventre delle mie paure
E mentre cercavo di oppormi
A quella violenza senza senso
Scivolai dolcemente
nelle fauci della notte.
Equilibrio tra bellezza e orrore, lotta tra nitore e oscurità, desiderio di sconfinare e timore di perdersi, amore, affetto, ricordi preziosi, memoria del corpo, sembrano i temi centrali di questa bella raccolta di poesie, scritte con una lingua semplice ma raffinata, che lascia intuire l’intensa passione per la lettura, oltre che per la scrittura, della poesia, dalla lirica greca ai grandi autori del Novecento.
Al di là della lotta tra gli opposti, sembra esserci un’intesa tra l’io e il mondo, intesa che viene a coincidere con la Natura, ma non con una semplice natura che è lì, immobile, quanto con un corpo che pulsa e vive, antropomorficamente e crea, quasi fosse lei, la Natura, il vero grande artista da cui tutto si dipana.
Si eclissa la bianca dama
Nel crepuscolo di porcellana
Sotterrando orrori e timori
Stravolgendo antichi bagliori.
___
Accanto al titolo, un’opera di Michelangelo Pistoletto